mercoledì 19 giugno 2019

Recensione: Doppio vetro, di Halldóra Thoroddsen

|Doppio vetro, di Halldóra Thoroddsen. Iperborea, € 15, pp. 128 |

Osservare la vita in differita per non lasciarsi scalfire. A una certa età, sedersi accanto a una finestra e aspettare. L'inevitabile va accolto sferruzzando, facendo il conto di tutte le volte in cui il telefono squilla per annunciare che un altro amico è passato a miglior vita. Ma qualcosa, qualcuno, a sorpresa ha il potere di risvegliare il desiderio del mondo esterno. Come ignorare la chiamata di una seconda opportunità? La protagonista, sulla soglia degli ottant'anni, lavora a maglia, scribacchia i propri pensieri, scruta: il divario generazionale, la prevedibilità di storie destinate nel bene e nel male a ripetersi, il disinteresse di quei nipoti ormai disaffezionati alle favole della buonanotte. Pur considerandosi un residuo del secolo passato, a modo suo cerca di stare al passo. Nella Parigi degli anni Cinquanta, d'altronde, frequentava gli intellettuali alla moda e studiava matematica per accontentare la famiglia intransigente, filosofia per diletto. 
Il mondo è cambiato in fretta, e i telegiornali le portano notizie dal mondo direttamente in soggiorno. Nei giorni storti, infatti, perfino la caduta del governo o una manifestazione studentesca risultano essere fiammelle sparute contro le giornate buie dell'inverno nordico. Invecchiando, la vedova ha imparato ad apprezzare gli uomini medi, un po' noiosi. Invecchiando, sono cambiate le priorità imminenti: in caso ci si innamori, non si parlerà più di andare in vacanza bensì di case di riposo da mettere al vaglio.

La passione richiede sacrificio. Sempre la stessa storia, eterni sacrifici. Ma la vecchiaia non deve bruciare tra le fiamme, semmai tenere vive le braci. Prendersene cura, badare alla continuità. “I desideri non si avverano in un attimo pavido”, le sussurra una voce dentro di lei. Vuole davvero rallentare la discesa, raffreddare il fuoco per pura e semplice grettezza e starsene a casa con i suoi doni?

Affezionata alla propria autonomia, la protagonista biasimava i coetanei che cercavano un partner a ogni costo. Ma in una caffetteria è saltato fuori Sverrir, arzillo ma non troppo, con un'onorata carriera da chirurgo alle spalle e una famiglia negli Stati Uniti: fra loro mancheranno il fuoco e lo struggimento, ma senza etichette si godono comunque nella buona e nella cattiva sorte una convivenza guardata di cattivo occhio dagli eredi. Che pensano maliziosamente al sesso vissuto a fatica, ai risparmi sperperati e, invano, desidererebbero condurli sulla retta via. Agli occhi degli altri questi innamorati della terza età non sono niente. Possono forse viversela senza promesse solenni, con tanto di ex sospettose fra le scatole? Quale nome si leggerà per primo sui necrologi? 
Il doppio vetro dell'ultimo successo Iperborea ammortizza la pioggia, il sole e il vento. I suoni e i rumori violenti. Le emozioni, mai. Dall'altra parte, tuttavia, qualcosa si perde. Sommesso, essenziale, delicatissimo, il romanzo della Thoroddsen incanta e lascia estranei quanto o più di Le nostre anime di notte: storia d'amore e senilità, interrotta in fase di scrittura dalla scomparsa dell'autore Kent Haruf. Al punto da risultare più vicino al racconto che al romanzo; una vicenda irrisolta. Le padrone di casa restano per tutto il tempo prive del nome di battesimo. Alcuni comprimari entrano ed escono disordinatamente: a volte senza annunciarsi, altre senza congedarsi. La leggerezza impalpabile dello stile, insieme a coloriture politiche poco lampanti agli occhi dei lettori disinformati, piacciono a metà.

È brutto non sentire se si è vivi.

Come superare la paura di morire? Ci si rifugia prima in casa, poi nell'illusione di un amore speciale perché tardivo. Infine, nei vaneggiamenti della fantasia: la testa persa fra le nuvole, come succede al soggetto della meravigliosa copertina illustrata. Romanzo realistico e quotidiano, benché perdutamente proiettato nella dimensione poetica del sogno per contrastare così l'avanzata dell'oblio, Doppio vetro si legge in un pomeriggio dolce-amaro. E lascia di pari passo fascino e confusione, davanti a una sensibilità, a un lirismo, così diverso dai nostri. L'Islanda non è soltanto un punto sulla carta geografica, ma tutto un mondo di nomi impronunciabili, scenari mozzafiato e politici fanfaroni. È un altro mondo, lontano dal mio gusto, di raccontare e raccontarsi. A cuore aperto, a porte chiuse.
Il mio voto: ★★½
Il mio consiglio musicale: Ornella Vanoni - Domani è un altro giorno

14 commenti:

  1. Le tue recensioni mi piacciono sempre, adoro come scrivi... e se per te è un quasi no, allora niente ;)

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  2. Mi incuriosiva, e parecchio... Ho letto qualche recensione sporadica sul web, e non mi era sembrata una lettura malvagia 😊😊 a me però le atmosfere surreali e oniriche piacciono, dunque... Ci farò un pensierino 😊😊

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    1. Infatti, Gresi, non lo sconsiglio. Sono in difetto io, uscito troppo dalla comfort zone. Degli Iperborea mi è piaciuto davvero soltanto Isola.

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  3. Lo avrò guardato in libreria, ma un due e mezzo.... O pensi che a me possa piacere di più? Lea

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    1. Dipende dalla tua familiarità, Lea, con la narrativa nord-europea. Io ci provo puntualmente, le copertine Iperborea sono sempre un bel vedere su uno scaffale di casa, ma boh: trattandosi di una storia d'amore, alla fine, avrei preferito più cuore.

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  4. "Le nostre anime di notte" è un libro che mi è rimasto nel cuore. La poesia delle sue pagine accarezza l'anima e non vorrei perdermi nel sogno di "Doppio vetro". Tuttavia c'è un vocina in me che dice:"Dagli un'oppurtunità". Tu che dici, bisogna ascoltare la voce o far finta di niente? :)

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    1. Se a Simi l'ho sconsigliato, con te invece non mi sento di farlo. Anzi, come scrivevo sono in difetto io. Altrove è un libro molto amato, in particolare dalle lettrici!

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  5. Il prossimo sogno da realizzare è volare in Islanda, prendo appunti sui i libri da portarmi e anche se non ne sembri troppo entusiasta, questa ottantenne già mi incuriosisce. Per il momento in lista assieme a Reykjavik Cafè :)

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    1. Questo apprezzato a metà, letto e dimenticato, sarà che i vecchini mi piacciono quando commuovono. In quanto al viaggio in Islanda: che meraviglia, spulcia tutto il catalogo Iperborea. Qualcosa trovi recensito anche sul blog.
      E leggi Divorare il cielo, in uscita a giorni anche in economica: fa tappa in quei luoghi nel finale. :)

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  6. Se mi nomini Kent Haruf che io ho adorato, mi tenti e non poco.

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    1. Però tanto è emozionante Haruf, quanto è distaccata l'autrice. Non so se ti piacerebbe...

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