venerdì 8 luglio 2022

Recensione: Less, di Andrew Sean Greer

Less, di Andrew Sean Greer. La nave di Teseo, € 19, pp. 292 |

L'animo devi cambiare”, scriveva Seneca, “non il cielo”. Che male c'è, però, nello scappare per un po' lontani da noi stessi – pensierosi e tutto, ovvio, ma diretti verso mete dalla vista mozzafiato? Arthur Less, il primo degli inetti o forse l'ultimo dei romantici, fa in quattro e quattr'otto i bagagli e coglie al balzo l'opportunità di fuggire dal malumore: è una corsa tragicomica, la sua, contro il tempo (sta per compiere cinquant'anni), le responsabilità (il suo nuovo romanzo, bocciato dall'editore, ha bisogno di essere riscritto) e il crepacuore (il suo compagno convola a nozze, e non con lui). Si muove da San Francisco fino al Giappone, con innumerevoli tappe intermedie (tiene un reading in Messico, ritira un premio a Torino, presiede a un corso di scrittura creativa in Germania, attraversa il deserto in Marocco). Porta con sé, fra le altre cose, l'inseparabile completo blu pavone e un ago da cucito per rammendarlo all'occorrenza. In ogni paese, alla stregua di James Bond, sedurrà bellissimi forestieri e si affiderà alla saggezza di confidenti inaspettati. Tra check-in, jet lag e fusi orari, tuttavia, avrà parecchia difficoltà ad arginare il sopraggiungere dei ricordi – e a padroneggiare le insidie della lingua tedesca.

Less supponeva da sempre di essere inetto come scrittore. Inetto come amante, come amico, come figlio. Ma a quanto pare la sua condizione è ancora peggiore: lui è inetto a essere se stesso.

Raccontato da un narratore onnisciente, la cui identità è tenuta segreta fino a un passo dalla fine, Less potrebbe essere saltato fuori da una striscia a fumetti o da un film di Jacques Tati: eterno Peter Pan, si muove nel mondo con il candore e la goffaggine di un bambino, ma ha in sé un animo tragico che neanche il grande potenziale comico riesce a camuffare. Omosessuale di mezza età, scrittore mediocre all'ombra di colleghi ben più blasonati, mette alla berlina la vanagloria del microcosmo editoriale ed esprime il disagio di chi, sopravvissuto alla generazione decimata dall'Aids, invecchia in solitaria con sommo orrore. Mentre in gioventù ha voluto brillare della luce riflessa di un celebrato poeta d'avanguardia, nella maturità si è legato a un toy boy: ne è uscito con il cuore spezzato e con il conforto della sola compagnia di sé stesso.

Tu hai la fortuna di un personaggio comico. Sfortunato nelle cose che non contano, fortunato in quelle che contano. Io mi sono fatto l'idea, anche se tu probabilmente non sarai d'accordo, che tutta la tua vita sia una commedia. Non solo la prima parte. Tutto. Non hai mai smesso un attimo di combinare pasticci e ti sei comportato da sciocco, hai frainteso e parlato a sproposito e sei andato a sbattere contro tutto e tutti quelli in cui ti imbattevi lungo il percorso, e hai vinto. E non te ne rendi neanche conto.

C'è ancora spazio per l'amore? O il segreto per essere felici, da adulti, è chiudere le porte a Cupido e aprire le ante del frigorifero? Il lieto fine è una bufala, come affermano i cinici? Leggerissimo, sofisticato, cangiante e sgargiante, il romanzo di Andrew Sean Greer gli è valso il Pulitzer – forse non troppo meritatamente, ma non importa – e ha confermato il talento narrativo dell'autore, già apprezzato con La storia di un matrimonio. I suoi veri meriti non stanno tanto nel ricco itinerario suggerito, né nelle riflessioni agrodolci sul mestiere dello scrittore o sul divenire delle relazioni sentimentali, bensì nella brillantezza con cui vengono rovesciati i toni e le situazioni. A ben vedere, quella del nostro protagonista è una lacerante storia di inadeguatezza e viaggi a vuoto: una tragedia in cui ogni comprimario è una finestra a specchio per ingannare i morsi dell'abbandono. Greer, però, ci lascia inforcare degli occhiali speciali e la vita, così, perfino quella più derelitta, ci appare una divina commedia dalle selve oscure magicamente screziate di rosa: anzi, di uno sfavillante “blu lessiano”. Lo custodirò con cura, per rileggerlo – e comprenderlo meglio – a cinquant'anni.

Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Pinguini Tattici Nucleari – Freddie

10 commenti:

  1. Buongiorno!
    "Chiudere le porte a Cupido e aprire le ante del frigorifero?"....mi hai fatto sorridere.
    Intanto dalla tua recensione mi hai fatto venir voglia di recuperare "La storia di un matrimonio", mi sembra ti abbia colpito di più.
    Allora ti scrivo in O.T. tutto sotto questo post, dunque, terminato già da un po' Randagi, mi sono ritrovata perfettamente con la tua recensione, a un certo punto sembra che lo scrittore abbia affidato la scrittura a qualcun'altro, perché prende una direzione un po' strana, ho avvertito una sensazione di perplessità esattamente come te.
    Ho saputo che Spatriati ha vinto lo Strega, ci sarà da recuperarlo dunque.
    Cinema: scrivevi sul blog del Cannibale in merito a Sandler del suo film "Reign over me", visto ieri sera, gran bel film, ottimo suggerimento!
    Ciao Michele, buon tutto!

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    1. Ciao Lory, come stai?
      Sì, La storia di un matrimonio è ben più meritevole, ma ho voluto bene anche a Less: leggero e malinconico come piace a me.

      Randagi, come sai, non mi ha impressionato. Tanto amore, invece, per Desiati.

      Che grande Sandler in quel film! Presto faccio un post riassuntivo anche sui film visti. :)

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    2. Non un periodo felice per la salute purtroppo, esami in corso 🤞
      Tanti bei libri che meritano, ultimamente ho iniziato il libro di Ermal Meta, ma non sono concentrata.
      È più facile coi film, in questo campo ho veramente fatto il pieno di recuperi e nuove scoperte.
      Il miglior film visto in sala in questi sei mesi: "After love" purtroppo non ricordo il regista.
      Recupero più commovente "The Elephant Man".
      Migliore libro letto in questi primi sei mesi: "Atti umani" di Han Kang.
      "Reign over me" è un gran bel film e Adam Sandler è notevole, ma è la storia tutta che commuove e ti prende.
      Attendiamo dunque il tuo recupero visioni molto atteso 👋

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    3. "After love" regista Aleem Khan
      ciao Michele!

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  2. Un giro del mondo per allontanarsi dai problemi? Affrontare la vita non è sempre facile e non si può sfuggire da noi stessi. L'amore ci salverà?

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    1. Non si può sfuggire, ma ogni tanto qualche meta turistica e gli imprevisti del viaggio aiutano a mettere ordine. :)

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  3. Avrà anche vinto il premio Pulitzer, ma non è che mi ispiri molto...
    Credo comunque che all'autore del libro del mio poco interesse poco interessi. Lui intanto in casa c'ha il Pulitzer. :)

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  4. Il protagonista dev'essere un tipo particolare, di quelli che - vuoi o non vuoi - ti restano impressi per i loro continui pasticci, i loro errori, le follie, le contraddizioni. Ci sta che avvicinarsi ai 50 metta in crisi, Less ha la mia solidarietà (non sono sulla soglia dei 50, ma comunque ho passato i 40 :-D ).
    Come sempre, è bello venire da te e, non di rado, conoscere libri cui non avrei dato molta attenzione.
    Ciao Mic <3

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