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lunedì 22 dicembre 2014

Recensione: Lo staordinario mondo di Ava Lavender, di Leslye Walton

Il fatto che l'amore non sia come te lo aspetti non significa che tu non ce l'abbia.

Titolo: Lo straordinario mondo di Ava Lavender
Autrice: Leslye Walton
Editore: Sperling & Kupfer
Numero di pagine: 277
Prezzo: € 15,90
Sinossi: Ava Lavender è nata con le ali, ma non può volare. Non può nemmeno vivere come le coetanee, perché sua madre la tiene chiusa in casa, al riparo da occhi indiscreti. Ma ha sedici anni e non si rassegna a essere diversa. In cerca di un perché, scava allora nel passato della sua famiglia, e scopre il destino infausto delle sue antenate: ognuna segnata da una peculiare stranezza, ognuna condannata a un amore infelice. E se fosse proprio l'amore la forza in grado di spezzare quell'antica maledizione? Un amore vero, capace di vedere oltre le apparenze. Per trovarlo, Ava dovrà affrontare il mondo fuori, gli sguardi di chi la crede un mostro o un angelo. Fino alla notte del solstizio d'estate, quando sarà lei a scrivere un nuovo, forse decisivo capitolo nella storia straordinaria della sua famiglia.
                                   La recensione
A questo punto Viviane Lavender amava Jack Griffith da dodici anni, ovvero più di metà della sua vita. Se avesse dovuto trasformare il proprio amore in un genere alimentare, diciamo per mangiarlo, ci avrebbe farcito 4745 crostate di ciliegia. Se avesse dovuto conservarlo, le sarebbero occorsi 23.725 barattoli di vetro con relative etichette e una dispensa lunga quanto tutta Pinnacle Lane. Se avesse dovuto berlo, sarebbe annegata.” 
Si inizia con un albero genealogico. I rami ricurvi, il tronco nodoso e le chiazze di foglie che, allargandosi un po', fanno spazio a nomi dal suono bellissimo. Leggiamo, così, che da due giovani francesi emigrati in America furono generati René, Margaux, Pierette ed Emilienne. Il primo, di un'avvenenza fuori dal comune, fu strappato alla vita da un colpo di pistola in pieno viso; la seconda, invece, si strappò il cuore dal petto; la terza, per un amore disperato, divenne un canarino dal piumaggio chiaro; l'ultima, unica supersiste mentre i fratelli morivano di passione e la mamma diventava letteralmente trasparente, prese un treno per Seattle, sposò un panettiere zoppo che di cognome faceva Lavender e mise al mondo due bambini. Gemelli diversi. C'era Herny, che non parlava, e Ava, che aveva le ali. Lo straordinario mondo di Ava Lavender non è altro che la storia di un'adolescente speciale – sarà un angelo, un demonio, una ragazza comune? - e delle dolorose, affascinanti pene vissute dalla sua famiglia di donne. Una vita giovane che, custodita come un tesoro o una mostruosità tra le mura della misteriosa casa di Pinnacle Lane, una magione di antichi spettri vestiti di bianco, passa il tempo a sognare il grande amore e a guardare, come in foto, i curiosi disastri sentimentali delle sue antenate. L'amore, sempre, aveva fatto danni. Anche lei e suo fratello, d'altronde, sono nati da un cuore spezzato: perché, allora, desiderare spiccare il volo e volteggiare sulla cisterna comunale in cui, andati a nanna gli stanchi custodi, le coppiette di innamorati fanno le cose che fanno gli innamorati? Perché non si tratta soltanto di amore. Fuori, per Ava e i suoi lettori, c'è un universo popoloso e unico da scoprire: figure tragiche e contraddittorie, teneri inizi e fini grottesche, amici fidati e fascinosi sconosciuti che, dall'alto della loro superstizione, vorrebbero solo chiuderti in gabbia e osservarti in eterno dalle sbarre. Nell'esordio della portentosa Leslye Walton le piogge portano cattivi presagi, ogni sentimento ha un odore, le anomalie genetiche sono in rima coi miracoli e basta una panetteria profumata, un dolce, un gesto di buon vicinato affinchè il Solstizio d'estate sia il più felice dei giorni. Mi aspettavo, leggendo anticipazioni e sinossi, una storia diversa, magari più comune. L'ennesimo young adult dotato di ali e buoni sentimenti. 
La Walton, invece, riempie queste pagine che non sono nemmeno trecento di stramberie e personaggi numerosissimi e, con uno stile artistico e suggestivo, stranisce e affascina, anche se discontinuamente. Qualcosa, su di me, non ha purtroppo funzionato, una leggera stranchezza è calata alla fine di questo viaggio di carta, ma c'è talento nella scrittura e inventiva nell'intreccio. All'inzio si fa confusione, lo stupore ci disegna in faccia un punto di domanda, ma ti ci affezioni... A quelle trovate mai viste, alle atmosfere a metà tra Tim Burton e Pushing Daisies, ai legami di sangue – mentre l'albero genealogico si amplia e la chioma si fa più folta – che ricordano Sarah Addison Allen, Joanne Harris e le autrici della saga di Beautiful Creatures, ma con una nota di fantasia in più e un pizzico di fludità in meno. La mente, per fatti suoi, ha fatto i soliti collegamenti, ma in realtà questa storia è piuttosto unica nel suo genere e, come poteva, mi ha fatto compagnia allo stesso modo in cui, due estati fa, c'erano stati sotto il mio ombrellone La meccanica del cuore e il suo pesante bagaglio di maturità, violenza e genio. Lo straordinario mondo di Ava Lavender fa venire in mente Penelope – ricordate la carinissima commedia romantica con Christina Ricci e il suo nasino da maiale, no? ma è una fiaba spiritata, cruda ed elegante al tempo stesso che, in realtà, somiglia più a quella di Malzieu. I personaggi sono tanti e, a volte, hanno poco spazio. Non posso promettere a me stesso che li terrò a mente a lungo. Mi domando quanto rimarranno; cosa lasceranno. Non mi ha assicurato un coinvolgimento costante, ma non posso sconsigliarlo. Proprio no. In un mondo di libri tutti uguali, Ava ci racconta il suo, di mondo, e l'audacia dello sforzo va premiata, anche se, presentato come romanzo per adolescenti, avrebbe trovato giovamento in una leggerezza più grande. Comunque, non per chi è in cerca di un dolce Natale.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Take That – Rule the world 

venerdì 16 agosto 2013

Recensione a basso costo: La meccanica del cuore, di Mathias Malzieu

Ciao a tutti, amici. Come state, e come avete passato il vostro Ferragosto? Spero vi siate divertiti: io ho trascorso in spiaggia mattina e sera, aspettando – verso mezzanotte – i fuochi d'artificio che non hanno sparato. A causa del vento e delle nuvole, li hanno rimandati ad oggi. Personalmente, mi sono appena svegliato e subito ho pensato a postare la recensione dell'ultimo romanzo che ho letto: La meccanica del cuore. Fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi se l'avete letto anche voi. Buona lettura e un abbraccio, M.
Uno, non toccare le lancette. Due, domina la rabbia. Tre, non innamorarti, mai e poi mai...
 
Titolo: La meccanica del cuore
Autore: Mathias Malzieu
Editore: Universale Economica Feltrinelli
Numero di pagine: 145
Prezzo: € 8,00
Sinossi: Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto.
                                                    La recensione
"Da quando l'ho sentita cantare, avevo un sogno: ritrovarla. Ho attraversato mezza Europa per riuscirci. Mi hanno spaccato uova sulla testa e ho rischiato di farmi squartare da un esperto dell'amore con le defunte. Certo, sono una specie di handicappato del grande amore, e non è detto che il mio cuore di fortura possa resistere al terremoto emotivo che prova quando la vedo, ma di fatto batte per lei."
Era il 4 Aprile dell'anno scorso quando La meccanica del cuore arrivò in libreria, con la sua dolce storia, con la sua poesia, con una copertina semplicemente da mettere in cornice, per contemplare mattina e sera, notte e giorno, l'ultima meraviglia firmata da un geniale artista dal nome nobile e affascinante: Benjamin Lacombe. Un cielo bianco neve, i tetti grigi di casupole sbilenche che sporcano la perfezione lattea di nuvole impercettibili, un paio di ingranaggi di metallo a far muovere, come i romantici ballerini di un antico carillon, le sagome di due innamorati, apparentemente stretti in un abbraccio appena sciolto, ma, ad un'occhiata attenta, già lontanissimi. Lei ha i capelli del colore della notte più buia e fredda del mondo, la pelle di porcellana e la bocca rossa come una piccola, esotica Biancaneve. Piroetta nel vento, su una canzone spagnola che le sgorga da dentro, e il suo vestito corallo si schiude come un fiore d'inverno, mentre l'aria si diverte a giocare con la sua stoffa d'incanto. Alle sue spalle, un ragazzo triste, pallido, pazzo. Pazzo di lei. Ha un vestito troppo elegante e troppo largo e, negli occhi, l'amarezza di chi osserva un'amante andare via e una fiamma spegnersi. Una mano tesa verso la sua lei, l'altra portata al petto: sul cuore che non ha. Sono Jack e la sua ballerina andalusa un po' sbadata. E quella racconta da Mathias Malzieu, forse, è la loro storia. Forse... 
Lessi di loro per la prima volta sul risvolto di copertina di un volumetto targato Feltrinelli e decisamente troppo costoso per le mie scarse finanze. Dopo un lungo viaggio, insieme, erano arrivati in libreria proprio quel giorno. Era il mio diciottesimo compleanno, ma, dopo tutti gli euro spesi per una festa con gli amici di sempre e tutti i propositi di non comprare cose squisitamente al di fuori della mia portata, la mia scelta era ricaduta su altri libri; libri che, ora come ora, nemmeno ricordo. Allo stesso prezzo del romanzo di Malzieu, ne avevo comprati ben due. Una scelta saggia, da adulti: ciò che sarei stato io da quel giorno in poi, immaginavo. Alla fine, La meccanica del cuore era solo un romanzo per bambini troppo caro. Continuammo a corteggiargi in silenzio in libreria: lo prendevo tra le mani, lo soppesavo, fantasticavo sui malinconici ballerini in copertina, aspettavo nemmeno Dio sa cosa. All'inizio di agosto, poi, sono tornato a pensarci. Avevo visto il trailer del film di animazione sui cui tanto di era divagato, ed ero cotto a puntino. Il destino, per una volta, era dalla mia parte: il libro era in già in libreria ad aspettarmi, era appena uscito anche in edizione economica, era in sconto. Bingo! Il tempo di dare quei sei euro a un commesso tutto gentile e sorridente e già ero caduto tra le pagine. Ero per strada, camminando senza guardare dove mettevo i piedi, ma nel frattempo cadevo senza peso in quel racconto senza contorni netti. Bucavo quelle nuvole grevi presenti in Inghilterra in qualsiasi periodo dell'anno, planavo sui comignoli non lontani dalla mia amata Londra vittoriana, franavo sulla strana casa della strana Madeleine. Dal calore dell'estate ero passato al 16 Aprile del 1874, il giorno più freddo del mondo: i fiumi gelavano, gli uccelli cadevano al suolo come ghiaccioli, le fontane immobili sembravano lampadari in cristallo e, in una casa fuori mano, il piccolo Jack nasceva senza una mamma e senza un cuore. Il calore della misteriosa Madeleine aveva sopperito alla mancanza della prima; le sue mani miracolose avevano regalato non battiti, ma ticchetti, al secondo. Nel suo laboratorio, in un losco quartiere abitato da prostitute dall'animo gentile e da senzatetto con amori perduti in bottiglie vuote come le loro tasche logore, aveva cucito un orologio a cucù sul cuore gelato del bambino. Un meccanismo provvisorio, fragile, destinato a perdere i suoi vitali bulloni in caso di forti emozioni. In caso una donnina dal naso piccolo e dagli occhi grandi ed espressivi come quelli di un manga l'avesse fatto scoppiare di passione. 
Innamorarsi: vietato. Eppure nessun orologiaio, nessuna custode, avrebbe potuto manometterne i magici meccanismi ed evitarlo. L'amore è un rischio che tutti, in cerca di un dolce assenzio più caro dell'adrenalina, non vedono l'ora di correre. L'amore è cieco, ed altre frasi fatte simili... In realtà l'amore di Jack ci vede benissimo e, appena bambino, si innamora senza sapere nemmeno cosa significhi farlo. E' la piccola meraviglia che ha visto ballare e cantare in piazza a non vederci tanto bene: ha deciso che non le regalerà fiori, ma un mazzo di occhiali tutti storti. Ha deciso che la seguirà in capo al mondo, e oltre. A bordo di un monopattino supersonico, inseguito da un bullo che vuole tutto ciò che gli appartiene e aiutato da un inventore pazzo con la passione per una cosa sconosciuta chiamata cinema, passando per una Francia ancora senza Tour Eiffel e chiedendo consigli amorosi a un losco figuro inglese che si fa chiamare Jack Lo Squartatore, Jack scoprirà com'è pronunciare ad alta voce i loro nomi, insieme, e studierà le resistenze di quel suo cuore matto a forma di orologio che l'amore amaro potrebbe annientare, con un bacio negato o un addio. Strana cosa sono i sentimenti umani, strana cosa è questo La meccanica del cuore. Dopo un inizio fiabesco, un pianeta a parte da quello in cui mi aspettavo di atterrare. Inaspettato, ecco. L'ho visto come si fa con un cartone di Tim Burton – un cartone pieno di incursioni in un mondo di favole gotiche e nell'ignoto mondo dello steampunk – ma quello che ho provato a fine lettura non era la rilassatezza o il sospiro seguito a un bel lieto fine. 
L'amarezza mi aveva impastato le labbra, non sorridevo affatto. Malzieu ha scritto, infatti, una fiaba per adulti coriacei, con i nervi ben saldi e la matura consapevolezza che, ogni tanto, la bacchetta magica si può inceppare, il principe può fare cose stupidissime, la principessa può andare via con il pretendente sbagliato e che l'amore è una cosa idiota per persone intelligenti. E' vagamente triste, ma bello proprio per quel motivo. Molto francese, in questo, come L'eleganza del riccio e Le cose che non ho; come La vie en rose. In quelle 150 pagine, però, scorre anche sangue spagnolo: è sospettoso, possessivo, appassionato, dolcemente eccitante, caliente. Come la Miss Acacia di Jack, tutta flamenco e tacchi alti, maracas e nacchere, lunghe ciglia brune e seni pesanti. Simile a una musa di Modigliani: il collo allungato, i fianchi larghi, i capezzoli come ciliegie, gli occhi a mandorla, lo sguardo languido e senza colore. Era un grande pittore, Modigliani, e aveva capito tutto. Era lui ad avere detto: Non disegnerò i tuoi occhi, fino a quando non conoscerò la tua anima. Più sveglio e lucido di Jack, già sapeva che non l'avrebbe conosciuta mai, secondo me. Il funzionamento dei cuori delle donne è un mistero: non vanno neppure a benzina, anche se i prezzi del petrolio sono saliti alle stelle. Strane creature gli esseri umani. Cercano pericoli al di fuori di sé, quando il pericolo mortale più grande ce l'hanno proprio nel petto. Che batte, ticchetta, strepita. I protagonisti di questa storia fanno discorsi da grandi con ancora la voce dei bambini e – impacciati, infantili, su una giostra tutta curve di prime volte – filosofeggiano, a parole loro, della più grande delle serrature da scardinare. Si rispondono intonati come a Broadway, sono bizzarri e pittoreschi, piccoli, ma hanno il cipiglio stanco dei protagonisti del tragico Blue Valentine. Bambini con le rughe d'espressione. La penna dell'autore dà loro vita come fece il Creatore con Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden. Dipinge per loro cieli di tempera e colori ad olio, li incastona in una meravigliosa e delicata poesia, li studia come pesci comunissi, ma dalle sfumature variopinte, finiti in una bolla di vetro. Un romanzo surreale, intimo, curioso. Se in positivo o in negativo, tocca al lettore deciderlo. Io non ho nemmeno lontanamente dubbi, anche se avrei preferito non sapere cosa la venuta dell'E vissero per sempre felice e contenti avrebbe riservato. Quando una bella favola finisce, e la realtà ha inizio. "Il mio cuore fugge dal suo involucro-prigione. Vola attraverso le arterie, si sistema dentro il cranio per diventare cervello. In ogni muscolo e fino alla punta delle dita, il cuore! E un sole feroce, dappertutto. Una malattia dai riflessi rossi. Non posso più fare a meno di lei."
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Matteo Becucci feat. Elisa Rossi – The Power of Love (Frankie Goes to Hollywood)