sabato 7 maggio 2022

Recensione: Giorni felici, di Zuzu

| Giorni felici, di Zuzu. Coconino Press, € 25, pp. 448 |

Claudia ha circa la mia età e qualche volta perde il controllo. All'apparenza identica ai miei coetanei, tanto negli sfrenati sogni ad occhi aperti quanto nello struggente smarrimento generazionale, spesso abbandona i tratti umani per trasformarsi in una sfinge con tanto di ali, coda e artigli. Le capita nei momenti di massima alterazione, quando il sesso, la gioia o la rabbia mandano il suo autocontrollo a fanculo. Eccessiva e teatrale nei modi, vorrebbe fare della propria esuberanza un mestiere. Eccola, quindi, salutare con un bacio l'amorevole fidanzato Piero e tornarsene a Roma per un provino: come reggere l'ansia da prestazione se nel frattempo ci mette lo zampino anche un ex di vent'anni più grande mai realmente dimenticato? Le novità e i ricordi minacceranno di mandarla in pezzi.

Insegnami come si fa... a parlare con le pietre.

Raccontata tra passato e presente – fino ad annullare qualsiasi dimensione spazio-temporale grazie a un poetico slancio d'ali –, l'irrequietezza tutta contemporanea di Claudia viene immortalata attraverso le campiture disordinate e i tratti volutamente infantili di Zuzu. La fumettista casertana, appena ventiseienne, firma un graphic novel rosso sfacciato di cui ogni pagina – intima, dolente, stranissima – minaccia lacrime come il season finale di Fleabag. Giorni felici cita un capolavoro drammaturgico di Thomas Becket – Claudia, al provino, si cimenterà con un monologo indimenticabile del personaggio di Winnie: una donna sopraffatta dalle tragedie, eppure sorprendentemente felice di stare al mondo – e tratta con approccio surreale le relazioni tossiche, gli attimi di autocommiserazione, la speranza mista a terrore di fidarsi di un'altra persona. Dolcemente complicata, a tratti respingente per via dell'efferatezza di alcune immagini, la lettura mi ha conquistato con la sua schiettezza animale e mi ha emozionato con la consapevolezza, tutt'altro che banale, che spesso ènecessario trovare un centro di gravità per non volare via. Cos'è l'amore? Zuzu interroga sé stessa e i suoi protagonisti; perfino le pietre. E ci dice che a volte è un inferno in terra; altre una crostata con crema e fragoline di bosco così deliziosa da farci dimenticare, d'un tratto, l'obiettivo di puntare alla luna. L'importante è trovare una persona così buona da scambiare il nostro strabordante caos interiore per coraggio. Beato chi non la capirà, Claudia. Beato chi così fuori (posto, dal mondo, di testa) giura di non essercisi mai sentito.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Carmen Consoli – Parole di burro

3 commenti:

  1. Ancora non sono entrato nel tunnel... volevo dire nel mondo delle graphic novel. Ma chissà, magari in futuro.

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  2. Mi piacciono le graphic novel e questa storia oltretutto mi attira molto. Non so però se fosse stato in prosa lo avrei preso in considerazione.

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