giovedì 30 dicembre 2021

[2021] Top 10: Le mie serie TV

10. The Great: Dall'autore di La favorita, una scoppiettante riflessione sul potere, e sulle donne al potere, storicamente accurata nonostante i toni post-moderni. Fanning e Hoult, esilaranti zar di Russia, si confermano tra i migliori attori della loro generazione. Huzzah!

9. Sex Education: Una serie che cresce, stagione dopo stagione, e la terza è la più bella tra tutte. Matura e inclusiva, elogia il sesso e condanna il sessismo. Dà voce a ogni identità, mette in mostra ogni corpo. Ti insegna a stare meglio al mondo – e con più leggerezza.

8. Master of None: Ansari torna per spiazzare e, forse, scontentare. Il terzo atto della sua serie, questa volta con al centro due donne desiderose di diventare madri, è un ritratto bergmaniano a cui mi sono abituato in fretta. Non me ne vorranno Isaac e Chastain: Naomi Ackie, straordinaria, è una padrona di casa più indimenticabile di loro.

7. Them: La piaga del razzismo raccontata come se fosse un horror. A differenza del cinema di Peele, questa nuova serie antologica non procede per metafore. Ma la storia della sopravvivenza degli Emory – afroamericani in un quartiere bianco degli anni Cinquanta – riempie di disgusto e indignazione. Stando ai tragediografi greci, la catarsi passerebbe da lì.

6. WandaVision: Una deliziosa congiunzione tra il cinecomic e l'essai. Il ritratto sovrumano del più umano dei sentimenti – l'elaborazione –, nonché un atto d'amore verso l'amore in sé e le serie televisive: sono loro, ben più dei supereroi, a salvarci dai conflitti, dall'isolamento e, qualche volta, perfino da noi stessi.

5. Maid: Dagli autori di Shameless e Promising Young Woman, un'ordinaria vicenda di coraggio sorretta da un cast straordinario in cui giganteggiano Margaret Qualley e Andie MacDowell. Madre e figlia anche nella realtà, minacciano continuamente di andare in pezzi. Ma, miracolose fino all'ultimo, non si romperanno mai.

4. Strappare lungo i bordi: Zerocalcare è la voce di una generazione vicina alla mia tanto nella pazza gioia quanto nella disperazione. Non abbiamo linee tratteggiate da seguire, né forbici per realizzare un lavoro di precisione. Strappiamo, e ci strappiamo. Siamo stracci, coriandoli. Siamo tagli. Nichilisti con brillantezza, ce lo ricordano uno spiantato artista romano e il suo armadillo.

3. Foodie Love: Il Normal People della generazione successiva, il Prima dell'alba al tempo degli algoritmi. Disponibile su RaiPlay, è un intrattenimento loquace, colto e spudoratamente sexy. Un gioiellino pieno di carnalità e di ristoranti affollati, da condividere con qualcuno che ami.

2. Anna: La serie di Niccolò Ammaniti è violenta, grottesca e imprevedibile, come i suoi bambini post-apocalittici che a volte ammazzano e altre vengono ammazzati. E, dal basso della sua statura e dall'alto della sua saggezza, fornisce strumenti impensati per trasformare l'incubo del virus in una bellissima favola del terrore.

1. It's a sin: Un gruppo di amici e l'avvento dell'Aids. L'ansia, le bugie, il negazionismo, il terrore del contatto fisico. Attuale come non mai in tempi, la serie del creatore di Years and Years è un tornado emotivo. A tratti prende a schiaffi e a tratti risolleva gli animi, con una dimensione corale degna di una sitcom irrinunciabile. 

8 commenti:

  1. WandaVision e Foodie Love, due belle serie, anche se ho preferito la prima alla seconda, mentre Anna non mi ha convinto fino in fondo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo le esplosioni finali di WandaVision mi hanno disturbato, uff!

      Elimina
  2. Ho visto solo Strappare lungo i bordi, e devo ancora recuperare la terza di Sex Education :)

    RispondiElimina
  3. Condividiamo molti titoli anche se Anna non è riuscita ad essere né una bellezza né una delusione così grande da rientrare da me.

    Numero 1 a sorpresa, puntavo su Foodie Love, ma visti i fazzoletti spesi come non capirlo!
    Proprio in queste mattine di ferie mi sto mettendo al passo con la seconda stagione di The Great, meno incisiva e con episodi forse troppo lunghi per i toni che ha, ma alla corte di Russia si sta comunque bene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io sto andando a passo di gallina con la seconda di The Great, però la prima, recuperata quest'anno, era stata una bombetta! ;)

      Elimina
  4. Bravo che mi hai ricordato che devo iniziare The Great 2. Sta lì da un po' in lista di attesa, devo recuperare!

    Le altre piaciute quasi tutte. Contento che Foodie Love abbia trovato un posto in alto.
    It's a Sin dopo un inizio leggero diventa devastante, il primo posto ci sta.
    Anna una bella sorpresa. Non mi ha convinto da subito, ma dal terzo episodio in poi è grandiosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho scelto non tanto le serie più belle, quanto quelle più rappresentative per raccontarci. Però c'è stato bisogno anche della leggerezza radical chic degli spagnoli!

      Elimina