Benché
sia il Principe delle tenebre, ha più di qualche tallone d’Achille.
Le corone d’aglio, i crocifissi, gli usci chiusi, l’acqua santa.
Ma tra le sue paure, a giudicare dalla quantità impareggiabile di
trasposizione cinematografiche e televisive, non c’è quella del
remake: il male più grande del nostro millennio. Tornato nuovamente
sul piccolo schermo, l’incubo di Bram Stoker si reinventa per forza
di cose. Era il minimo, infatti, svecchiarsi; stupire con una
riscrittura radicale ma stranamente rispettosa, che in tre puntate di
novanta minuti omaggia tre generi cinematografici distinti –
l’horror, il giallo classico, la fantascienza fatta di viaggi nel
tempo – grazie alla vena ironica e un po’ dissacrante degli
sceneggiatori di Sherlock e Doctor Who. All’inizio
fedelissima, la miniserie inglese prende avvio con l’arrivo di
Jonathan Harker in Transilvania: ci sono nebbie e torrioni,
pipistrelli e apparizioni spaventose, ma già cambiano i rapporti di
potere e le relazioni tra i personaggi. La romantica Mina, ad
esempio, è ridotta a una comparsa marginale; Val Helsing è suora e
donna, e ama sfidare il famigerato vampiro con conversazioni tanto
esistenzialiste quanto sardoniche. Cosa c’è di più sexy degli
incontri-scontri tra menti affini? Strada facendo, conosciamo prima i
passeggeri sfortunati di una nave diretta a Londra, poi i pro e i
contro della modernità: come se la cavano i mostri famelici con i
siti d’incontri, le vittime reclamate tra le influencer più
popolari e fobie annose, soprattutto, di cui venire finalmente a
capo? Preceduto dall’indignazione dei fan e affrontato con basse
aspettative, Dracula si è rivelato in realtà un gustosissimo
divertissement. Aggiornamento non richiesto ma autoironico e
cialtrone, ha un animo che non ti aspetteresti tanto trash e
seduttore. Emblematica la scelta dell’attore protagonista: il
danese Claes Bang è bellissimo, carismatico e sornione; forse uno
dei casting più azzeccati di sempre, per via della somiglianza con Lugosi e della leggerezza che rende irresistibili i
duetti con la collega Dolly Wells. Inadatto a chi non ama l’eccesso
di sangue o umorismo nero, la creatura apocrifa di Moffat e Gatiss
omaggia i generi letterari – si pensi alla Christie –, gli
antecedenti più illustri – su tutti il Dracula interpretato da Christopher Lee
–, i personaggi iconici – vano aspettarsi i soliti Renfield e
Lucy. Non abbiate paura però: qui si sorride tanto, a canini stretti, e mai
per caso. (6,5)
È
una sera di pioggia e cattivi presagi. Il citofono di una ricca casa
di Philadelphia trilla per annunciare l’arrivo di una misteriosa
sconosciuta: laconica e d’altri tempi, sarà la tata del piccolo
della famiglia. Un tesoro di bambino, che nella sua culla si limita a
sorridere: non fa i capricci, non piange, non costringe i genitori a
levatacce. Sembrerebbe tutto perfetto, se non fosse che quella casa
nasconda dal primo all’ultimo episodio tragedie e segreti; colpi di
scena che si annunciano sin dal pilot, e gettano luci sinistre su
ogni personaggio, figuranti inclusi. Cosa nasconde Leanne, babysitter
dedita in silenzio a riti occulti e autoflagellazione? Cos’ha
Jericho, neonato da battezzare nell’immediato? Perché il padre
chef ha perso all’improvviso il senso dell’olfatto e la madre,
giornalista trasognata ai limiti della stupidità, fa fatica a
elaborare il dramma di una notte? Prodotto dall’inaffidabile M.
Night Shyamalan e già atteso per la seconda stagione, Servant ci
fa tirare un sospiro di sollievo: il regista indiano che ci ha
abituati un po’ a c olpi di fulmine, un po’ a disastri, questa volta
non rovina il buono con spiegoni farraginosi o twist discutibili.
Sorprendentemente calma e pacata, elegantissima, la serie preferisce
infatti muoversi all’ombra della trilogia del Condominio di
Polanski: interni signorili e soffocanti, che mostrano raffinatezze
culinarie e insidie; vicini di casa decisamente sospetti; enigmi che
conducono sia all’horror esoterico che al thriller psicologico. I
primissimi piani, le ottime performance del cast – la ventenne Nell
Tiger Free va tenuta d’occhio – e il senso d’ambiguità
costante, poi, fanno il resto. Peccato soltanto per quel decimo
episodio arrivato troppo in fretta, da cui ci saremmo aspettati qualche spiegazione in più: in rete, per fortuna, non sono mancate
le teorie e i chiarimenti; le riprese del prosieguo, proprio in
questi giorni, sono già in corso d’opera. Vivamente consigliata
agli amanti del genere, Servant è una serie d’autore che
spiazza soprattutto grazie al colpo di scena più singolare: il
regista del Sesto senso, a oggi, non ha mandato tutto a gambe
all’aria. Viva le serie TV. Più stagioni ci
saranno, più saranno rimandati a domani – non senza timore – i
fasti o i disastri della famiglia Turner. (7+)
Di Dracula ho adorato i protagonisti (lui è sexy da far schifo, lei talmente witty da commuovere) e le prime due puntate; la terza, secondo me, ha un finale talmente fatto a tirar via da domandarsi perché si siano sbattuti a scriverlo. Peccato, poteva essere un capolavoro.
RispondiEliminaServant non lo conoscevo, me lo segno.
Non lo conoscevi? Male, ti piacerebbe tantissimooo.
EliminaDi Dracula ho saputo, già segnato, ma soprattutto dovrei segnarmi Servant, molto più interessante ;)
RispondiEliminaA modo loro, intrattengono entrambe. E in questo gennaio interminabile, quello è l'importante!
Elimina"Servant" l'ho adorato, come sai, mentre "Dracula"... Ehm, diciamo solo che ho fatto una fatica immensa a finirlo, nonostante fossero solo tre episodi! :(
RispondiEliminaCredo peraltro di averlo detestato proprio per i motivi che a te l'hanno reso simpatico: troppo sornione, troppo trash, troppo... inutile! XD Ma il protagonista è azzeccatissimo, su questo non potrei essere più d'accordo. E bravissimo, anche! :D
Però serviva forse il solito Dracula, visto e rivisto? Onestamente mi sarei annoiato. Ho apprezzato, allora, questa nuova vena divertita e dissacrante. :)
EliminaDi Dracula ho visto solo il primo episodio e mi ha annoiata profondamente, ma non c'è nulla di tutto quello che scrivi tu, quindi mi sa che il bello viene dopo.
RispondiEliminaL'altro non lo conoscevo nemmeno ma sembra particolarmente interessante.
Il primo episodio di Dracula è il più tradizionale, il più allineato con Stoker. Il resto, nel bene e nel male, è delirio trash :)
EliminaDracula lo speravo e lo volevo diverso. L'adattamento ai giorni nostri di Sherlock è tanto riuscito quanto male è fatto questo. Un finale che non riesco davvero a difendere.
RispondiEliminaQuel Servant non lo avevo proprio sentito/segnato. Se è horror al punto giusto, lo metto in agenda per quest'estate ;)
Horror ma non troppo, punta tutto sul versante psicologico e sulle interpretazioni. La protagonista, molto brava, forse l'hai vista nella serie di Refn!
EliminaNon mi ispirano troppo.
RispondiEliminaDracula non credo faccia granché al caso mio, sebbene la componente umoristica di cui parli potrebbe farmelo diventare simpatico. :)
Servant non so... sarà che quello Shyamalan è proprio inaffidabile. XD
Shyamalan, ufficialmente, dirige solo due dei dieci episodi. Insomma, si contiene. :)
EliminaDevo dire che nonostante sono una divoratrice di horror e thriller, il trailer di Dracula mi ha fatto senso, però... l'ho inserito tra le serie tv da vedere ;-)
RispondiEliminaAh, di spaventoso c'è solo il trailer, figurati XD
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