venerdì 15 marzo 2019

Recensione: Cat Person, di Kristen Roupenian

| Cat Person, di Kristen Roupenian. Einaudi, € 17,50, pp. 250 |

Come affrontare un caso editoriale? Cercare di metterci le mani sopra all'istante, prima che il gran parlarne – bene e male, purché se ne parli – te lo faccia perdere di vista fino a lettura da destinarsi. La fama precedeva Cat Person. All'indomani del successo straordinario del racconto eponimo, uno dei più cliccati e condivisi nell'intera storia del New Yorker, si attendeva con un misto di scetticismo e trepidazione l'esordio ufficiale della trentottenne Kristen Roupenian: in una raccolta che comprendeva dodici storie – compresa, appunto, quella con il merito di averla portata alla ribalta nella generazione di Twitter e del #metoo –, avrebbe saputo tenerci tutti sul filo del rasoio?
Uso quest'espressione, presa in prestito dalla narrativa d'azione, non a caso: l'ultimo successo Einaudi non appartiene al genere thriller né tanto meno alla mia comfort zone – come saprete, con risultati altalenanti sto acquisendo familiarità con il formato del racconto soltanto dallo scorso anno –, eppure ti obbliga a divorarlo implacabilmente. Un'abbuffata da fame chimica che lascia satolli fino alla repulsione, straniti, affascinatissimi. Per fortuna sapevo giusto a grandi linee a cosa sarei andato incontro: alla cieca ho scoperto una scrittrice che presto qualcuno giurerà d'amare e qualcun altro d'odiare – la norma quando, sulla scia degli autori cannibali, si gioca a destabilizzare –, con uno stile da porto d'armi e il misterioso sesto senso dei nostri amici felini. Immaginate l'umorismo nero di una Diablo Cody in pieno spolvero, le vergini suicide di Sofia Coppola, i body horror di David Cronenberg. Aggiungete sullo sfondo gli appuntamenti su Tinder, le scorpacciate in compagnia di Netflix con un calice di Merlot ai piedi del divano, le molestie in ufficio post caso Weinstein, la guerra dei sessi all'alba di un'ondata avanguardista che ha resto le donne battagliere e gli uomini insicuri. I temi: eros e thanatos, qui fusi insieme in un'unica catena da sadomaso spinto.

A volte, quando nelle storie s'imbatte nel paranormale, la gente inorridisce come se il tessuto della realtà si lacerasse mettendola di fronte al fatto compiuto che tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento era una menzogna. Abbassando gli occhi sul telefono ho provato esattamente la stessa cosa, ma al contrario: non orrore, bensì un vertiginoso, crescente senso di gioia. Quello era quanto tutti quei libri promettevano. Lo sapevo, ho pensato. Sapevo che il mondo è più interessante di quello che finge di essere.

Come aiutare un amico fresco di rottura? Se parte di una coppia impigrita, mettere a disposizione del terzo incomodo il divano in soggiorno e, a furia di sguardi ammiccanti, provocarlo per aprirgli le porte di camera da letto e galera in uno sconsiderato ménage à trois.
Quando fuori corrono gli anni Novanta, hai dodici anni e in cuffia non passano altro che gli strilli dei Guns N' Roses, meglio non accettare mangianastri in regalo dagli sconosciuti: soprattutto se inneggiano a Charles Manson e ti propongono appuntamenti nel parco a mezzanotte.
Tu che il compleanno stai invece per compierlo, stai bene attenta a cosa desideri: la rabbia verso un padre fedifrago e la disperazione di una mamma brilla per dimenticare potrebbero farti confidare in un intrattenimento più vicino alle visioni di The Human Centipede che alle feste a tema.
Come se la cava un maestro pieno di buona volontà con le turbolente allieve di prima media, per di più in Kenya: terra di leggende metropolitane, di stranieri in terra straniera, dove gli effetti di una buona istruzione e le notti tranquille sono un lontano miraggio?

L'unico che ho mai amato al mondo è un grottesco fantoccio composto da uno specchio incrinato, un secchio ammaccato e un vecchio femore. La notte che abbiamo passato nel mio letto è stata l'unica in cui ho conosciuto la felicità. E pur sapendo di cosa si tratta, soffro, la desidero, l'amo ancora. Che altro può voler dire, se non che sono viziata, egoista e arrogante e capace di amare solo un riflesso deforme del mio animo contorto?

Una principessa in età da marito ama più un fantoccio, metafora lampante della propria autonomia, che il principe azzurro; per sempre felice e scontenta appare anche la cassiera di un cinema d'essai, che si concede a malincuore una serata di brutte conversazioni, brutti preliminari, brutto sesso, con un goffo boscaiolo che sembrava più brillante per messaggio; stessi rimpianti spettano anche alle conquiste sedotte e abbandonate da un ex sfigatello che, non abbastanza equilibrato per tenere i piedi in due scarpe, fa i conti con la testa rotta e il cuore in subbuglio nella versione infernale di un capolavoro di Federico Fellini. Chi non vorrebbe che l'ospite speciale all'addio al nubilato fosse l'adone in slip attillati che faceva arrossire le adolescenti ai pigiama party? Galeotto un libro d'incantesimi, preferireste intrappolare in cantina l'uomo perfetto o il genio della lampada, se alcuni desideri – denaro, forza, bellezza – oggi hanno la meglio sull'amore? Grattarsi a sangue, farsi prendere a pugni, mordere: le tentazioni irrinunciabili che rispettivamente riguardano una giovane sposa tormentata da tarme invisibili; il piacere erotico di una ragazza da motel, che gli amanti giura di bramarli disperati e violenti; una mite impiegata che cerca scuse e predatori sessuali per unire il piacere carnale alla vendetta di genere.

La sua intera esistenza, le pareva ogni tanto, si fondeva sull'idea che perseguire il piacere fosse meno importante che evitare il dolore. Forse il problema dell'età adulta era che valutavi troppo attentamente le conseguenze delle tue azioni, tanto da ritrovarti con una vita che ti disgustava. E se Ellie avesse morso Corey Allen? E se l'avesse fatto? Cosa sarebbe successo?

Non aspettatevi una morale. Allegorici, malati ed esilaranti, i racconti di Cat Person offrono al lettore più smaliziato un impensato viaggio nel lato oscuro, nel torbido di relazioni interpersonali e pulsioni profonde, che spiazza dal principio alla fine e spazia dalla commedia grottesca alla fiaba gotica, dall'orrore inspiegato all'erotismo scabroso. Senza generi prestabiliti né freni, senza peli sulla lingua. Fragili solo all'apparenza, le donne della Roupenian hanno infatti luci e ombre, il coltello dalla parte del manico. Non esitano a mostrarsi tiranniche e manipolatrici. Non tentennano davanti all'evenienza di piantarti una lama nel petto fino al manico sanguinante. La ricerca della parità è soprattutto coerenza. Ammettere fuori dai denti di non voler essere né un angelo del focolare, né una suffragetta arrabbiata contro il mondo, bensì una regnante narcisista, una vampira sanguinaria, una piccola festeggiata dai desideri mostruosi. Spezzare cuori, soprassedere a riti magici e ad accoppiamenti volutamente ambigui. Riconoscere, se c'è, anche il buono nel sesso falsamente dominante: si simpatizza, quindi, per i volontari vessati, i cicisbei vittima della regola dell'amico, i mariti prostrati che restano nonostante tutto. Con totale sprezzo del politicamente corretto e delle velleità del novello femminismo, l'autrice parla delle debolezze degli uomini e dell'onnipotenza delle donne; dei diritti e dei doveri di denunciare, concedersi o tirarsi indietro all'ultimo minuto, scioccare fino al disgusto con l'inimmaginabile qui debitamente messo al vaglio. I dodici racconti non contano gatti fra i figuranti, no, eppure soffiano, mordono, graffiano. Si nascondo, sornioni, e infine tendono agguati. Sullo zerbino del radical chic, così, l'autrice depone i corpi già tesi delle vittime: personaggi come topi da laboratorio, che ora catturano e ora vengono catturati. Irresistibile e malfidata, Kristen Roupenian è troppo scaltra per lasciarci lo zampino.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Janis Joplin – Cry Baby

10 commenti:

  1. le storie in cui emerge il lato oscuro,inquietante e torbido dell'essere umano hanno il loro "sporco fascino" (consentimi l'espressione), e io ahimè nn di rado lo subisco (del resto amo i noir).

    Buon sabato:))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È la volta buona che tu ceda ai racconti, Angela!

      Elimina
  2. Il titolo è una dedica alla tipa di This Is Us?

    Ah no, quella è Kate Pearson. :)

    Pure io non sono un grande fan dei racconti, anche se personalmente mi sono cimentato nella scrittura di alcuni. Cosa che non faccio da un po' (forse per il bene dell'umanità). Questa raccolta comunque pare proprio una roba da Cannibal Kid coi fiocchi. XD

    Vediamo un po' se l'hype è giustificato...

    RispondiElimina
  3. Certi casi editoriali sembrano fregature, ma è bello poi sapere che non è così :) Sono felice si sia rivelata una bella lettura :)

    RispondiElimina
  4. Non avevo sentito/letto il racconto virale ma ho letto un'intervista all'autrice che mi ha incuriosito. Con quello che scrivi anche sugli racconti, mi viene da metterlo in lista subito, che anch'io devo fare pace e concedermi al genere ogni tanto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pur non essendoci i gatti promessi dal titolo, apprezzerai. La HBO ha già i diritti per la serie, figurati. 😁

      Elimina
  5. Ok smetto di curiosare nel tuo blog oggi o vado fallita ma le zampette in foto mi hanno attirata e fatto leggere anche questa recensione... Mi piacciono le citazioni che hai inserito quindi anche questa finisce nei futuri acquisti amazon...

    RispondiElimina