lunedì 13 dicembre 2021

Recensione: Nuotare nel buio, di Tomasz Jedrowski

| Nuotare nel buio, di Tomasz Jedrowski. Edizioni E/O, € 17, pp. 200 |

È difficile avere vent'anni nella Polonia degli anni Ottanta. Divisa tra Unione Sovietica e Germania, tra cattolici e protestanti, è sottoposta a un regime politico talmente oppressivo da ricordare un romanzo distopico. Sferzata dal vento gelido, piena di disperati in fila sull'uscio dei banchi alimentari e di sovversivi costretti a diffondere le loro idee in clandestinità, la città di Varsavia vive un momento storico di assoluta cupezza. In un contesto eccezionale è forse possibile trovare spazio per sentimenti ordinari, umani, come l'amore, il desiderio o la gelosia?

Non abbiamo detto niente. Ci siamo guardati, già oltre le parole. Io di fronte a te, noi che respiravamo vicini. Sono entrato nel tuo cerchio. Ho raggiunto il tuo corpo in attesa, il tuo viso disteso, le gocce sulle tue labbra. Hai stretto le braccia attorno a me. Con forza. E poi siamo diventati un solo corpo che galleggiava nel lago, senza peso, senza mai toccare il suolo.

Ludwik, studente universitario fresco di laurea, trascorre l'estate in un campo agricolo: insieme ai coetanei viene educato all'obbedienza e al patriottismo cavando barbabietole da zucchero e silenziando pensieri sconvenienti. Ragazzo di città cresciuto in una casa di sole donne, sogna un dottorato e l'Occidente. Ribelle a modo suo, infrange le leggi acquistando libri proibiti: cosa intuirebbero gli altri a proposito della sua sessualità se sapessero che di nascosto legge e ama La stanza di Giovanni? Il capolavoro di Baldwin fa da ponte tra lui e Janusz: un ragazzo di campagna che condivide le sue stesse pulsioni. Complici Baldwin e la notte, i protagonisti possono svelarsi e innamorarsi in quell'acqua scura, fredda, misteriosa, in cui a volte sembra quasi di volare. Cosa sarà di loro, tuttavia, una volta arrivato settembre? Evocativo ma un po' scontato nella prima parte, l'esordio di Tomasz Jedrowski spiazza e appassiona nella seconda. Chiusa la parentesi estiva, vicinissima ai languori di Aciman, Nuotare nel buio diventa una storia di maturazione e resistenza con un ritmo da film di spionaggio.

Sei tu quello che vuole scappare. Tu quello che sta cercando di costringermi. Non puoi forzare le persone ad amarti nel modo in cui desideri.

Tornati in città, separati dalla grigia routine, i protagonisti si scoprono innamorati ma distanti. Mentre Ludwik è un idealista convinto – un sognatore, lo definisce l'altro –, Janusz è convinto che sia necessario scendere a patti con il socialismo per trovare illusoria salvezza. Il primo non vede un futuro lì, l'altro sì. Per una vita migliore è necessario espatriare? È meglio sentirsi liberi o perduti? Si può sfuggire al sistema, al giudizio degli altri, e magari a sé stessi? Accompagnato da un sorriso triste, lo stesso che accomuna tutti noi negli anni del disincanto, il romanzo di Tomasz Jedrowski racconta attraverso l'impiego di un'intima seconda persona le turbe, la vergogna, le speranze, gli sconvolgimenti interiori e quelli esteriori. In una Varsavia miserabile, benché già aperta alle mode del cinema europeo e al glam rock, i protagonisti vivono a distanza ravvicinata interrogatori spaventosi e attimi di assoluta bellezza: nel capitolo che ho preferito, obnubilati dalle sostanze stupefacenti, giocano a nascondino nel bosco, nudi come i satiri e i fauni di una poesia di D'Annunzio. Nuotare nel buio studia la geografia del corpo maschile e quella, inedita, di una città separata dal fiume Vistola – nonché dalla tentazione di piegarsi o, in alternativa, spezzarsi.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: David Bowie – Warszawa

4 commenti:

  1. Ho visto che lo avevi in lettura, e aspettavo la tua recensione per inserirlo nella lista dei desideri. Ora c'è.

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    1. Grazie mille, Kate (e perdona per il ritardo, con il lavoro di mezzo vi leggo sempre in differita). E/O sforna perle su perle. Di recente ne ho amato un altro, di cui forse parlo domani!

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  2. Una vicenda coming of age 80s che potrebbe piacermi.
    Che sia una specie di È stata la mano di Dio ambientato in Polonia, anziché a Napoli?

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