venerdì 10 novembre 2023

Recensione: Chiodi, di Antonio Schiena


| Chiodi, di Antonio Schiena. Fazi, € 16, pp. 180 |

Era lecito aspettarsi più carattere da uno che gestisce una pagina intitolata Antipatia gratuita. È il primo pensiero che ho fatto una volta terminata la lettura di Chiodi, ultimo romanzo del trentatreene Antonio Schiena ma il primo pubblicato con un grande editore. L'autore, da me molto apprezzato sui social per i suoi post deliziosamente caustici, arriva in libreria con una piccola storia sul diventare grandi. Ma mancano la fermezza di Niccolò Ammaniti, la fantasia ardita di Stephen King e il suo romanzo, generalista e didascalico, si rivela una fiaba nera adatta soprattutto a un pubblico di giovanissimi. In un imprecisato paese del Sud, si è diffusa una leggenda che accomuna generazioni vicine e lontane: racconta dell'Avvinto, un giovane arrogante che sfidò la morte e ne pago le conseguenze. È forse lui il nuovo guardiano del cimitero? I bambini si sfidano a scavalcare i cancelli e ad affrontarlo. Una volta tornati indietro, saranno uomini. A prestarsi al rito di iniziazione è Marco: un tredicenne disarmonico e sgraziato, reduce da un'infanzia di prodotti sottomarca e da anni spesi a incassare le vessazioni dei gradassi. Fra il bambino e il guardiano, entrambi emarginati, nascerà un breve dialogo intergenerazionale dagli incastri drammatici, ma non così imprevedibili. Marco vuole una storia da raccontare ai compagni. Ha importanza se sia le verità oppure no?

Essere soli non è male. Essere circondato dalle persone sbagliate è molto peggio.

I temi, delicatissimi e sempreverdi, vanno dalla rabbia repressa al bullismo, dell'isolamento alle onde sismiche del rancore. Peccato per l'abuso di luoghi comuni, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi: i bulli fumano e indossano il chiodo; il guardiano ha un occhio guercio e un alano nero al seguito; Marco ha un armadio total black, un amico in sovrappeso, una mamma troppo presa delle frequentazioni occasionali per curarsi di lui, una manciata di professori ciechi e sordi davanti alle prepotenze. Storia di due solitudini allo specchio, Chiodi attinge a un immaginario lugubre e malinconico. Piace quando è di corsa, fra le lapidi del cimitero, ma fa storcere il naso per la prevedibilità degli altri scenari. Schiena scrive in punta di penna. Concede ai lettori un finale amaro il giusto, ma non calca la mano per eccessiva prudenza. Ne viene fuori una morality play poco sfumata, ma al contempo senza colori decisi. Una vicenda a tinte forti né abbastanza oscura da inquietare, né abbastanza luminosa da regalare speranza agli afflitti. Come il suo protagonista, al crocevia tra infanzia e adolescenza, sceglie di mantenersi insomma in una zona liminare, dove il Pinocchio in copertina fatica a diventare un bambino vero. Sulla soglia del camposanto. Nel limbo delle occasioni mancate.

Il mio voto: ★★
Il mio consiglio musicale: Fabio Concato - Fiore di maggio

6 commenti:

  1. Il Pinocchio in copertina in effetti mi chiamava, ma leggendo il risvolto di copertina non ho sobbolzato....
    Forse a lettori più giovani con meno libri alle spalle potrebbe stuzzicare 🤔

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    1. Ai miei alunni lo consiglierei per l'estate. Ma io, purtroppo, mi sono sentito troppo smaliziato per reggerlo.

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  2. I libri che hanno come temi bullismo, ragazzini emarginati, amicizia... solitamente mi attirano sempre e infatti ci avevo fatto un pensierino su questo libro.
    Un'occasione mancata, mi pare di capire, per cui per ora passo :-D
    Ciao michele!

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  3. Your post was a standout! Your writing is top-notch. Keep up the excellent work and write more!

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