Si
parla troppo delle proprie emozioni, di comportamenti giusti o
sbagliati, e nessuno più racconta la storia che c'è dietro. Ma sono
le storie a dirci chi siamo e da dove veniamo. Sono le fiabe che ci
curano.
Titolo:
Se chiudo gli occhi
Autrice:
Simona Sparaco
Editore:
Giunti
Numero
di pagine: 272
Prezzo:
€ 6,90
Sinossi:
Viola
nella vita ha imparato molto bene una cosa: a nascondersi. Abiti di
una taglia sempre troppo grande, un lavoro che non le dà alcuna
soddisfazione e ben lontano dalle sue passioni di bambina, un bravo
ragazzo come marito, con cui però, forse, l'amore non c'è mai
stato. Poi un giorno, mentre sta sviluppando rullini di gente
infelice al centro commerciale, si fa largo tra la folla un uomo alto
e dinoccolato, ancora bello nonostante l'età: è suo padre,
l'artista famoso, l'irregolare, l'eterno bambino. È tornato, è
venuto a cercarla per proporle un viaggio nelle Marche, la loro terra
d'origine, e per dirle una cosa molto importante. Ma come fidarsi
un'altra volta dell'uomo che l'ha abbandonata? Come credere di nuovo
a una delle sue funamboliche storie? La tentazione è troppo forte e
Viola accetta. Un segreto custodito per anni condurrà padre e figlia
alle pendici dei Sibillini dove Viola sarà travolta da una nuova
forza e una nuova luce, proprio come il cielo di quei posti. È un
viaggio magico se il prezzo della felicità è abbandonarsi con gli
occhi chiusi al potere della vita e all'amore che è pronto ad
accoglierci.
La recensione
“L'abbandono
non prevede rappresaglia: al nemico che leva in alto le mani non puoi
sparare al cuore.”
Viola ha ventinove anni e ha già dimenticato come si fa a brillare. Madre di una bambina che le fa mille domande, moglie insoddisfatta di un uomo falciato dalla crisi economica, ha messo in fermo il suo sogno – vivere scrivendo – e lavora in un negozio in cui si stampano fotografie in fretta e a poco prezzo. Sbircia la felicità e le vacanze degli altri, pensa al passato. Finché un giorno non le compare davanti Oliviero: l'artista celebrato, l'uomo che prende e va. Suo padre. Non si vedono da quattro anni e lui, invecchiato ma affascinante, le chiede come se nulla fosso di seguirlo in un viaggio in macchina verso i luoghi della sua infanzia. Quelle Marche che, all'ombra dei monti Sibillini, custodiscono leggende popolari e memorie. Lei, all'inizio recalcitrante, lo segue. Perché quando un padre chiama e ti dice che ha bisogno di te, alla fine non può fare altro che perderti appresso a lui. Quasi un anno fa, a Sessione invernale appena conclusa, scoprivo Simona Sparaco con la sua ultima fatica, Equazione di un amore.
Lo immaginavo romantico e
tutt'altro che adatto a me e, invece, mi lasciavo sorprendere da una
storia tra Roma e l'estremo oriente che parafrasava i sentimenti con
il linguaggio delle scienze esatte e descriveva un personaggio
maschile, Giacomo, similissimo a me. Rileggendola, ho
capito che Simona Sparaco – candidata al premio Strega per il
controverso Nessuno sa di noi, già in whishlist – mi piace. Forte, moderna, dall'animo poetico. Se chiudo gli occhi,
però, non si è rivelato una lettura memorabile o particolarmente
emozionante. In rete dicono che sia forse il meno riuscito
dell'autrice romana, e allora posso tirare un sospiro di sollievo. In
meno di trecento pagine, parlare del difficile rapporto tra una
figlia amareggiata e un padre avventuroso. Rendere la profonda
incomunicabilità, darci stralci di tenerissime conversazioni
passate, rievocare con toni delicati la storia di un amore mai
dimenticato. Gli uomini della Sparaco, fatto sta, mi somigliano
molto. Questo Oliviero dipinge in bianco e nero e nasconde gli
oggetti a cui è affezionato nel cuore delle proprie sculture.
Nel suo studio, quando Viola era piccola, c'era solo uno schizzo a
colori: l'immagine di una donna dai capelli rossi, Pauline, amata e
persa trent'anni prima. Ma una gravidanza inaspettata, i doveri verso
la famiglia, avevano avuto la meglio. In una baita sulla neve, la
protagonista scopre che Oliviero ha sempre avuto il cuore altrove e
che c'è un fondo di verità nelle fiabe della buonanotte che lui
raccontava. Lo accompagna, fiduciosa nel potere delle seconde chance,
e si prende il tempo per farsi un esame di coscienza. Cosa le manca
davvero?
Così il resoconto di quell'invidiabile colpo di fulmine, la scoperta di un'eredita fantastica, cambieranno la percezione che Viola ha del mondo, degli affetti, di se stessa. Se chiudo gli occhi è ben scritto e, pur nella sua brevità, affronta tanti temi: troppi. Ho letto d'un fiato le prime cento pagine, mentre ho fatto fatica con le restanti. Mi hanno toccato gli alti e bassi di questo contrastato rapporto padre-figlia, meno il contorno di boscaioli filosofi e magia. Non amo la natura – semplicemente, non sono tipo da passeggiate ad alta quota e scampagnate, quindi le alchimie tra uomo e ambiente tendono ad annoiarmi un po' – e gli innesti di realismo magico non mi incantano. Inoltre, con il senno di poi, appaiono numerose le somiglianze con quell'Equazione di un amore letto prima, ma apparso soltanto l'anno dopo in libreria. E' un romanzo dai colori autunnali e dai richiami seducenti, questo, che mi ha preso meno del previsto. Il pizzico di delusione, però, il senso passeggero di già letto, non mi impediscono di consigliarlo a chi apprezza le piccole saghe familiari, le gioie semplici, i richiami alla mitologia greca e a Madre Natura. Se chiudeste gli occhi, potreste trovarci qualcosa che vi piace. Io, dubbioso, qui e lì li ho aperti e ho sbirciato. E lo scetticismo e la magia, si sa, litigano. Al pari di un genitore e una figlia ai ferri corti.
Viola ha ventinove anni e ha già dimenticato come si fa a brillare. Madre di una bambina che le fa mille domande, moglie insoddisfatta di un uomo falciato dalla crisi economica, ha messo in fermo il suo sogno – vivere scrivendo – e lavora in un negozio in cui si stampano fotografie in fretta e a poco prezzo. Sbircia la felicità e le vacanze degli altri, pensa al passato. Finché un giorno non le compare davanti Oliviero: l'artista celebrato, l'uomo che prende e va. Suo padre. Non si vedono da quattro anni e lui, invecchiato ma affascinante, le chiede come se nulla fosso di seguirlo in un viaggio in macchina verso i luoghi della sua infanzia. Quelle Marche che, all'ombra dei monti Sibillini, custodiscono leggende popolari e memorie. Lei, all'inizio recalcitrante, lo segue. Perché quando un padre chiama e ti dice che ha bisogno di te, alla fine non può fare altro che perderti appresso a lui. Quasi un anno fa, a Sessione invernale appena conclusa, scoprivo Simona Sparaco con la sua ultima fatica, Equazione di un amore.
Così il resoconto di quell'invidiabile colpo di fulmine, la scoperta di un'eredita fantastica, cambieranno la percezione che Viola ha del mondo, degli affetti, di se stessa. Se chiudo gli occhi è ben scritto e, pur nella sua brevità, affronta tanti temi: troppi. Ho letto d'un fiato le prime cento pagine, mentre ho fatto fatica con le restanti. Mi hanno toccato gli alti e bassi di questo contrastato rapporto padre-figlia, meno il contorno di boscaioli filosofi e magia. Non amo la natura – semplicemente, non sono tipo da passeggiate ad alta quota e scampagnate, quindi le alchimie tra uomo e ambiente tendono ad annoiarmi un po' – e gli innesti di realismo magico non mi incantano. Inoltre, con il senno di poi, appaiono numerose le somiglianze con quell'Equazione di un amore letto prima, ma apparso soltanto l'anno dopo in libreria. E' un romanzo dai colori autunnali e dai richiami seducenti, questo, che mi ha preso meno del previsto. Il pizzico di delusione, però, il senso passeggero di già letto, non mi impediscono di consigliarlo a chi apprezza le piccole saghe familiari, le gioie semplici, i richiami alla mitologia greca e a Madre Natura. Se chiudeste gli occhi, potreste trovarci qualcosa che vi piace. Io, dubbioso, qui e lì li ho aperti e ho sbirciato. E lo scetticismo e la magia, si sa, litigano. Al pari di un genitore e una figlia ai ferri corti.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Tiziano Ferro & Carmen Consoli – Il
Conforto
Lo lessi un paio di anni fa e mi piacque la lo stile dell autrice, il rapporto padre figlia. Però vorrei leggere altro per farmene un'idea più ampia.
RispondiEliminaLa Sparaco è brava, poco ma sicuro, ma non vorrei che marciasse sempre sui soliti temi...
EliminaQuello in uscita e Nessuno sa di noi, notissimo, mi sembrano però molto diversi. Mi sbaglierò io. :)
eh ad es. di nessuno sa di noi sento e leggo pareri positivisssimi, infatti penso che prima o poi lo leggerò :D
EliminaTi seguirò a ruota. ;)
EliminaAnche io posso tirare un sospiro di sollievo: fino ad ora mi hai già offerto un sacco di titoli da recuperare, più di quanti avrò mai tempo di leggerne, ma questo non mi sembra niente di troppo memorabile o che faccia per me, quindi almeno questo non lo devo aggiungere all'elenco. ;)
RispondiEliminaDirei di sì, aggiungiti ai sospiri generali. ;)
EliminaPrimo approccio, per me, alla Sparaco, sia per ragioni pratiche, sia perché ho un debole per i rapporti padre - figlia e nemmeno io ne sono stata troppo entusiasta; tutto fumo e niente arrosto perché, in entrambi i casi, oltre a certe perifrasi ben costruite e riferimenti mitologici qui, fisici/ scientifici per quanto riguarda "Equazione di un amore", non mi pare ci sia qualcosa di particolarmente significativo o, probabilmente, sono io a non cogliere il punto. Non fa per me, la Sparaco, decisamente e un po' mi dispiace ché ne sento sempre un gran bene. Non credo leggerò altro di suo, né il titolo in uscita, né quel "Nessuno sa di noi" tanto chiacchierato per il tema spinoso di cui tratta, ragione primaria che mi ha sempre distolto dal proposito di un recupero anche tardivo.
RispondiEliminaMa sì, è questione di gusti indubbiamente.
EliminaPerò al televisionese di una Gamberale - che eppure a piccole dosi mi piace, come sai -, preferisco gli interessanti rimandi della Sparaco, che non sempre arriva ma lavora con cura alle sue storie. Nessuno sa di noi continuo a volerlo, e proprio per il suo tema. :)
Io quest'autrice la devo leggere. Inizierò da 'Equazione di un amore', che è già nella mia libreria, ma anche 'Nessuno sa di noi' mi incuriosisce da tempo. Questo è quello che lascerei per ultimo...però a pelle penso che il suo modo di scrivere mi piacerà.
RispondiEliminaLo penso anch'io. E, secondo me, ti piacerebbe anche questo. ;)
EliminaNon conosco questa autrice (di penne fresche e recenti, ahimè, so ben poco) ma così, a pelle, da quanto hai detto mi ispira parecchio. Al contrario di te, io amo molto la natura ed i vari richiami cui hai accennato sembrano abbastanza di mio gusto. Dato il prezzo assolutamente accessibile, quando avrò voglia di leggere qualcosa di nuovo potrei farci un pensierino :)
RispondiEliminaAh, allora mi sembra perfetto.
EliminaA proposito di natura, io che eppure ci vado poco d'accordo, sto leggendo Le otto montagne. Da' un'occhiata. Penso ti piacerebbe anche quello. :)
L'ho ricevuto per Natale, dietro mia esplicita richiesta, dato che adoro Cognetti! Sarà tra le mie prossime letture sicuramente ^^
EliminaAh, perfetto! E' il mio primo Cognetti, ma mi piace molto (nonostante, appunto, io di montagne non ne sappia nulla). :)
EliminaLa Sparaco mi manca e mi interessa molto, ma non questo. Una figlia è un padre che si incontrano dopo molti anni e partono per un viaggio alla scoperta dei luoghi d'infanzia... Potrebbe somigliare troppo ad una situazione che senza dubbio mi toccherà vivere.. non me la sento di leggerlo ora, ma Equazione di un amore si. Ciao Michele.
RispondiEliminaPurtroppo, Francesca, sembra una storia di quelle personali, ma nella Sparaco prende vie ben diverse. E non so se ho apprezzato. Meglio Equazione di un amore, sì. A presto!
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