venerdì 5 febbraio 2021

Let's talk about sex: Pure | Bonding S02 | Big Mouth S04

Marnie pensa al sesso. In continuazione. A occhi aperti e chiusi, immagina di vedere attorno a sé ventri, capezzoli, sederi; incesti, amplessi, ammucchiate anti-Covid. È una sex addicted come Michael Fassbender in Shame? È etero, omo, o forse bisessuale? Quelli che la tormentano sono le classiche paturnie di un disturbo ossessivo-compulsivo? Venticinquenne, protagonista di una logorante lotta contro sé stessa, la giovane sbriga lavori saltuari, alza troppo il gomito, vive a scrocco a casa di un'amica londinese. Inquieta e fuori posto, con i frequenti sguardi in camera del primo episodio e la sua bellezza tutta contemporanea, ricorda perfino un po' l'iconica Fleabag. Possibile mai che una serie così fresca, così pionieristica, sia stata subito cancellata in patria? Possibile che dovessimo affidarci a RaiPlay – solitamente molto pudico – per goderci il romanzo di formazione di una presunta pornomane? A dispetto dell'originalità dell'incipit, Pure esaurisce presto le sue carte vincenti. All'inizio prontissimo a farvi scoprire una chicca nascosta, di episodio in episodio ho iniziato purtroppo ad avvertire una certa insofferenza verso i comprimari – l'amico dongiovanni in astinenza, la collega lesbica, il coinquilino sexy –, inseriti soltanto per ampliare il minutaggio. Episodi più brevi avrebbero giovato, insieme ai riflettori puntati solamente sul talento comico di Charly Clive: Pure funziona a meraviglia quando c'è lei in scena, ma si perde poi nei mari di sbadigli delle sottotrame superflue. Insomma, lungi da me piangerne la prematura cancellazione: ben venga però un prodotto così, per rassicurare tutti gli spettatori in crisi per via della loro sessualità. Ci qualificano le nostre azioni; non i nostri pensieri – peccaminosi. (6,5)

Ci avevano aperto le porte del mondo del BDSM con sfrontatezza, autoironia e piglio inguaribilmente indie. Sebbene in sordina, i protagonisti di Bonding – piccola serie che ai tempi avevo consigliato in lungo e in largo, sulla scia dell'entusiasmo per The End of the Fucking World – sono tornati in una seconda stagione tutt'altro che attesa dal pubblico degli abbonati Netflix. Con il senno di poi, dopo averla vista e dimenticata nell'arco di due serate, posso dire a malincuore che nessuno ne avrebbe sentito realmente la mancanza. La mistress Tiff e l'amico Pete, allievo aspirante, vanno a scuola di sadomaso dopo essersi inimicati gran parte della comunità fetish. Prigionieri di una doppia vita, tentano come possono di conciliare professione e vita sentimentale: lei, che fa fatica a impegnarsi, si scopre innamorata persa del ragazzo di turno, nonostante il ritorno di una vecchia fiamma; lui, invece presissimo da un nerd occhialuto, a Capodanno si rende conto che il fidanzato non ha ancora fatto coming out in famiglia. La principale storia d'amore-odio, però, resta proprio quella tra i protagonisti: due migliori amici con un passato irrisolto, che vivono un rapporto tanto simbiotico quanto tossico. Tiff si sente al sicuro accanto a Pete. Pete, invece, si percepisce spericolato e ribelle in compagnia di Tiff. Sorpresi a un bivio, alle prese con progetti e priorità diverse, popolano otto episodi fitti di monologhi e dialoghi ben strutturati: per questo, purtroppo, il tutto risulta meno spontaneo che nell'esordio. Più patinata, più televisiva, Bonding si allinea ai temi della prima stagione, ma sono lontanissime le atmosfere delle belle commedie festivaliere. Peccato. È rapida e indolore, lì dove avrebbe dovuto impartirci qualche rumorosa scudisciata di più. (6)

La boccaccia di Big Mouth, longeva serie animata Netflix per molti già oggetto di culto, torna a spalancarsi nella quarta stagione. Riversando al solito ora oscenità inenarrabili, ora perle di saggezza. Questa volta si parla di masturbazione maschile e piacere femminile; del ciclo mestruale, sdoganato perfino nelle pubblicità italiane; di transessualità, coinvolgendo nel doppiaggio italiano anche la nostra Vittoria Schisano; di depressione e ansia sociale, personificate rispettivamente da un languido gattone e da una zanzara insopportabile. Sbucati da un capitolo di American Pie – la saga cinematografica per eccellenza che segnò gli anni pruriginosi delle mie scuole medie –, gli episodi iniziali ci portano in campeggio con i protagonisti: sono i più spassosi del ciclo. Finita l'estate, con il ritorno sui banchi di scuola, la monotonia è dietro l'angolo tra coming out, colpi di fulmine e riflessioni sull'identità culturale. Scollegati e caotici, gli episodi della quarta stagione compongono una polifonia nonsense – puntate futuristiche, sprazzi horror, confraternite infernali e fantasmi: chi ne ha più ne metta –, dove la natura demenziale della produzione prevale infine sulla qualità. Questione di punti di vista: per molti è la stagione migliore delle quattro; per me di gran lunga la peggiore. L'anno prossimo tornerò a trovare Nick, Andrew, Jessie e gli altri? Mi risintonizzerò, a colloquio coi miei Mostri degli ormoni? Scontento, per un'educazione sessuale e sentimentale come si deve, aspetterò con il batticuore il ritorno di Sex Education. (5,5)

8 commenti:

  1. Buongiorno professore, volevo avvertirla che ho lasciato un commento al post di Malinverno.
    Buona giornata.
    😄😂

    RispondiElimina
  2. Pure ha uno dei pilot più esaltanti visti negli ultimi tempi. E' vero che poi cala un pochetto, ma nel complesso io l'ho adorato e continuo a piangerne la cancellazione.

    Pure la quarta stagione di Big Mouth parte a bomba per poi frenare, però pure (quante volte sto scrivendo la parola pure in questo post su Pure?) in questo caso mi entuasiasmato parecchio. Quasi quanto la prima.

    Bonding io l'avevo già dimenticata dopo aver visto un paio di episodi della prima stagione. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensavo che fossi anche tu un fan di Bonding! Dato il calo, poco male...

      Elimina
  3. Condividiamo la delusione per Pure che si perde con una facilità disarmante dopo pochissimi episodi e per una seconda stagione di Bonding che non si capisce che strada vuole prendere rendendo odiosi tutti i suoi protagonisti. Avrebbero potuto risolvere le varie questioni in un episodio appena, e certi colpi di scena risparmiarceli.

    Big Mouth invece continua a considerarla un sì.
    Vista con meno aspettative mi ha regalato le risate più sonore e imbarazzate di fine anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli episodi sulla cacca fuori casa mi hanno fatto morire dal ridere.
      Gli altri un po' meno, pasticciati, però poco male!

      Elimina
  4. Ho visto anch'io la seconda stagione di Bonding che aspettavo con impazienza e la delusione è stata immensa! Lei è caduta in un abisso, forse hanno voluto migliorare il personaggio di Pete, meno stupido e con una storia ma... non sono riusciti a fare nulla. Delusione e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho già scordata...
      Non penso che rinnoveranno mai.

      Elimina