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martedì 25 gennaio 2022

Recensione: La casa senza ricordi, di Donato Carrisi

| La casa senza ricordi, di Donato Carrisi. Longanesi, € 22, pp. 398 |

Me lo hanno regalato per Natale, come da tradizione, e l'ho portato con me in vacanza nella terra d'origine dell'autore. In una vecchia presentazione Donato Carrisi aveva dichiarato che Il suggeritore, esordio indimenticabile, fosse nato proprio all'ombra dei trulli. L'idea di terminare l'anno ospite di La casa senza ricordi, sfortunatamente, non è stata delle migliori: per me, fan della prima ora, è il romanzo più deludente del giallista pugliese. Sequel di La casa delle voci, a sua volta già poco entusiasmante, riprende le vicende di Pietro Gerber: psicologo infantile e ipnotista, ha messo a rischio famiglia e reputazione per il caso di Hanna Hall. Ormai divorziato, gira lungo le strade di una nebbiosa Firenze nel solito trench Burberry in attesa del prossimo caso di cronaca nera. Può un bambino con il caschetto biondo e gli innocenti occhi azzurri essere il novello mostro della città?

Tu l'hai mai incontrato un mostro, dottore? Uno di quelli che pensi esistano soltanto nelle fiabe o nei film dell'orrore? Un essere immondo, uno sbaglio di Dio? Per capire che ce l'hai proprio davanti agli occhi, devi prima convincerti che è possibile. Ed è la parte più difficile. Perché nessuno ti ha mai insegnato a riconoscerlo. Nessuno ti ha mai spiegato che, quando lo vedrai, ti sembrerà del tutto simile alle persone che incontri ogni giorno.

Scomparso insieme alla mamma otto mesi prima, Nico è stato trovato nei boschi del Mugello in stato catatonico ma senza un capello fuori posto: che abbia ucciso la madre, rimasta nel frattempo irrintracciabile? Passo dopo passo, innesto dopo innesto, il protagonista s'intrufola nel girone infernale dei ricordi del bambino. Ma la storia da incubo che racconta Nico – ossia la convivenza con un misterioso orco in un casolare sperduto – è ambientata vent'anni prima e appartiene a qualcun altro. Esclusa l'evenienza di una possessione demoniaca, non resta che un pensiero: la mente del bambino, vittima di un subdolo parassita, è manipolata da un affabulatore; un ipnotista pari a Gerber, se non perfino più potente.

Nessuno è disposto a credere alle storie dei bambini.

Questo Carrisi si concede ritmi più dilatati, tempi meno serrati. Caratterizza i personaggi un po' meglio che negli ultimi scritti – li avevo trovati rapidi e cinematografici quanto sceneggiature –, introduce comprimari, sottotrame e idee. Le parti più degne di interesse riguardano il passato di Pietro e il suo rapporto con il defunto padre, il Signor B., membro di un'affascinante confraternita di ipnotisti fiorentini: è qui che l'autore intriga, da grande intrattenitore qual è, con giochi di carte in cui si rischia la pazzia o con brevi dissertazioni sulla licantropia (esiste davvero!). Il resto è una sfida a distanza tra ipnotisti, circondata da un'aura di paranormale alla The Prestige, in cui il piccolo Nico diventa un tramite tra Pietro e il suo personale Moriarty. Quale sarà l'identità della sua nemesi? Lungo, nebuloso e frustrante, il romanzo finisce per seminare domande e disappunto in un epilogo inconcludente più che sospeso: un buco nell'acqua. Non aspettatevi colpi di scena né risposte: sono rimandate al prossimo best-seller, per fidelizzarci tutti meglio. Sempre di arrivarci, questa volta, con qualche ricordo a cui aggrapparsi.

Il mio voto: ★★

10 commenti:

  1. da quello che leggo direi che i tempi del carrisi del suggeritore sono finiti. Peccato. Io che ancora non mi sono approcciata a lui mi ritrovo già a scartare i suoi romanzi..

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    1. Scartare è una parola grossa, dai: hai i migliori da recuperare! Lascia questo e il precedente per ultimo, sono evitabilissimi.

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  2. Ciao Ink, di Carrisi ho letto solo "Il suggeritore": non mi è dispiaciuto, ma ricordo che la fine mi aveva un po' delusa... mi piacerebbe comunque leggere altro di suo... :-)

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    1. La fine trovava il suo (parziale) completamento, però, in L'ipotesi del male: altrettanto bello!

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  3. ahi ahi, siete in tanti a dare pareri negativi su questo romanzo :-o
    ultimamente ho letto LA CASA DELLE VOCI e l'ho trovato godibile, mi ha incuriosito, come del resto mi capita quando c'è di mezzo l'aspetto o psicologico e come Carrisi "se ne serve".
    Eh, le delusioni possono capitare, però io resto sempre una fan :-D

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    1. Resto un fan anch'io, ma vorrei romanzi più curati e sentiti. Pare debba timbrare per forza il cartellino...

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  4. Non ho mai letto Carrisi, è uno di quegli autori che non mi ispirano anche se lo leggono in tanti. Questo tuo voto non aiuta ahahahhaha

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    1. Però alcuni (ad esempio Il suggeritore o Il tribunale delle anime) sono bellissimi. ;)

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  5. L'elenco di libri di Carrisi che non ho letto si allunga. E questo non sembra il migliore da cui cominciare...

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