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La zona cieca, di Chiara Gamberale. Feltrinelli, € 15, pp. 219
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Non
ci eravamo lasciati bene, no. Adesso, inconcludente e
furbissimo, aveva dato vita a una pausa di riflessione lunga più di
un anno e mezzo. Chiara Gamberale, leggevo in dolce attesa, questo
inverno torna (ma non proprio) con La zona cieca. Si tratta
infatti di una ristampa. Di un romanzo che il prossimo anno soffierà
sulle sue dieci candeline. Ho potuto tirare così un sospiro di
sollievo. Perché sulla Chiara di una volta non ho mai avuto dubbi: è
la nuova, ogni tanto, che mi fa dubitare. Perché questi Lidia e
Lorenzo, io, tanto li ho letti e riletti in ordine casuale. Li
conoscevo già. Mandorla, la protagonista di Le luci nelle case degli altri, era loro condomina: la speaker radiofonica e lo scrittore in crisi creativa facevano
coppia fissa, avevano un cane con il nome di un antidepressivo e si
accapigliavano spessissimo, nell'amore bello e litigarello dei
proverbi delle nonne.
Non
ne posso più di tutto questo altrove, ho bisogno un po' di dove.
Lidia,
a un bivio, più padrona di sé, era anche in quell'Adesso da dimenticare. L'alter ego
dell'autrice – come lei, qualche disturbo alimentare in
gioventù e buoni consigli in radio – incontra
Lorenzo, un maestro nel dare e nel togliere, nel febbraio di un anno
bisestile. Non per un caffè, ma per un giro a un luna park che di
per sé mette un po' di malinconia. Credono che
faranno eccezione. Si prendono e si lasciano. Lei,
troppo malleabile, predica bene e razzola male. Lui, bello e dannato
per copione, con una ex moglie omosessuale e un livido dentro,
dipende dagli stupefacenti ma non dagli altri. Convivono, ma guai a
dirsi insieme.
Nel
suo immaginario Lorenzo era il pesce giallo e blu ferito
nell'acquario dove va a finire il piccolo Nemo, era Spugna l'aiutante
di Capitan Uncino ed era Scar, lo zio cattivo del giovane Re Leone,
mentre, sempre secondo lui, io ero il piccolo Nemo, il giovane Re
Leone ed ero Wendy, che sa volare sull'Isola che Non
C'è ma può anche tornare a casa - questa la sua tragedia, questa
la sua fortuna, diceva. Eravamo Lilo e Stitch.
-
Una bambina delle Hawaii sola al mondo e un mostro orribile
programmato per distruggere, ma che insieme imparano che 'Ohana vuol
dire famiglia.
La
zona cieca è la loro storia
d'amore: con tutte le ansie, i dilemmi e i grattacapi propri delle
coppie di oggi. La compongono le confessioni anonime degli
ascoltatori; i pensieri estemporanei di una trentenne insicura, cotta
e chiacchierona, che qualcuno potrebbe giudicare perfino senza capo
né coda. Eternamente indecisi, Lidia e Lorenzo sono
scordinatissimi: vogliono la stessa cosa, ma le danno nomi diversi.
Fidarsi, affidarsi, significa scoprirsi vulnerabili. Perché finché
siamo soli possiamo penserare a noi: anche diventando, a volte, i
peggiori nemici che abbiamo. Ma in due ecco che ci si scopre più
pieni, più felici, ma anche più tristi per per
un muso lungo. Per un giorno no contro cui, nostro malgrado, nulla
possiamo. L'amore fa miracoli?
La
zona cieca è tutto un processo
di accettazione e di elaborazione, ora frizzante e ora mesto. Finisce
con l'amarezza e una punta di beffa, con i puntini di sospensione,
anche se a differenza loro so già la fine che faranno: so che
possono farsi felici, applicandosi.
La
zona cieca, ancora, è tutto quello che
gli altri vedono di noi ma che ci sfugge – ad esempio, un pezzo di
lattuga rimasto intrappolato fra i denti a cena, o una convivenza
altalenante che bene non fa. Per capirlo bisogna sbatterci
la testa o, in questo caso, rompersi il mento. Lo suggerisce per
email uno sgrammaticato sciamano irlandese come amico di penna. Lo
ribadisce una Gamberale ritrovata con piacere – anche se con due
protagonisti molto difficili da amare, e infatti non li ho amati fino in fondo – che per fortuna, tra queste pagine, mi ha ricordato perché non
sia un'autrice di cui parlare e sparlare per pregiudizio preso.
Vorrei
tanto essere meno triste per farla felice.
Sulle
strade senza uscita, sui coni d'ombra, ci proietta la sua riconoscibilissima luce. E gli
spigoli di un rapporto considerati pericolosi solo perché lasciati al buio, i segreti dell'altro, non fanno più spavento sotto la guida di chi sa e, soprattutto, sa condividere.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Arisa - Ho perso il mio amore
E boh... io la Gamberale non riesco a decidermi a leggerla!
RispondiEliminaIdem xD
EliminaDiciamo che non partirei con questo...
C'è di meglio, tra i suoi titoli.
EliminaMa anche di peggio, molto.
Magari questo libro non è er mejo da cui cominciare, ma tra te e Lisa state facendo una bella promo alla Gamberale e mi avete fatto venire una certa curiosità di andare a leggermi qualcosa di suo...
RispondiEliminaVi consiglio di farvi pagare da lei per la pubblicità. ;)
Chiara, ascolta un po' che dice Marco. Ha sempre idee interessanti...
EliminaLidia e Lorenzo non sprizzano certo simpatia, né qui né con Mandorla, ma tra lo sciamano e le storie on air, pure questo Gamberale era volato leggero e con piacere. Io me ne prendo uno all'anno, e come sai, per questo 2017 ho appena dato ;)
RispondiEliminaAh, sì. Ho dato anch'io.
EliminaPer il 2018, evitati Adesso, mi raccomando. ;)
Io devo ancora riuscire a farmi un'idea su questa autrice. Sarà che ho letto solo Per dieci minuti e che non mi ha convinta, ma non riesco a decidermi a provare a leggere altro di suo.
RispondiEliminaLetto in un periodo strano, invece, quello ai tempi lo avevo trovato adorabile. Ma dieci minuti per me, purtroppo, non me li sono presi.
EliminaIo di Chiara Gamberale ho letto solo "PEr dieci minuti", mi è piaciuto. Altri però non ne ho letti ancora, anche se un'amica mi ha regalato Adesso. Mi attira tanto, ma poi mi fermo. Uff, sono in una zona d'ombra.
RispondiEliminaMi dispiace ma io la Gamberale proprio non riesco a leggerla. Dopo un faticosissimo tentativo con "Per dieci minuti" (che ho rimosso dalla memoria dopo 2 giorni, non ricordo neanche più la trama), ora sto riprovando con "La zona cieca"...ma niente, non riesco ad andare avanti. Mi annoia. Eppure di libri ne leggo...
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