Quanto devono essere state belle quelle vite che approdando al cinema si fanno musical? La riflessione
valeva tanto per i circensi di The Greatest Showman –
spettacolo spettacolare per tutta la famiglia – quanto per Sir
Elton John, idolo generazionale con un cinquantennio di carriera alle
spalle. Non è tutto oro quel che luccica. Spesso, dietro la musica
leggera, si nascondono i fardelli. In Rocketman lo
dimostra bene un incipit che è tutto un programma: insaccato in una
tutina rosso fuoco, il protagonista marcia come un drago nel
corridoio di una clinica. Elton, a un bivio, sceglie di
disintossicarsi. Scenografico anche nel momento del bisogno, lava i
panni sporchi in una seduta psicoanalitica che nella sequenza
successiva si è trasformata già in fiaba. E c’è più personalità
in poche immagini che in due ore di Bohemian Rhapsody.
Benché non eguaglierà al botteghino l’agiografia di Mercury, il
biopic di Fletcher – sostituto di Singer nelle ultime fasi del film
sui Queen – è superiore per resa e impegno. La storia del
grassoccio Reginald, brutto anatroccolo che raggiunge la vetta ma
perde sé stesso, non ci risparmia l’alcol, le pasticche, un
rimpinzarsi di sesso e cibo che portarono alla bulimia. Conta numeri
ispiratissimi – il piano sequenza con Saturday Night’s
Alright, le struggenti Your song o Sorry
seems to be the hardest word, il tentato suicidio
sulle note della canzone eponima –, qualche caratterista
bidimensionale – Bryce Dallas Howard e Richard Madden, troppo
antipatici per essere veri: tenerezza infinita, al contrario, per
l’amico fraterno Jamie Bell – e un’ampia gamma di emozioni, in
un evento all’altezza di una carriera di cui in verità poco sapevo. Come il
regista di Dolor y Gloria, il cantante inglese si nutre d’affanni
e d’applausi. Si perde nel passato, sperando di venirne a capo. A
metà tra una seduta degli alcolisti anonimi e una baraonda colorata,
Fletcher attinge direttamente al vangelo secondo John: c’è un po’
di autocelebrazione, vero, ma per fortuna compensano tanta brutale onestà e il
contrappunto vincente dell’umorismo britannico. Non cronaca
scolastica, ma commedia musicale in tutto è per tutto, ha una
scrittura semplice e parabolica, ma risulta comunque innovativo. Sono
le canzoni dello stesso artista, come fu per i Beatles in Across the universe, a raccontarne gli alti e i bassi e non si respira
l’aria viziata, insincera, delle commemorazioni postume. Vivissimo,
onnipresente e fiero, il vero Elton può godersi in vita un
tributo trascinante che emozionerà fan e non. Dietro gli occhiali da
sole, sotto le piume di struzzo, battono il cuore e il talento puri
di un Egerton da Oscar. Tragico e festoso, di un’allegria ora
malinconica e ora isterica, l’attore indovina il ruolo
della vita e non lo spreca. Canta, balla, recita
senza diventare mai macchietta. Piccolo, anagraficamente e di
statura, è un razzo sul punto di esplodere. Fa fumo, rumore, e la
gioia di chi ama la bella musica e soprattutto il cinema solido. Il
suo film, che gli è affine, è un razzo. Non puoi che smarriti nella
sua scia, e fra gli applausi. (7,5)
Le
premesse sono le stesse del recente Dumbo. Ci si
aspettava poco. Dall’ennesimo live action stimato non necessario.
Dal nuovo film di Guy Ritchie, regista mai apprezzato
particolarmente. Ma mi hanno portato in sala il giusto stato d’animo e
il biglietto ridotto, insieme a un’adorazione viscerale per
il capolavoro di ventisette anni fa. Avrebbe potuto essere uno
sfacelo: gli appassionati di lunga data, si sa, sono una brutta
bestia. Ma dopo un prologo goffo, a sorpresa, Aladdin ingrana
e appassiona. Un diesel che, contro tutti i pronostici, aspettava
proprio l’ingresso del Genio Will Smith per superare l’empasse
iniziale: criticato a priori sui social, l’attore afroamericano
strappa risate a scena aperta grazie ai pezzi scoppiettanti (su
tutti, Un amico come me) e alle mosse riciclate dal successo di Hitch, con cui
conquistare l’altrettanto buffa ancella di Jasmine o trasformare
il protagonista in principe durante una colorata parata trionfale. La
seconda metà, con un intermezzo a palazzo tutto nuovo – il
culmine, un’esilarante scena di breakdance – e un epilogo che,
per quanto fedele, mi sono goduto più del previsto avendone scarsi
ricordi, riesce a far digerire la scelta di uno Jafar lontano dal
cattivo viscido e sornione della versione originale e quel briciolo
di delusione per Il mondo è tuo, duetto compromesso da
una fotografia sin troppo cupa. Ritchie, contenuto il giusto, può
concedersi rallenty e volteggi in libertà grazie al
fisico atletico dell’azzeccato Mena Massoud e a una trama già di
per sé molto frenetica. Poco deve inventare: per essere un cartone,
l’originale era pieno zeppo di intrighi. Lì, al solito, si
annidano i difetti e i pregi di operazioni simili a questa. Copie stinte che
nulla aggiungono ai capostipiti e, se tutto fila liscio, come in
questo caso, nel bene nulla tolgono. L’avventura di Aladdin resta
magica anche con attori in carne e ossa, sebbene meno incisiva, e al
contrario di ciò che succedeva nel pessimo La bella e la bestia poco si ha da dire contro il decoroso adattamento
italiano, il casting perfetto dei protagonisti principali e
l’inserimento di un’immancabile dimensione femminista che,
complice la potenza della splendida Naomi Scott, non risulta mai
stucchevole – certo, quanti luoghi comuni nel testo di Speechless,
novella Let it go con acuti da pelle d’oca. Il
confronto è inevitabile. E, inevitabilmente, questo nuovo
adattamento lo perderebbe. Ma approcciato con basse aspettative, per
via dell’aria kitsch e posticcia dei trailer, la riscrittura in
salsa Bollywood del classico Disney mi ha sinceramente divertito e,
su un tappeto volante, ha fatto volare via due ore di visione e i
pregiudizi che portavano con sé. (7)
Andrò a vedere sicuramente Aladin 😊😊 ho amato il cartone animato 😊😊
RispondiEliminaIl cartone resta imbattuto, però è piacevole rivivere le stesse situazioni ventisette anni dopo, con attori veri. :)
EliminaAnche a me è piaciuto Aladdin :-)
RispondiEliminaPiù carino del previsto, ammetto la mia sorpresa!
Elimina"Aladdin" lo vorrei vedere anch'io! ^^
RispondiEliminaDi "Rocketman" ho visto il trailer in sala: non so bene perché, ma non mi ha colpito esattamente in positivo... Ho come l'impressione che non faccia al caso mio, non fosse altro che perché non è il mio genere...
Prometto che cambierai idea, Sophie.
EliminaRocketman è di un'umanità che commuove, soprattutto se in gioventù ci si è sentiti incompresi come Reginald.
Su Aladdin la penso come te: divertente e due ore ti passano in fretta.
RispondiEliminaL'originale però è di tutt'altra pasta (persino Jasmine era più cazzuta prima, che oggi dove appare in cerca di un ruolo maschile).
Rocketman ancora non lo vedo, è la seconda rece entusiastica che leggo oggi quindi ok... Mi piace l'approccio utilizzato.
Moz-
La nuova maturità di Jasmine, lo ammetto, non mi è dispiaciuta. Anzi. Caso emplematico: lì puttaneggiava per distrarre Jafar dalla sua avanzata, come fosse una Bond Girl dei tempi, qui usa invece un'innegabile capacità retorica per richiamare all'ordine la guardia che li ha traditi.
EliminaGeneralmente, come te, però il politicamente corretto non lo apprezzo.
Come sai per me Aladdin è stato un no. Non urlato, ma ormai stanco per queste riproposizioni che niente aggiungono e tanto tolgono rispetto alla magia dell'originale. Continuiamo random a vederci video del cartone, per dire, e non resisterò fino a Natale per rivedermelo tutto...
RispondiEliminaRocketman musical non perfetto (sul finale mi è pesato un po'), ma con tanto da dire. Numeri musicali, protagonista e colori azzeccatissimi!
Ah, il cartone lo rivedrei anche adesso, ma Ritchie è riuscito a non farne scempio. Cosa che non posso dire del mito di Re Artù o di Sherlock Holmes, che con lui si trasformano in tamarrate cosmiche!
EliminaFantastico il film e soprattutto il nuovo taglio dato a Jasmine. Il fatto che ancora si definiscano "ruoli maschili" i ruoli di potere mi fa pensare sempre più che, lungi dall'essere "politicamente corrette", queste riscritture sono più che mai necessarie per educare le nuove generazioni...
RispondiEliminaL'importante è non cadere né in un eccesso né in un altro. Emblematico il caso di Keira Knightley, che alla figlia non legge per partito preso le fiabe classiche in quanto contraria alle principesse della tradizione. Una tradizione da rinnovare, certo, senza rinnegarla. La Disney fabbrica sogni dal 1937, e non ha generato grandi mostri.
EliminaAladdin non credo andrò a vederlo... Rocketman mi è piaciuto, ma mi ha un po' deluso il fatto che si fermi così presto: la maggior parte delle canzoni di Elton che ho amato erano posteriori e non sono presenti nel film. Concordo comunque con ogni parola della tua bella recensione!
RispondiEliminaCiao Nadia! Io conoscevo giusto le più famose, ad esempio l'immancabile Your Song, quindi non ho percepito nessuna mancanza. Insomma, sia dal punto di vista musicale che cinematografico, è stato una scoperta!
EliminaIl film "Aladdin" lo voglio vedere :) anche se è diretto da Guy Ritchie (come sai non ho apprezzato il suo "King Arthur - Il potere della spada").
RispondiEliminaAh, io di Ritchie non ho apprezzato mai niente, consolati!
EliminaDue enormi incognite. Dalle mie parti potrebbero essere massacrati in maniera tremenda, oppure rivelarsi delle sorprese.
RispondiEliminaConsiderando che a me Bohemian Rhapsody era contro tutte le previsioni piaciuto e che Aladdin non l'ho trovato magico manco in versione animata, l'impressione è che i miei giudizi possano essere opposti ai tuoi. Tutto però può succedere...
Rocketman, per me, ti piace.
EliminaMolto curioso di Rocketman, che sarà tra le prossime visioni.
RispondiEliminaAladdin visto con i Fordini, invece, non mi è rimasto per nulla, da vecchio amante del cartone. Peccato.
A una settimana di distanza, ha lasciato poco anche a me, ma poteva andare peggio.
EliminaDue film entrambi gradevolissimi, più il primo che il secondo, anche se in effetti con Aladdin partivo già piena di pregiudizi visto che adoro il cartone originale.
RispondiEliminaPer quanto riguarda Rocketman, grazie a Dio non è arrivato un altro Bohemian Rhapsody!
Per quello ci pensa la prossima fiction con Beppe Fiorello. In quanto a livello, lì stiamo!
Eliminavorrei vederli entrambi al cinema, ma a causa della sessione non potrò (argh!). Sicuramente li recupererò una volta finita. Sono molto curiosa comunque *_*
RispondiEliminaFammi sapere!
Elimina