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giovedì 23 gennaio 2020

Serie TV da brivido: Dracula | Servant

Benché sia il Principe delle tenebre, ha più di qualche tallone d’Achille. Le corone d’aglio, i crocifissi, gli usci chiusi, l’acqua santa. Ma tra le sue paure, a giudicare dalla quantità impareggiabile di trasposizione cinematografiche e televisive, non c’è quella del remake: il male più grande del nostro millennio. Tornato nuovamente sul piccolo schermo, l’incubo di Bram Stoker si reinventa per forza di cose. Era il minimo, infatti, svecchiarsi; stupire con una riscrittura radicale ma stranamente rispettosa, che in tre puntate di novanta minuti omaggia tre generi cinematografici distinti – l’horror, il giallo classico, la fantascienza fatta di viaggi nel tempo – grazie alla vena ironica e un po’ dissacrante degli sceneggiatori di Sherlock e Doctor Who. All’inizio fedelissima, la miniserie inglese prende avvio con l’arrivo di Jonathan Harker in Transilvania: ci sono nebbie e torrioni, pipistrelli e apparizioni spaventose, ma già cambiano i rapporti di potere e le relazioni tra i personaggi. La romantica Mina, ad esempio, è ridotta a una comparsa marginale; Val Helsing è suora e donna, e ama sfidare il famigerato vampiro con conversazioni tanto esistenzialiste quanto sardoniche. Cosa c’è di più sexy degli incontri-scontri tra menti affini? Strada facendo, conosciamo prima i passeggeri sfortunati di una nave diretta a Londra, poi i pro e i contro della modernità: come se la cavano i mostri famelici con i siti d’incontri, le vittime reclamate tra le influencer più popolari e fobie annose, soprattutto, di cui venire finalmente a capo? Preceduto dall’indignazione dei fan e affrontato con basse aspettative, Dracula si è rivelato in realtà un gustosissimo divertissement. Aggiornamento non richiesto ma autoironico e cialtrone, ha un animo che non ti aspetteresti tanto trash e seduttore. Emblematica la scelta dell’attore protagonista: il danese Claes Bang è bellissimo, carismatico e sornione; forse uno dei casting più azzeccati di sempre, per via della somiglianza con Lugosi e della leggerezza che rende irresistibili i duetti con la collega Dolly Wells. Inadatto a chi non ama l’eccesso di sangue o umorismo nero, la creatura apocrifa di Moffat e Gatiss  omaggia i generi letterari – si pensi alla Christie –, gli antecedenti più illustri – su tutti il Dracula interpretato da Christopher Lee –, i personaggi iconici – vano aspettarsi i soliti Renfield e Lucy. Non abbiate paura però: qui si sorride tanto, a canini stretti, e mai per caso. (6,5)

È una sera di pioggia e cattivi presagi. Il citofono di una ricca casa di Philadelphia trilla per annunciare l’arrivo di una misteriosa sconosciuta: laconica e d’altri tempi, sarà la tata del piccolo della famiglia. Un tesoro di bambino, che nella sua culla si limita a sorridere: non fa i capricci, non piange, non costringe i genitori a levatacce. Sembrerebbe tutto perfetto, se non fosse che quella casa nasconda dal primo all’ultimo episodio tragedie e segreti; colpi di scena che si annunciano sin dal pilot, e gettano luci sinistre su ogni personaggio, figuranti inclusi. Cosa nasconde Leanne, babysitter dedita in silenzio a riti occulti e autoflagellazione? Cos’ha Jericho, neonato da battezzare nell’immediato? Perché il padre chef ha perso all’improvviso il senso dell’olfatto e la madre, giornalista trasognata ai limiti della stupidità, fa fatica a elaborare il dramma di una notte? Prodotto dall’inaffidabile M. Night Shyamalan e già atteso per la seconda stagione, Servant ci fa tirare un sospiro di sollievo: il regista indiano che ci ha abituati un po’ a c olpi di fulmine, un po’ a disastri, questa volta non rovina il buono con spiegoni farraginosi o twist discutibili. Sorprendentemente calma e pacata, elegantissima, la serie preferisce infatti muoversi all’ombra della trilogia del Condominio di Polanski: interni signorili e soffocanti, che mostrano raffinatezze culinarie e insidie; vicini di casa decisamente sospetti; enigmi che conducono sia all’horror esoterico che al thriller psicologico. I primissimi piani, le ottime performance del cast – la ventenne Nell Tiger Free va tenuta d’occhio – e il senso d’ambiguità costante, poi, fanno il resto. Peccato soltanto per quel decimo episodio arrivato troppo in fretta, da cui ci saremmo aspettati qualche spiegazione in più: in rete, per fortuna, non sono mancate le teorie e i chiarimenti; le riprese del prosieguo, proprio in questi giorni, sono già in corso d’opera. Vivamente consigliata agli amanti del genere, Servant è una serie d’autore che spiazza soprattutto grazie al colpo di scena più singolare: il regista del Sesto senso, a oggi, non ha mandato tutto a gambe all’aria.  Viva le serie TV. Più stagioni ci saranno, più saranno rimandati a domani – non senza timore – i fasti o i disastri della famiglia Turner. (7+)

14 commenti:

  1. Di Dracula ho adorato i protagonisti (lui è sexy da far schifo, lei talmente witty da commuovere) e le prime due puntate; la terza, secondo me, ha un finale talmente fatto a tirar via da domandarsi perché si siano sbattuti a scriverlo. Peccato, poteva essere un capolavoro.

    Servant non lo conoscevo, me lo segno.

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    1. Non lo conoscevi? Male, ti piacerebbe tantissimooo.

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  2. Di Dracula ho saputo, già segnato, ma soprattutto dovrei segnarmi Servant, molto più interessante ;)

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    1. A modo loro, intrattengono entrambe. E in questo gennaio interminabile, quello è l'importante!

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  3. "Servant" l'ho adorato, come sai, mentre "Dracula"... Ehm, diciamo solo che ho fatto una fatica immensa a finirlo, nonostante fossero solo tre episodi! :(
    Credo peraltro di averlo detestato proprio per i motivi che a te l'hanno reso simpatico: troppo sornione, troppo trash, troppo... inutile! XD Ma il protagonista è azzeccatissimo, su questo non potrei essere più d'accordo. E bravissimo, anche! :D

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    1. Però serviva forse il solito Dracula, visto e rivisto? Onestamente mi sarei annoiato. Ho apprezzato, allora, questa nuova vena divertita e dissacrante. :)

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  4. Di Dracula ho visto solo il primo episodio e mi ha annoiata profondamente, ma non c'è nulla di tutto quello che scrivi tu, quindi mi sa che il bello viene dopo.
    L'altro non lo conoscevo nemmeno ma sembra particolarmente interessante.

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    1. Il primo episodio di Dracula è il più tradizionale, il più allineato con Stoker. Il resto, nel bene e nel male, è delirio trash :)

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  5. Dracula lo speravo e lo volevo diverso. L'adattamento ai giorni nostri di Sherlock è tanto riuscito quanto male è fatto questo. Un finale che non riesco davvero a difendere.

    Quel Servant non lo avevo proprio sentito/segnato. Se è horror al punto giusto, lo metto in agenda per quest'estate ;)

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    1. Horror ma non troppo, punta tutto sul versante psicologico e sulle interpretazioni. La protagonista, molto brava, forse l'hai vista nella serie di Refn!

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  6. Non mi ispirano troppo.
    Dracula non credo faccia granché al caso mio, sebbene la componente umoristica di cui parli potrebbe farmelo diventare simpatico. :)

    Servant non so... sarà che quello Shyamalan è proprio inaffidabile. XD

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    1. Shyamalan, ufficialmente, dirige solo due dei dieci episodi. Insomma, si contiene. :)

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  7. Devo dire che nonostante sono una divoratrice di horror e thriller, il trailer di Dracula mi ha fatto senso, però... l'ho inserito tra le serie tv da vedere ;-)

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    1. Ah, di spaventoso c'è solo il trailer, figurati XD

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