mercoledì 24 maggio 2017

Recensione: Il giorno che aspettiamo, di Jill Santopolo

Io e te ci conosciamo da quasi metà della nostra vita.

Titolo: Il giorno che aspettiamo
Autrice: Jill Santopolo
Editore: Nord
Numero di pagine: 398
Prezzo: 17,60
Sinossi: Una luminosa mattina di fine estate, un ragazzo e una ragazza s’incontrano all’università, a New York, e s’innamorano. Sembra l’inizio di una storia come tante, ma quel giorno è l’11 settembre 2001 e, mentre la città viene avvolta da un sudario di polvere e detriti, Gabe e Lucy si baciano e si scambiano una promessa. E due vite si fondono in un unico destino. Tredici anni dopo, Lucy è a un bivio. E sente la necessità di ripercorrere con Gabe le tappe fondamentali della loro relazione, segnata da scelte che li hanno condotti lungo strade diverse, lungo vite diverse. Scelte che tuttavia non hanno mai reciso il legame profondo che li ha uniti per tutti quegli anni. Così Lucy gli parla dei loro primi mesi insieme. Del loro amore intenso, passionale, unico. In una parola: puro. E poi di come Gabe avesse infranto quella purezza, decidendo di partire, di andarsene da New York per accettare l’incarico di fotografo di guerra in Iraq. Perché lui sentiva di doverlo fare, perché ciò che accadeva nel mondo era più importante di loro. Una scelta che aveva aperto nel cuore di Lucy una ferita che lei pensava non sarebbe guarita mai. E che, invece, era stata curata da Darren, l’uomo che lei avrebbe scelto di sposare. Eppure quella ferita si riapriva ogni volta che Lucy riceveva una mail o una telefonata da Gabe, e ogni singola volta che lo aveva rivisto nel corso degli anni. Poi era arrivata quella volta, era arrivato quel giorno…
                                          La recensione
Dove eravate l'undici settembre? Inutile precisare di quale anno, inutile domandarvi se lo ricordiate oppure no. Io ne avevo sette, di anni, e se lo chiedeste agli altri ragazzi della mia generazione vi trovereste a leggere storie simili tra loro. Guardavamo la Melevisione quando le trasmissioni pomeridiane furono interrotte per fare spazio al caos di una New York sotto assedio. Ricordo il fumo e la gente che saltava giù. Ricordo che non capivo perché i miei genitori, accanto a me, fossero così preoccupati. Dov'erano Gabriel e Lucy, i protagonisti del fortunato esordio di Jill Santopolo? Compagni di corso, si erano ritrovati a saltare una lezione su Shakespeare e scrutare la tragedia dallo stesso tetto. La protagonista associerà sempre quel giorno a lui, che già allora si figurava un novello Steve McCurry. Per un intero decennio, Gabe apparirà e scomparirà dalla sua vita. Innamorato più del suo mestiere di fotoreporter che della donna con la luce nel nome. 
Il romanzo, tutt'altro che stucchevole ma troppo scontato nell'epilogo, parla di sentimenti e terrorismo. Parte dal Ground Zero, passa dal mandato di Obama alla cattura di bin Laden, finisce con la tivù accesa su Gaza. In mezzo: un matrimonio con un uomo che sembra un po' un rimpiazzo, qualche sporadico faccia a faccia, chiamate a qualsiasi ora. Serve una voce amica. Serve una spalla su cui piangere. Serve un custode, un complice, del giorno più brutto (e più bello) del mondo. Lettera indirizzata a Gabriel, il romanzo ha domande retoriche che incalzano e ricordi che si susseguono. Dove sono adesso? Sono felici? Stanno insieme? Il giorno che aspettiamo è sentito, malinconico, ben scritto, ma. Goodreads cita Un giorno (probabilmente, uno dei romanzi della mia vita) e Io prima di te (adorabile, sì, eppure impacciato in presenza del dramma), e purtroppo mi sono mancati i dettagli sostanziali del primo e l'inaspettata freschezza del secondo. Gli amori, memorabili anche al cinema, dell'uno e dell'altro. Durante la lettura, sapete, non ho pensato neanche per un momento che non mi stesse appassionando. Cosa strana, è nel momento in cui mi sono seduto al computer per parlarne che sono affiorate le cose che non mi sono piaciute – e i paragoni di sorta, giuro, non c'entrano. 
Il romanzo prende e ti dà del tu. Non importa infatti il cosa. Importa, piuttosto, il come. E il chi, mi sono chiesto? Ci sono una lei presente e fragile, vivissima, e un lui messo in secondo piano. Gabriel è filtrato, descritto, sconosciuto – girovago incostante e sprezzate del pericolo: un classico. La parte monca di una coppia che resta impressa a metà. Il giorno che aspettiamo si apre con una dedica a Manhattan in prima pagina e una premessa dell'autrice. La Santopolo accenna a una gestazione lunga quattro anni, all'ispirazione derivata dalla fine di una relazione importante. Dell'autrice ho sentito il dolore, la lontananza, la nostalgia. La pena della stessa Lucy, che aspetta e spera, e nel mentre si sposa, mette al mondo due figli e lavora come produttrice di un programma per bambini, confidando invano che il fotografo di guerra si ravveda da sé. Il terrore accelera i battiti e le reazioni, cementifica i rapporti umani. La gente, se spaventata, decide di procreare o di stare insieme: l'amore è il miglior antidoto contro la paura. A colpirmi, il bellissimo senso della narrazione della Santopolo. E l'intimità di una storia che non dovresti origliare, a tratti, tanto che suona vera.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Tom Odell - Another Love


13 commenti:

  1. È sempre così piacevole leggerti...Un giorno, anche uno dei miei libri per la vita e Io prima di te, sostegno mentre mia zia mi lasciava. Peccato che questo esordio manchi delle belle particolarità dei "nostri" libri.
    Una storia triste quella di un amore che non chiude il cerchio, interessante lo sfondo storico.
    Un appunto per tenerlo a mente.

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    1. Ma grazie!

      Forse è distante da noi per il contesto, Francesca, ma vedere un po' di storia americana attraverso questi due personaggi ha il suo perché. La storia d'amore, invece, non è di quelle che mi resteranno impresse. Anche se al cinema si presta bene.

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    2. La storia è sempre bello leggerla aiuta a fissare tanti punti che andrebbero persi, quando andavo a scuola, (più di vent'anni fa aiuto), era la mia materia preferita.
      Cinema e così sia!

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    3. Purtroppo, io non la amo particolarmente. Sarà questione ti metodo, non so. Quante volte in vita mia avrò ripetuto, per fare un esempio, le dinamiche dettagliate delle guerre mondiali? Eppure non le ricordo. I romanzi, tra le righe, aiutano. :)

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  2. Se è dalle parti di Un giorno e Io prima di te va bene.
    Però la storia mi puzza anche un po' di Nicholas Sparks, o sbaglio? :)

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    1. No no, di Sparks non c'è traccia. ;)
      Nessun gesto così esagerato da essere cinematografico, una tristezza che sembra quasi necessaria. Non l'ho trovato struggente come leggevo nelle recensioni americane, ma il resto tocca comunque.

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  3. Mi attira e non poco, speravo in un parere più positivo, ma gli darò una chance!

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    1. Nel filone molto più che amici, che da Harry ti presento Sally in poi mi fa sempre fesso, ci sarà sicuramente qualcosa di meglio. Anche se il filo conduttore degli attentati, in giorni come questi, ispira già qualche brivido di per sé.

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  4. Mi è sempre piaciuta molto la cover, ha davvero un effetto ammaliatore. Poi mi citi Un giorno (uno dei miei romanzi preferiti) ed Io prima di te e un po' capitolo. Segno e lo prendo in considerazione non appena mi imbatto in una copia :) Recensione bellissima, come sempre!

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    1. Grazie, Anna!

      E felice di sapere che ci sono tanti, tanti fan di Un giorno. Sempre adorato.

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  5. Non mi ero soffermata a leggere la trama e sembra nelle mie corde, però forse è meglio se inizio da Un Giorno.
    3.5 è comunque un voto più che dignitoso :)

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    1. Non hai letto Un giorno?
      Leggilo, prima di conoscere la mia ira funesta. :)

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  6. Ciao! È un libro di cui ho sentito parlare più che bene, anche se ora le tre stelline che gli hai dato me lo fa scendere dal piedistallo...
    Neppure io ho letto Un giorno.. Magari inizio da quello! ;)

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