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Unastoria, di Gipi. La biblioteca della Repubblica. Coconino
Press, € 10, pp. 126 |
Si
chiama Silvano Landi, ha cinquant'anni e il suo nome forse potrebbe
farti accendere la proverbiale lampadina. Scrittore affermato, sempre
all'inseguimento dell'idea vincente, un giorno è stato trovato in
spiaggia rannicchiato su se stesso e in stato confusionale. Degente
in un ospedale psichiatrico, per il bene suo e soprattutto per quello
degli altri, adesso farnetica senza posa di una stazione di servizio
e di un grande albero dai rami spogli. Nella sua testa si affollano
così le sensazioni, i flashback dolorosi, le immagini di un'altra
vita. La follia, sin dall'origine dei tempi tutt'uno con le arti
grafiche, sulla carta trova spazio vitale e colori vorticosi. Trova
un senso, anche se all'inizio sembra sfuggire. A pagine alterne,
infatti, leggiamo di un altro uomo, suo nonno: giovane soldato
mandato in avanscoperta da superiori sprezzanti del pericolo, che
sotto il fuoco incrociato del nemico tedesco trova riparo all'ombra
di un albero isolato – un miracolo, in un conflitto che guarda caso
ha reso tutto cenere – e pensa intanto a come sarà riabbracciare
la moglie Teresa, a cosa fare per le ferite profonde dell'amico Luca.
Malevola
è la nostra natura, quanto amorevolmente protettiva è la nostra
cecità.
Non
mancano le digressioni curiose e gli sprazzi surreali – una
baronessa capricciosa e annoiata che desiderava armi più letali in
guerre lampo, lacrime copiose che hanno plasmato goccia a goccia i
volti dei primi uomini della Creazione – e ritornano
immancabilmente i temi cari del pacifismo e dell'eterna
incomprensione di cui sono vittima gli animi sensibili. Acclamato
all'unisono come suo capolavoro e candidato al premio Strega,
Unastoria appare più degno
di meraviglia ma meno immediato di S.,
altro flusso di coscienza tipicamente autoriale che dalla sua, però,
aveva un carico emozionale superiore a questo. Semiautobiografico,
come ho scoperto spulciando le interviste e la bibliografia di un
dolcissimo Gipi spesso in crisi d'identità; costruito meglio, vero,
ma anche costruito di più. Le storie, a dispetto del titolo, in
verità sono proprio due. Non si toccano mai, ambientate in
epoche diverse. Ma si sovrappongono, si scontrano, si rubano la
scena. Per la prima volta, a sorpresa, mi scopro del tutto
impossibilitato a parlarvi della trama e dei singoli personaggi,
tanto complessa è l'esperienza della lettura, tanto parola e colore
compongono un inscindibile e lisergico tutt'uno.
Mi
chiedo, amore... Da dove viene questo chiarore? Non dalle stelle che
son troppo lontane. Non dalla luna, assente. Viene dai nostri
desideri, forse? Che siano i nostri cuori, le speranze, a illuminare
il cielo? O le nostre famiglie? Le loro preghiere. I nostri bambini.
Tu.
Frammentaria,
a metà strada fra la confusione da antidepressivi e la magia dei
sogni che l'indomani scordi amaramente al risveglio, questa graphic
novel è il soggiorno scomodo nella mente di un professionista sul
ciglio del baratro. Uno scrittore che scivola, cade in una tavolozza
ricchissima e si riscopre, infine, nelle orme lasciate sulla
tela un tempo bianca. Padre distratto e marito anaffettivo,
Landi testimonia quanto sia solitario e infido il lavoro del
narratore e lentamente viene a patti con i demoni del successo. Con
le mani sporche di sangue dell'antenato. Con i propri ricordi.
Insieme a lui, sempre a un bivio, sempre in armi contro se stesso,
c'è il nonno partigiano. Uno in un reparto psichiatrico, l'altro in
trincea. Disposti a fare carte false, a fingersi guariti, pur di
perdonarsi. Quanti compromessi, quanti passi falsi, quanti errori
siamo disposti a commettere pur di tornare a casa sulle nostre gambe?
Tutto – tutto l'egoismo, tutta l'umanità del mondo – pur di
alzarci, guardarci allo specchio contando fra disgusto e fierezza le
rughe d'espressione e con un moto di amore improvviso, in corner,
scoprirsi “mica male”.
Il
mio voto: ★★★½
Il
mio consiglio musicale: Gino Paoli – Il cielo in una stanza
Ciao :) Non ho mai letto nulla di Gipi anche se ho sempre voluto recuperare i suoi libri. Devo ammettere che questo mi ispira particolarmente :)
RispondiEliminaCiao, Gaia! Per conoscerlo meglio, essendo questo titolo molto particolare, ti consiglierei però di partire da qualcosa di meno sperimentale. Magari La terra dei figli (in realtà l'ultima graphic novel firmata da lui fino a oggi), che ha aperto proprio la collana della Biblioteca della Repubblica. :)
EliminaUn altro Gipi da mettere in conto, ma ora che si sono accumulati fa più paura ordinare e lasciare un rene a Repubblica. Mi consolo con ZeroCalcare, in lettura.
RispondiEliminaDa provare, senza scuse, anche ZeroCalcare. Non pensavo, ma mi sono abituato in fretta al formato fumetto.
EliminaDa amante dell'arte, scommetto che adoreresti Unastoria. Di pancia, però, ti consiglierei il sottovalutato S. senza battere ciglio. ;)
Se è ancora meno immediato dell'altro, mi sa che non è il titolo migliore per approcciarmi al mondo delle graphic novel del Gipi...
RispondiEliminaNo, meglio conoscerlo prima.
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