È
un grande anno per il cinema horror. Per non essere da meno, anche Feltrinelli si è messa al passo con un romanzo
citazionista e dalle atmosfere vintage, che farà la gioia e il
terrore degli amici cinefili. Ambientato nel cuore degli
anni Novanta, in un sobborgo residenziale ormai in decadenza,
racconta di una banda di amici con l'hobby dei film di genere
e delle bravate. A sedici anni, la morte è un pensiero incidentale. Al TG: qualche incidente stradale, suicidi in sordina, la piaga
dell'Aids. Medhi, membro dell'unica famiglia straniera del quartiere,
è vittima del bullo della scuola. Alex ha da poco sepolto la madre,
divorata dal cancro. Tom, ossessionato dagli insetti, vorrebbe
aizzare una scolopendra contro il patrigno. Max, fidanzato con la
bella del liceo, è attratto dal gemello di lei. Lena,
l'ultima arrivata, è in fuga da un passato violento.
A
volte era sembrato a Lena che lei e i suoi amici sarebbero stati in
un certo modo eterni e che l'universo esistesse solo per loro,
semplicemente perché erano là a posarvi lo sguardo. Ma ormai era
consapevole della loro fugacità, fragilità e impermanenza, aveva
acquisito quella consapevolezza del tempo che passa, preleva quello
che gli devi e non offre in cambio che un po' di oblio.
Tutti
hanno le proprie ombre. Tutti sono attratti dalla casa nell'impasse
des Ormes. È lì che si manifestano le fobie e i desideri più
sfrenati, in un budello infernale a metà tra il sonno e le veglia.
Il folgorante Jean-Baptiste Del Amo, colpevolmente scoperto qui e
ora, è la luce in
un mondo prigioniero della penombra, dove gli incubi si mescolano ai
sogni erotici e i bassi istinti prendono il sopravvento. In un
angosciante gioco di specchi e doppelganger, sarà impossibile
distinguere una dimensione dall'altra e arginare le conseguenze.
Derivativo sin dalle premesse, appesantito da una cinquantina di
pagine di troppo e non sempre fedele alla sua dimensione corale, La
notte devastata resta comunque una lettura sinceramente spaventosa in cui
riecheggiano le grida di It, Nightmare, Amityville
Horror.
L'innocenza
può essere un inferno.
A
elettrizzare, tuttavia, non sono soltanto gli insetti giganti, i
parti mostruosi, gli sfondi lovecraftiani, ma la descrizione di
un'adolescente sensoriale e irrequieta che tanto somiglia a quella
dei romanzi del connazionale Nicolas Mathieu. Divisi tra
frustrazione, fumo e noia, i protagonisti si scoprono prigionieri di
un film horror con la colonna sonora dei Nirvana, in cui l'incanto
infantile è ormai spacciato e la consapevolezza del tempo, della
diversità e dell'oblio, conducono sulla soglia del più spaventoso
dei mondi: quello degli adulti. Si sopravvive alla morte
dell'innocenza?
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Nirvana – Come As You Are