giovedì 6 luglio 2023

Recensione: Dove nascono le ombre, di Lavinia Petti

| Dove nascono le ombre, di Lavinia Petti. Mondadori, € 20, pp. 367 |

In estate ho guadagnato centimetri in altezza. Ho iniziato a preferire i boxer in spiaggia, imbarazzato dalla prima peluria. Mi sono innamorato. L'estate resta il tempo in cui si cresce. Ho iniziato a odiarla, forse, da quando ho smesso. Cristallizzato in questa anonima forma adulta, ho preso a lamentarmi soltanto dei difetti dell'afa in città. Ma le cose belle succedono nella bella stagione. E, da ragazzino, non ho fatto eccezione neanch'io. Dai miei nonni leggevo Harry Potter sui gradini e mi sentivo già grande. Ma sotto il sole della controra bramavo poi di sentirmi piccolo, piccolissimo, appresso agli altri bambini del circondario: randagi che sarebbero andati via come me, a settembre, e di cui non avrei avuto più notizie. Recentemente ho chiesto di loro a mio fratello – il solo testimone di quei giorni lontani, a parte me – per sincerarmi che non fossero tutti parte di un lungo sogno. A mettere in moto questa eccezionale macchina del tempo fatta di ricordi e disincanto, curiosità e nostalgia, è stato l'ultimo romanzo di Lavinia Petti: amatissima sin dall'esordio, mi ha sempre portato lontano. Questa volta, invece, mi ha portato vicino: più vicino a me stesso.

Ho fatto sogni che mi sono sembrati più veri dell'estate dei miei dodici anni.

Sono tornato ad avere dodici anni in un paesello della Campania e a credermi il re di una tribù selvaggia. Ho corso a perdifiato, costruito un fortino, origliato i segreti degli adulti. Ho sperato, invano, di non diventare uguale a loro. Questo romanzo è per i fan di Ferrante e King. Per tutti coloro che hanno barattato un bosco per un giardino di cemento, e ne stanno ancora smaltendo il trauma. Abbarbicato in cima a una collina, il Paradisiello ha leggi tutte sue e le cicatrici profonde della Seconda guerra mondiale. Siamo negli anni Sessata. Elia fa le scuole medie, ha appena perduto la sorellina, è attratto dai brividi freddi di Edgar Allan Poe e Ai confini della realtà. I suoi nuovi amici lo chiamano il “poeta”. Cova in sé un gusto per il macabro che li seduce tutti e ha un occhio attentissimo con cui rimesta a piacimento fra le violenze, i peccati e gli amori degli altri condomini. Nell'affidarlo alle cure della zia Giovanna, il padre gli ha promesso che vivrà l'estate più incredibile della sua vita. Lavinia Petti tiene fede alla parola del genitore. Dove nascono le ombre ama scorrazzare nei venti ettari di un rigoglioso giardino condominiale, di cui tuttavia è severamente vietato cogliere i frutti, e spingersi oltre i confini di un bosco grande quanto l'oceano. Si mormora che laggiù, vent'anni prima, sia sparito il giovane Nino Basile: fu opera del diavolo? I protagonisti, per ammazzare il tempo, cercano risposte fra gli alberi. Ma il loro gioco, oltre a scomodare una tragica verità, li porterà allo scontro con la generazione precedente e, soprattutto, a perdere l'innocenza primigenia. Gli adulti sono guasti. È possibile ingannare le lancette dell'orologio e restare bambini? Niente dura per sempre. Amaramente, ce lo ricordano l'autrice partenopea e la sua inconfondibile voce da cantastorie.

È a questo che servono le storie, poeta? A ricordare le cose dimenticate? A cercare quelle perdute? Ad aggiustare quelle rotte?

Il suo terzo romanzo è una fiaba nerissima di boschi senzienti e cani famelici, in cui la cosa più spaventosa resta l'inevitabile: il divenire. C'è da avere paura degli uomini in giacca e cravatta, non di quelli che portano maschere di cervo. C'è da sperare che la natura sopravviva ai venti della civilizzazione, e che ci sopravviva. Sorretta da una morale ecologista sorprendentemente attuale, la lettura avrebbe incantato il Michele bambino che nel silenzio di una casa addormentata, in mutande e canottiera, era solito divorare romanzi di formazione e gialli. Oggi, invece, ha finito per commuovere un adulto diventato tale senza nemmeno accorgersene: uno che ha perso e si è perso, che ha giurato e poi se l'è rimangiato, che ha preferito il grigiore di Londra alle fate dell'Isola che non c'è. Lavinia Petti ci ricorda che ogni storia di fantasmi è una storia d'amore. E che alcune ombre vanno custodite e coltivate, coccolate, perché temono la solitudine. C'è vita nell'oscurità di certi tunnel; ha vita il buio. Onoriamolo. Ciò che non si dimentica non muore mai.

Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Madame – Aranciata

15 commenti:

  1. Accipicchia, mi hai lasciata senza parole! Scrittura meravigliosa mi hai invitato senza sforzo a leggerlo.
    La vita scorre e corre, buon tutto, caro Michele!

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    1. Ciao Lory, come stai? Grazie, come sempre. Sto leggendo un altro romanzone bellissimo, Sul lato selvaggio. Mai letta la McDaniel? Un abbraccio.

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  2. Ho tre libri suoi di cui uno di poesia, quello che stai leggendo tu non ce l'ho, buono a sapersi. Avevo iniziato 'Il caos da cui veniamo' poi abbandonato, certi libri necessitano di spazio e concentrazione.
    Io sto leggendo 'Tre' della Perrin
    Sto così così, anno difficile.
    Spero che il tuo anno scolastico sia stato quantomeno interessante...

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    1. Interessante, ma non entusiasmante. Non faccio i salti di gioia al pensiero di tornare a settembre. Non conservo molto ricordi. Tanta fatica, tanta superficialità, ma per fortuna colleghi bravi. E Torino è bella, sì.

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    2. Come mi piacerebbe che tu ne facessi un post! Ho proprio la necessità di condividere pensieri perché a volte mi sento davvero un pesce fuor d'acqua se parli di superficialità e aggiungo fretta e....basta!
      Raccontaci quando hai tempo della tua passata esperienza da professore questo tuo anno....per il resto, grande invidia per il fatto che vivi a Torino, città che porto nel ❤️.

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    3. Buongiorno! Ne ho scritto un breve post su Instagram alla fine delle lezioni, cerco di allegare il link ❤️

      https://www.instagram.com/p/CtTMdmOsRha/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==

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    4. Non sono sui social ma grazie comunque 😉

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    5. Puoi leggerlo comunque, basta incollare il link sul motore di ricerca, il profilo è pubblico :)

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    6. Boh, a parte 2 righe non mi dà possibilità di leggere altro, sono negata in queste cose.....mi è spiaciuto leggere il tuo disappunto e avrei letto volentieri, sono certa comunque che avrai lasciato un impatto positivo, certo oggi il mondo va veloce, un'epoca in cui faccio fatica a ritrovarmi, ma tu che sei giovane non scoraggiarti, magari cerca di fare meno fatica e arrivare non dico a metà strada ma a volte anche i film insegnano come aggirare/superare l'ostacolo, certo la realtà è altra cosa, ma sei solo all'inizio.....
      Spero di non avere detto cose a caso, un giorno quando avrai più voglia, dopo le ferie, al tuo rientro magari sarai arrivato a qualche conclusione e allora ci racconterai. Un abbraccio.

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  3. La memoria è l'immortalità degli eventi, dei sentimenti, del passato che non cade nell'oblio. Se per risvegliarlo occorre una storia, ben venga. Se poi a raccontarla sei tu anche le ombre si mettono in ascolto e noi con loro :)

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    1. I tuoi commenti, ormai, sono piccoli post a sé. Bellissimo leggerti, grazie.

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  4. Non si smette mai di crescere!
    Scusa per la banalità, ma ci stava XD

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  5. Michele ma questo romanzo deve essere mio (⁠✷⁠‿⁠✷⁠)
    Non Conosco questa autrice per cui grazie per questa bella recensione!!

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