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Arabesque, di Alessia Gazzola. Longanesi, € 17,60, pp. 352 |
L'Allieva
mi era mancata. Lo scrivo in ogni post, da sette romanzi a
questa parte, ma tant'è. Questa volta sentireste un po' di sopresa
nella mia voce: una specie di sollievo. Merito o colpa di quella
serie Rai che, non me ne vogliano l'autrice o gli spettatori affezionati, avevo abbandonato trovandola inguardabile –
Alice, che sul divano si gusta in streaming Games of Thrones e
Master of None, mi
perdonerebbe a cuor leggero, abituata bene com'è. C'era il rischio
(noi lettori siamo bestie strane, si sa) di essersela fatta venire a
noia, perfino in antipatia. Questa stessa Alice Allevi, mi domando a
fine lettura, che per qualche giorno ha dissipato le nuvole e la
malinconia di un mese di novembre vissuto con tanta fatica? La Alice che
cambia rimanendo sempre uguale a sé stessa, e non è un
difetto? La Alice a un passo dai trenta, finalmente donna e
indipendente, che sta imparando a diventare adulta senza tradirsi
mai? Come ho potuto dubitarne, io?
La avevo salutata ferma a un bivio, al tempo delle scelte. In Arabesque, un anno dopo, la protagonista è passata da specializzanda a specializzata; da in una relazione complicata a single.
La avevo salutata ferma a un bivio, al tempo delle scelte. In Arabesque, un anno dopo, la protagonista è passata da specializzanda a specializzata; da in una relazione complicata a single.
Le
relazioni umane sono il vero mistero, più della morte.
L'Allieva
non è più tale. Abbandonato l'appartamento universitario, ora vive con Marco: il fratello
minore fotografo, che a ventotto anni ha già un matrimonio fallito
alle spalle e una bambina irresistibile, Camilla, che mostra alla
nostra protagonista le indiscrete gioie del sentirsi chiamare zia. Ha il sogno di
un dottorato che possa riportarla di corsa all'Istituto, eppure amato
e odiato da studentessa, e la prima autopsia da
affrontare in solitaria.
Calma e sangue freddo: sul tavolo d'acciaio c'è una donna di mezza età, un'ex ballerina con un bel vestito Dior e la carotide lacerata, forse per una caduta in giardino o forse per un omicidio accidentale. La morte di Maddalena, étoile sfiorita presto e intransigente maestra di danza, porta la protagonista ad addentrarsi nel mondo luccicante e competitivo del miglior Aronofsky. A riesumare il cadavere di un'altra danzatrice, morta più di dieci anni prima, il cui caso era stato liquidato come suicidio: proprio da un Claudio Conforti che non sbaglia e, peggio, non si perdona. Non c'è spazio per i pasticci, per le mani che tremano, ma per un mistero sì, e questa volta indossa il tutù. Calma e sangue freddo: perché c'è un lui, piacione ma intenerito, che vuole conoscere Alice, non l'allieva Allevi, e magari chissà, fare tappa all'Ikea.
Calma e sangue freddo: sul tavolo d'acciaio c'è una donna di mezza età, un'ex ballerina con un bel vestito Dior e la carotide lacerata, forse per una caduta in giardino o forse per un omicidio accidentale. La morte di Maddalena, étoile sfiorita presto e intransigente maestra di danza, porta la protagonista ad addentrarsi nel mondo luccicante e competitivo del miglior Aronofsky. A riesumare il cadavere di un'altra danzatrice, morta più di dieci anni prima, il cui caso era stato liquidato come suicidio: proprio da un Claudio Conforti che non sbaglia e, peggio, non si perdona. Non c'è spazio per i pasticci, per le mani che tremano, ma per un mistero sì, e questa volta indossa il tutù. Calma e sangue freddo: perché c'è un lui, piacione ma intenerito, che vuole conoscere Alice, non l'allieva Allevi, e magari chissà, fare tappa all'Ikea.
«Sa
com'è, mi lascio trascinare dalle storie degli altri. Sono fatta
così.»
«Forse
le manca una buona storia tutta sua.»
Le
mie parole, davanti all'ennesimo romanzo divertente, intricato e
godibile, tenderanno a ripetersi. Tra casi più o meno ben
strutturati, tra tira e molla più o meno indispensabili, ma con uno
spirito sempre riconoscibile. Questa volta Alice non pasticcia più,
ma non per questo è più seriosa. Non è più un'universitaria, ma
non per questo ha smesso di imparare la lezione. Fa da sé le sue
constatazioni, i suoi esami, ma non abbraccia il cinismo dei
medici legali – ogni corpo ha una dignità, una storia da
raccontare. Arabesque – non
inappuntabile, in definitiva, ma all'altezza della situazione –
lo si conclude presto ma non
troppo, con una risoluzione frettolissisima che poco si regge sulle
punte ma che non lascia comunque delusi. Con la leggerezza
intelligente a cui siamo abituati. Con la simpatia, il cuore in
subbuglio tra più fuochi, a cui per fortuna mai ci abitueremo.
Alessia Gazzola mi era mancata e si conferma, così, una di
quelle autrici da cui non vedi l'ora di far ritorno. Come ho potuto
dubitarne, io?
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Levante – Non me ne frega niente
Sono sempre in dubbio con questa serie: da un lato tutti ne parlano bene, dall'altro coi gialli ho un rapporto complicato. E in più c'è stato il primo episodio della serie che mi ha spinta verso il "No, mai nella vita, no".
RispondiEliminaPerò ogni volta che recensisci un libro a me viene voglia di dargli una possibilità :P
Grazie, Katerina!
EliminaLa serie scordala pure, e avrai capito che chi legge la Gazzola non si aspetta gialli inattaccabili, anzi.
Però da sette anni fa una gran bella compagnia, e più incostante di me non c'è nessuno. Qualcosa vorrà dire. ;)
Ciao Michele, questa è una delle autrici che mi piacciono un sacco, la sua scrittura fresca e leggera mi tiene compagnia e mi strappa qualche sorriso proprio quando ne ho più bisogno. E' in lettura, vedremo l'epilogo. MA solo solo io nono conosco Levante?? Baba Bookswife
RispondiEliminaVedremo, sì!
EliminaIo la conosco il giusto, e mi piace molto. Bella, a modo e scrive testi intelligentissimi e molto personali. Anche se come giudice di X Factor non sta brillando, vederla lì è comunque una buona occasione per farla uscire da quel circuito indie in cui, per forza di cosa, era stata un po' relegata.
Io non ho ancora deciso se iniziare o no questa serie. In casa la ho tutta perché mia sorella è una grandissima appassionata, ma io sono ancora in dubbio. Non riesce a convincermi nonostante tutte le belle parole che usa mia sorella al riguardo xD
RispondiEliminaFidati della sorella (e di me), scettica! :)
EliminaIo mi ero fermata al primo... mi era piaciuto ma senza quello slancio da voler leggere i seguiti. Dovrei riprovare!
RispondiEliminaDirei... ah ah ah
EliminaDovresti, sì. Concordo con Baba.
EliminaIl primo è l'unico che non ho. Non mi aveva fatto proprio impazzire. Per fortuna, nel secondo - più di qualche anno dopo - ho scoperto una Alessia cresciuta, senz'altro più attenta.
Se mi dici così e con Baba che insiste mi sa che devo proprio rimediare!!! ;)
EliminaEd io non vedo l'ora di far ritorno anche se ci toccherà aspettare nuovamente :)
RispondiEliminaQuel capitolo conclusivo, poi... :)
EliminaAnche a me manca L'allieva, però la (divertentissima) serie.
RispondiEliminaQuand'è che torna???
A questo punto sarei curioso di recuperare pure la versione cartacea, a tuo dire ben superiore. Anche se mi sa che aspetterò la versione fiction Rai di questo suo Black Swan. :)
La fascetta promozionale (che stavo quasi quasi per buttare, ahahahah) assicura presto.
EliminaE' un bel giallo, la serie sicuramente attingera da Arabesque, sì.