lunedì 26 ottobre 2020

Recensione: L'estate che sciolse ogni cosa, di Tiffany McDaniel


| L'estate che sciolse ogni cosa, di Tiffany McDaniel. Atlantide, € 18, pp. 380 |

Nugoli di lucciole inseguiti nel cuore della notte. Un palloncino intrappolato su un ramo. I campi di colza a perdita d'occhio. Giallo, dappertutto. E poi il rosso. Quello della marmellata di fragole, dei sassi puntuti barattati con un fiore, delle case sull'albero profanate dal sesso e dalla morte, dei corpi sbrindellati sul tavolo autoptico. L'estate che sciolse ogni cosa è il sole e il sangue: un colore caldo. Una scintilla che a un certo punto libera vampe altissime e vibrazioni indimenticabili. Al cinema si chiamano scene madri. Le riconosci dalla colonna sonora che s'impenna e dal cuore che sale in gola, dalla macchina da presa che segue gli eventi come se all'improvviso fossero parte di una coreografia struggente. L'esordio della straordinaria Tiffany McDaniel è tutto una scena madre. Un'escalation senza requie, che brucia – di dolori, di passioni, d'indignazione – e lascia addosso i segni dell'ustione. Un'ustione virulenta e bellissima, che confondendosi con le pieghe della carne finirà poi per somigliare a un ricamo.

Avevo commesso l'errore di sentire la parola diavolo e pensare alle corna. Ma voi sapete che in Wisconsin c'è un lago, un luogo prodigioso, con questo nome? In Wyoming c'è una splendida roccia intrusiva chiamata così. Esiste perfino una spettacolare varietà di mantide religiosa conosciuta come “il fiore del diavolo”. E una pianta. Perché, nel sentire diavolo, ho pensato a un mostro? Perché non mi è venuto in mente il lago, invece? O un fiore che cresce sulle sue sponde? Oppure una mantide in preghiera su una roccia? Un errore grossolano, davvero, aspettarsi la bestia, perché a volte, sì, a volte tocca al fiore portarne il nome.

Se potesse, l'anziano Fielding pagherebbe oro per una macchina del tempo. Ormai ricurvo per l'artrosi, vive un tormentoso dissidio interiore a bordo di una roulotte: da un lato l'anelito al cielo – non a caso ripara tetti e stappa comignoli –, dall'altro un senso di colpa che lo spinge a privarsi di ogni compagnia (una donna dai capelli lunghi come corde, un tenero pompiere) per purgarsi dei peccati di un'infanzia codarda. È stato bambino in Ohio, nell'estate rovente che sciolse tanto il tangibile quanto l'intangibile. Correvano gli anni Ottanta: luci al neon, tessuti sfavillanti, gli Alphaville alla radio che promettevano una giovinezza imperitura, il filtro della nostalgia che smussa e abbellisce. Ma è forse un caso se George Orwell intitolò il suo capolavoro proprio 1984? Profetico, il romanzo distopico sembra anticipare il caos di quell'anno particolare. La televisione parlava dell'avvento dell'Aids, Fielding aveva tredici anni e alla sua porta, mentre i ventilatori rumoreggiavano e i frigoriferi degli alimentari venivano saccheggiati, si presentava il diavolo in seguito a un annuncio sul giornale. Pressoché suo coetaneo, Lucifero aveva una salopette lisa, la pelle nera e gli occhi verdi: dagli amici si faceva chiamare semplicemente Sal. Per Fielding e i suoi parenti, più che un amico, sarebbe diventato parte integrante della famiglia. Sal avrebbe spinto papà Autopsy a ragionare sulle ambiguità del suo mestiere di avvocato, mamma Stella a vincere l'agorafobia, zia Fedelia a cambiare acconciatura. Con lungimiranza, avrebbe capito ben prima degli altri perfino i segreti di Grand: quel primogenito fortunato nello sport e sfortunato in amore, vittima prima delle aspettative altrui e poi del pregiudizio. Fuori dal giardino dei Bliss, intanto, si agitavano i moti di una folla vendicativa e rissosa. 

Non poter volare significa non poter più inseguire la cometa, né ascoltare il canto delle stelle. Come posso sopravvivere? Cosa mi resta dopo aver perso il dono più grande? Ora per me c'è solo la terra, il mio paradiso finito per sempre. Non ci sarà mai più nessun cielo per me. Nessun Dio. Io sono l'avvertimento ai bambini prima di coricarsi. Dite le vostre preghiere, non cadete nel peccato, altrimenti diventerete il diavolo, colui che è sprofondato nell'abisso e non può sperare in nessuna salvezza.

Guidati da Elohim, il vedovo della casa di fronte, ecco gli abitanti brandire Bibbie e additare il nuovo arrivato: che negli incidenti degli ultimi tempi – aborti, atti vandalici, sabotaggi – ci sia lo zampino di Sal? Stretti da un morsa soffocante, i Bliss commetteranno un unico errore: essere ospitali. Perseguitato alla stregua di un novello Edward mani di forbice, Sal condivide in un linguaggio aulico parabole e aneddoti dell'Eden perduto. Che siano ricordi? In quanti modi si può essere bambini? In quanti, soprattutto, si può perdere l'innocenza? Mosso inizialmente dal desiderio di godersi appieno le vacanze estive, il giovane Fielding imparerà a mettere in discussione gli insegnamenti degli adulti e le Sacre Scritture, a essere irrispettoso della legge, a combattere piccole battaglie per vincere una guerra più grande. Con il viso sporco di lucido da scarpe come Rambo, si muove nella terra di confine tra l'infanzia e l'adolescenza. Questo romanzo di formazione – lirico, caloroso, scioccante – è un album che raccoglie il suo primo lutto, il suo primo nodo alla cravatta, il suo primo amore non corrisposto verso la fragile Dresden Delmar, i suoi primi dubbi verso una famiglia che a torto gli pareva perfetta.

Io sarò il ragazzo nero. E tu la ragazza bianca. E il mondo dirà no. Ma noi diremo sì e saremo l'unica eternità che conti.

Tiffany McDaniel suona soave anche nella tragedia. Grazie al suo talento cristallino, i miti crollano con grazia, le bandiere a stelle e strisce si stracciano senza sfilacciarsi, la fine del sogno americano è un incantevole tramonto. L'inferno, ci racconta l'autrice, è un corridoio lungo il quale si aprono porte infuocate. Il paradiso, invece, deve somigliare alla sua scrittura: un equilibrio divino che consente a ogni bassezza di essere compensata, per mezzo di un benevolo contrappasso, con momenti di commovente lirismo. Destinato a imporsi nel novero dei miei preferiti, questo  è il romanzo che ha fatto innamorare la rete. Tutti ne parlano, tutti ne scrivono, ma con il senno di poi la pubblicità non sarà mai abbastanza. Smaliziato,  credevo di conoscere già i mostri nascosti nel Buio oltre la siepe. Niente, però, mi aveva preparato all'abisso in agguato dietro i campi di colza. L'estate che sciolse ogni cosa scioglierà il razzismo, l'omofobia, l'ignavia. Stillerà gocce di lacrime e sudore, di condensa e veleno. Sarà il disincrostante per i dotti lacrimali inutilizzati e le coscienze sporche. Purificati, una volta giunti all'ultima pagina vedremo il mondo – i suoi gialli abbacinanti e i suoi rossi spaventosi – senza più cataratte.

Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Bruce Springsteen - I'm On Fire 



27 commenti:

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    1. Assolutamente. Ero scettico, ma me ne sono subito innamorato.

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  2. Per una volta con dispiacere non leggo la tua recensione. Ho talmente sentito parlare di lei e i suoi libri che il mese scorso ho comprato questo, "Il caos da cui veniamo" che è la storia della sua famiglia, e la sua raccolta di poesie abbinata al libro. Ammiro le case editrici indipendenti, Atlantide numera anche le copie. Devo dire che ho fatto anche fatica ad ordinarli, non tutte le librerie riescono ad averli. L'ho lasciata in attesa, ho bisogno di un momento non discontinuo e anche di quello giusto, non sarà certamente una passeggiata, anzi, andrò a farmi male.
    Ti farò sapere, contenta che ne hai parlato.
    Bellecose!

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    1. Ciao Lory! Non preoccuparti, leggilo pure a scatola chiusa: è splendido, doloroso, urgente. Ci ripenso ancora.

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    2. Ciao, sì, viene definito il "caso"editoriale, magari approfitto delle mie prossime ferie per leggerlo (dovevo andare al TFF mannaggia) 😠. Io adoro Torino conosciuta grazie a questo evento, ci torno sempre con gioia.
      In questo periodo di chiusura serale, nel caso hai un po' di tempo, volevo chiederti visto che guardi in streaming se potresti guardare un film per me...nel senso, ho bisogno che guardi un film (che non ho capito) e me lo spieghi 😂 , sempre se
      non è un fastidio, fammi sapere.
      Bacione.

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    3. Io sono andato al Torino Film Festival tre anni fa, che bei ricordi.
      Ci provo, dai! Che film è? :)

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    4. Anch'io, ho iniziato nel 2017 e sono sempre andata anche negli ultimi anni, questo era il mio quarto anno consecutivo, forse non sarebbe neanche stato all'altezza degli altri anni visto la situazione attuale, ma io la considero una piacevole pausa. È un evento al quale mi pesa rinunciare. Ormai ci stiamo un po' rassegnando a questa 'non vita' che sembra stia divorando i nostri giorni, non parliamo del resto....

      Ok, veniamo al film, non ti farei mai vedere una ciofeca, magari l'hai anche visto. Ho cercato spiegazioni in rete e ce ne sono diverse, io non riesco nemmeno a darmene una. Chiaramente me lo riguarderò...il film è 'Stay - nel labirinto della mente" regia di Marc Forster con Naomi Watts, Ryan Gosling e Ewan McGregor. Dai, ci conto? 😊

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    5. Sì, lo avevo visto qualche anno fa, non mi era dispiaciuto!
      Se ben ricordo, comincia con un incidente. Il film è tutta una proiezione del ragazzo che lo ha subito, Gosling, che dal momento dell'impatto a quello della morte vive una fantasia a occhi aperti: McGregor era il medico, la Watts l'infermiera accorsa. Insomma, avevano i ruoli che avevano soltanto nella mente del ragazzo, in definitiva il vero protagonista. :)

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    6. Innanzitutto tutto complimenti, hai una memoria incredibile! Non voglio obbligarti a rivederlo, ma anche una recensione a questo film che non vedo nei vari blog, sarebbe interessante, vedi tu. Io ho il DVD, lo riguarderò... buona giornata!

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    7. Ti ringrazio! Ammetto di avere una gran memoria per i finali, sia di libri che di film. Infatti non rileggo e non riguardo!

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    1. Non sono di manica larga, ma davanti a tanta potenza...

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  4. Ne parlano tutti benissimo!! Anche tu, quindi... lo leggerò, penso possa piacermi!

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  5. Trovo sempre tanti libri a me sconosciuti ma con le tue recensioni me ne fai spesso innamorare. Questo è appena finito in lista ;)

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    1. L'ho dato solo alla Morante quest'anno. Poi è arrivata Tiffany.

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  7. Me lo regalerò sicuramente per Natale.
    Anche se scegliere tra lui e Ohio sarà dura.

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    1. Ti consiglio questo. È un editore indipendente, che per ora non ha edizioni economiche. Ohio, Einaudi, al contrario prima o poi arriverà a costare meno. :)

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  8. Cinque stelle date da te sono davvero la garanzia di un libro potente che devo assolutamente leggere :)

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  9. Vabbè, sembra a dir poco un capolavorissimo.
    Forse era meglio leggerlo d'estate, ma un libro pieno di scene madri mi incuriosisce parecchio.

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    1. L'estate è la sua stagione, ma purtroppo sono arrivato anche io in ritardo. Fortuna che il tempo regge, che qui resiste il sole. L'illusione è servita!

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