Ma
i cicloni non hanno colpe: sono cose della natura [...]
La bellezza di Miguel è nella natura delle cose. Accettando questo
concetto, solamente così, si può riuscire a capirla, accetterla,
rispettarla, amarla per quello che crea, per quello che distrugge,
per quello che crea ancora.
Autore:
Massimo Cuomo
Editore:
Edizioni E/O
Numero
di pagine: 265
Prezzo:
€ 17,00
Sinossi:
Miguel
è bellissimo, di una bellezza rara e miracolosa che sin dalla
nascita scatena un culto appassionato in tutta la popolazione della
città. Il fratello maggiore Santiago assiste ammirato e intimorito
alle prodigiose reazioni che la bellezza dell’altro suscita nel
padre e nella madre, nei passanti, nelle vicine di casa che affollano
il cortile, nelle pretendenti smaniose che lo incalzano ovunque. Ama
il fratello più piccolo ma finisce per diventarne l’ombra. Così
come Miguel cattura sempre la luce dei riflettori, a Santiago tocca
invece il buio degli angoli nascosti. Gli sguardi delle donne sono
tutti per il fratello, la sua bellezza mantiene in secondo piano ogni
aspetto dell’esistenza del primogenito. La vita tuttavia non fa
sconti a nessuno e anche Miguel dovrà, attraverso un faticoso
apprendistato, cercare la via per un rapporto maturo con gli altri.
Il romanzo è ambientato in Messico, uno scenario che illumina la
storia dei colori del realismo magico. Tutti gli eventi sembrano
risplendere di una luce mitica e leggendaria. Il conflitto tra i
fratelli, il ruolo dei genitori, le storie d’amore, la violenza, i
viaggi sono raccontati attraverso un’introspezione psicologica
profonda e realistica, ma assumono al tempo stesso un’aura di
leggenda. La storia si snoda fra dispiaceri, fughe, rimorsi,
ritrovamenti, abbandoni e illuminazioni, mentre seguiamo le vicende
dei due fratelli, dei genitori, delle donne amate, degli abitanti del
posto, tutti in modo diverso travolti e segnati per sempre da questo
straordinario incontro con la Bellezza.
La recensione
Quando
mio fratello è nato avevo due anni. Lo guardavo di sottecchi,
nascosto dietro le gambe di papà, e mi chiedevo se fosse possibile
buttarlo nella betoniera – volevo fare il muratore e i moti
concentrici della betoniera, sì, mi incantavano come poche cose al
mondo. Mia mamma disse di no, era una brutta cosa da pensare, e
offeso smisi di parlarle per un po'. Mi assecondarono nella scelta
del nome, Diego. E come Don Diego de la Vega, altro incanto dei miei
due anni, mica Maradona. Sono da ventun anni il fratello maggiore di
un fratello più bello e precoce di me. Lì la causa dei capricci. Lì
l'innocente richiesta di ucciderlo. Sono sempre stato o troppo magro
o troppo grasso, mentre Diego – quattro chili di ciccia, gli occhi
azzurri, biondissimo: l'opposto, insomma – rubava le attenzioni.
C'era chi si chinava nel passeggino, chi lo fotografava facendo moine, chi scambiava la sua delicatezza per quella di una
bambina. E c'ero io, messo momentaneamente da parte, che ingigantivo
per gelosia i suoi pregi. Mio fratello oggi arriva al
metro e ottanta, lavora lontano, ha amori qui e amori lì. A giugno
compirà gli anni. Sempre un passo indietro, ma senza l'invidia
dell'infanzia, ho pensato a me e lui, a noi, finché è durata la
lettura di Bellissimo. Poi ho avuto voglia di chiamarlo e,
cosa strana, ha risposto. Il primo romanzo di
Massimo Cuomo che leggo me l'ha suggerito la Lettrice Rampante:
blogger non di manica larga, che si esalta solo in presenza di pois, torte al cioccolato e un gatto in particolare.
Ha scritto, tra le altre cose, che il titolo non peccava di presunzione. E Bellissimo è bellissimo davvero: potrei fermarmi qui. A una copertina che suggerisce tanto, a un superlativo assoluto che dice tutta la verità e nient'altro che la verità. Il romanzo dell'autore che ha tradito il Veneto per il Messico racconta la storia di una famiglia benedetta da una nascita miracolosa. Siamo nell'esotica Mérida, un paesello dell'America Latina, e diverse generazioni di Moya sbirciano il neonato oltre il plexiglass: tutti i bambini sono belli per le loro mamme, ma Miguel di più. Se ne accorge Santiago, cinque anni, che per la prima volta vede sorridere il padre e brillare di luce riflessa la madre. Miguel non solo ha i tratti cesellati di una statua ma, morto e risorto, è stato anche graziato dalla Vergine Maria. Parenti e compaesani lo accolgono con banchetti, musica e botti, e lo stesso carnevale lo seguirà fino all'adolescenza.
Alle scuole elementari strappa baci alle compagne di classe dietro le agavi e, di lì a poco, scoprirà la magia del sesso e il richiamo della libertà. Il ragazzino ruba fidanzate, lavori e attenzioni con un sorriso. Monopolizza gli sguardi. Ammansisce le bestie feroci – Pan, un cane randagio, è protagonista di un capitolo che mi ha letteralmente commosso – e a volte provoca resse e litigi. La maledizione, quella, di chi ha ogni donna amante e ogni uomo nemico. Finché un giorno non prende e va. Con la Ford rossa del nonno, guidata senza patente; una Polaroid con cui profanare templi sacri e immortalare splendori naturali; un fratello maggiore che non sta mai al passo (ma su una panchina legge Cent'anni di solitudine e, intanto, si innamora di Soledad). Bellissimo ha pochi dialoghi e tante suggestioni sparse, musi lunghi e straordinari momenti di tenerezza. Un Cuomo perfetto che, se non fosse per la nota biografica nel risvolto di copertina, scambierei per uno scrittore caraibico. Da fratello qual è, cura il viaggio a ritroso di Santiago – una farfalla che si credeva cactus – tra letture che facilitano il compito a Cupido, circensi tentatrici e balli nella polvere. Miguel ha lasciato dietro di sé fotoricordo, cocci e qualche storia impossibile. Quel ragazzo che si macchia di disastri e flirt è infatti già leggenda dov'è passato. Bellissimo è un inseguirsi senza tregua e forse senza raggiungersi. Su una fuga lunga una vita. Su un amore che è saziarsi. Su quegli abbracci da cui ci si ritrae d'istinto, per disabitudine o paura di un altro pugno in faccia, che portano a casa.
Ha scritto, tra le altre cose, che il titolo non peccava di presunzione. E Bellissimo è bellissimo davvero: potrei fermarmi qui. A una copertina che suggerisce tanto, a un superlativo assoluto che dice tutta la verità e nient'altro che la verità. Il romanzo dell'autore che ha tradito il Veneto per il Messico racconta la storia di una famiglia benedetta da una nascita miracolosa. Siamo nell'esotica Mérida, un paesello dell'America Latina, e diverse generazioni di Moya sbirciano il neonato oltre il plexiglass: tutti i bambini sono belli per le loro mamme, ma Miguel di più. Se ne accorge Santiago, cinque anni, che per la prima volta vede sorridere il padre e brillare di luce riflessa la madre. Miguel non solo ha i tratti cesellati di una statua ma, morto e risorto, è stato anche graziato dalla Vergine Maria. Parenti e compaesani lo accolgono con banchetti, musica e botti, e lo stesso carnevale lo seguirà fino all'adolescenza.
Alle scuole elementari strappa baci alle compagne di classe dietro le agavi e, di lì a poco, scoprirà la magia del sesso e il richiamo della libertà. Il ragazzino ruba fidanzate, lavori e attenzioni con un sorriso. Monopolizza gli sguardi. Ammansisce le bestie feroci – Pan, un cane randagio, è protagonista di un capitolo che mi ha letteralmente commosso – e a volte provoca resse e litigi. La maledizione, quella, di chi ha ogni donna amante e ogni uomo nemico. Finché un giorno non prende e va. Con la Ford rossa del nonno, guidata senza patente; una Polaroid con cui profanare templi sacri e immortalare splendori naturali; un fratello maggiore che non sta mai al passo (ma su una panchina legge Cent'anni di solitudine e, intanto, si innamora di Soledad). Bellissimo ha pochi dialoghi e tante suggestioni sparse, musi lunghi e straordinari momenti di tenerezza. Un Cuomo perfetto che, se non fosse per la nota biografica nel risvolto di copertina, scambierei per uno scrittore caraibico. Da fratello qual è, cura il viaggio a ritroso di Santiago – una farfalla che si credeva cactus – tra letture che facilitano il compito a Cupido, circensi tentatrici e balli nella polvere. Miguel ha lasciato dietro di sé fotoricordo, cocci e qualche storia impossibile. Quel ragazzo che si macchia di disastri e flirt è infatti già leggenda dov'è passato. Bellissimo è un inseguirsi senza tregua e forse senza raggiungersi. Su una fuga lunga una vita. Su un amore che è saziarsi. Su quegli abbracci da cui ci si ritrae d'istinto, per disabitudine o paura di un altro pugno in faccia, che portano a casa.
Il
mio voto: ★★★★★
Il
mio consiglio musicale: Camille – Home Is Where It Hurts
Quella recensione di Elisa aveva colpito anche me e infatti "Bellissimo" me l'ero appuntato a mente già allora (anche perché di solito i libri con il logo e/o sono quelli che mi stupiscono di più).
RispondiEliminaLeggere adesso tanto entusiasmo e commozione anche nelle tue parole è la spinta decisiva. Forse mai come stavolta è il caso dire recensione bellissima.
Ti ringrazio tantissimo, Rosa!
EliminaBene, convincente, come sempre. Segno!
RispondiEliminaSegna, e leggi presto. ;)
Elimina...ma com'è che, praticamente tutti i libri dei quali fai recensione, finiscono per attrarmi?
RispondiEliminaAhahah, chiedo perdono.
EliminaPerò se leggi Cuomo, di cui si parla troppo poco, sono contento!
Già lo volevo dopo la recensione di Elisa, adesso di più! Ma
RispondiEliminaIo sono sorella minore ed ho "subito" gli sguardi di cui parli e i pensieri di omicidio di mia sorella ahahahahahah
Ad ognuno il suo!
Bellissimo che a fine lettura ti sia venuta voglia di chiamarlo! ;)
Ah, sicuramente ti meritavi le occhiate omicide. Siete tremendi, voi fratelli minori, non fate finta di no. :-P
EliminaAhahahahahah ;)
EliminaRide, ride.
EliminaDillo alla sorella defraudata!
Mia sorella era una iena... Io solo un povero angelo maltrattato!!!
EliminaNon si vede l'aureola? 😜😜😜😜
Sono figlia unica, ma mi diverte l'immagine di te incantato dalla betoniera. Per quanto riguarda il libro posso farci un pensierino.
RispondiEliminaCiao da Lea
Le uniche cinque stelle che ho dato quest'anno e solo un pensierino? :)
EliminaLea e pochi dialoghi non vanno d'accordo.
EliminaMa sono pochi ma giusti, non pochi pochi.
EliminaIo dei dialoghi farei a meno, o ricorrerei solo al diretto libero di Haruf. :)
Sto cedendo! ;-)
EliminaLa fine dei vandalismi lo leggerai? Parlando di Haruf mi hai fatto venire in mente il nuovo libro della NN.
E' già in libreria.
EliminaTocca solo trovare il momento opportuno: so che è un romanzo bellissimo ma affollatissimo, e io ho una memoria da pesce rosso...
Raramente ho visto tutte quelle stelline...una pagina di storia che dura da 21 anni, la tua, i tuoi.
RispondiEliminaDiego è un bellissimo nome, tra i miei preferiti, però mio figlio l'ho chiamato Antonio :-P, vabbè dai le classiche tradizioni del sud...il nonno defunto merita di rivivere nel nome del nipote!!!! E tu per me sei bellissimo,lo si legge nelle tue parole. Segno subitissimo, conosco la Lettrice Rampante e mi fido del tuo giudizio sensibile e obbiettivo. Un abbraccione anima bella!
Antonio è mio padre, in compenso!
EliminaTi ringrazio moltissimo, Francesca! Un bacione. :)
Poi ti dirò più guardo mio figlio più mi dico che il nome Antonio gli sta davvero bene! A presto :-)
Eliminaio sorella maggiore vado controcorrente e sguardi omicidi non ne ho mai tirati, ancora adesso sono sempre la sua fan numero uno!XD il libro però me lo segno, le tue poetiche parole lo hanno reso meraviglioso!
RispondiEliminaMa tu di quanto sei sorella maggiore? Secondo me, dipende tutto da quello. A due anni sei troppo piccolo.
EliminaGià ho il gatto gelosissimo della tartaruga, povero.
Ti ringrazio!
A cinque stelle non si può dir di no. Non conoscevo l'autore Massimo Cuomo. Ora, complice la tua travolgente recensione, devo assolutamente leggere "Bellissimo". Comunque sia lunga vita ai fratelli :)
RispondiEliminaLunga vita sì, tocca ammetterlo!
EliminaNon lo conoscevo nemmeno io prima di questo romanzo, ma fortunatamente - nel ritardo imperedonabile - ne ho altri due da recuperare. :)
Sorella maggiore anche io - da quando avevo 5 anni - di una specie di bambola francese a grandezza naturale dai capelli biondo cenere, con gli occhi verdi e il nasino all'insù (sotto questa patina di finezza ed eleganza è sempre stata un incrocio tra un camionista bulgaro ed un membro del corpo dei Marines). Detto ciò: di Cuomo ho letto Piccola osteria senza parole e sono rimasta molto "meh". Penso di essere una delle tre o quattro persone in Italia a cui non è piaciuta, questa specie di collisione frontale tra Andrea Vitali e Paulo Coelho; ragion per cui non credo di voler fare un nuovo giro di giostra con Bellissimo, non adesso, almeno. Forse l'ambientazione drasticamente diversa detta il passo ad una narrazione molto distante da quella di Piccola osteria? La mia speranza sarebbe quella. Mi metto alla finestra ad attendere pareri di chi li ha letti entrambi.
RispondiEliminaMa grazie per avermi parlato di tua sorella: che tipo dev'essere! So che alla Lettrice Rampante era piaciuto molto anche Piccola osteria senza parole. Onestamente, non saprei il cambiamento di Cuomo - ambientazione a parte. Leggi qualche estratto per cambiare idea. Sono rimasto incantato sin dall'incipit. :)
EliminaAnche io sorella maggiore di due anni e mezzo più grande di mio fratello. Anche io con istinti omicidi, della serie che se in casa c'era silenzio i miei correvano in direzione della culla. Con gli anni ho smussato i suddetti istinti ed ora siamo inseparabili. Una sorta di "...e vissero felici e contenti". Come non fare un pensierino su questo libro che si becca 5 stelline? Segno perché se è Bellissimo, di nome e di fatto un motivo ci sarà :)
RispondiEliminaAh, siamo tanti fratelli maggiori, noto!
EliminaLeggilo. Ci troverai gli istinti omicidi e, forse, anche parte di quella riconciliazione lì. Non dico niente. :)
Con un titolo così, difficile dire di no.
RispondiEliminaBellissimo anche il tuo post, soprattutto la parte riguardante il tuo fratellino. ;)
Il libro però devo dire che non so se può fare troppo al caso mio. Sarà che quando sento parlare di realismo magico un po' mi preoccupo... :D
Il realismo magico mi affascina il giusto, ma ti confesso che con i sudamericani (tipo Marquez, letto una volta anni e anni fa) non è amore. Cuomo, italianissimo pur scegliendo il Messico come scenario, mi ha fatto cambiare idea. :)
EliminaMeno male che stamattina sono passata da qui! Rischiavo di perdermi questa meravigliosa recensione e magari anche questo libro. Ovviamente, sarà mio :) Baci!
RispondiEliminaDa mamma, lo amerai. :)
Elimina