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giovedì 5 novembre 2020

Recensione: Cose che succedono la notte, di Peter Cameron

| Cose che succedono la notte, di Peter Cameron. Adelphi, € 19, pp. 240 |

L'inizio di questo romanzo dobbiamo sbircialo attraverso un finestrino ricoperto di brina. Dall'altra parte, a bordo di un treno di cui sono gli unici passeggeri, siedono compostamente un uomo e una donna senza nome. Il mezzo di trasporto scorre tra tunnel e foreste, muovendosi senza posa in coni d'ombra che resteranno impenetrabili fino all'ultima pagina. Le temperature sono prossime allo zero. Il paesaggio, fuori, è quello di un imprecisato paese nordico situato sopra il sessantesimo parallelo. Da qualche parte, non troppo distante, si agita un mare ghiacciato. La coppia newyorchese si è spinta fino alla fine del mondo per adottare un bambino, una creaturina paffuta che chiameranno Simon. L'umore, nonostante tutto, non è dei migliori. Sposati da una decina d'anni ma minacciati dalla sterilità, l'uomo e la donna fronteggiano in silenzio un ulteriore dramma: la malattia di lei, giunta al punto di non ritorno. Mentre lui resta lucido, realista ma sempre affettuoso, lei si trincera invece nella rabbia cieca: preferirà confidare nelle magie miracolose dei ciarlatani, anziché nelle inutili premure del compagno.

Ricorda, tutti ci sentiamo così. Viviamo in un'epoca buia, nessuno riesce a trovare la propria strada. Procediamo a tentoni, come i ciechi. Somigliamo a quegli animaletti sotterranei che scavano la terra fredda e umida nella speranza di trovare una radice commestibile. Noi non siamo migliori. […] Ma ci sono cose peggiori dell'essere ciechi e del procedere al buio, cose molto peggiori.

Amandosi tra alti e bassi, a dispetto dell'incomunicabilità crescente, l'uomo e la donna trascorrono la prima di una lunga serie di notti di neve in un hotel dal nome impronunciabile: una struttura kitsch, tutta moquette a pelo lungo e arabeschi fuori moda, che sembra un incrocio tra la quarta stagione di American Horror Story e una commedia pastello di Wes Anderson. Coloro che affollano il bar e la hall, però, sono proprio usciti da un film esistenzialista del miglior Paolo Sorrentino. Ciarlieri, malinconici e solitari, gli altri ospiti sembrano mossi da un'euforia ingiustificata. Sconvolgono le simmetrie dei dipinti di Hopper e, amichevoli, pronunciano soliloqui teatrali e raccolgono confessioni intime. Mentre l'acquavite scorre a fiumi e le sigarette bruciano fino al filtro, l'uomo e la donna faranno in particolare la conoscenza della deliziosa Livia Pinheiro-Rima – un'anziana artista in là con gli anni, con un passato rocambolesco e una vistosa pelliccia d'orso – e di Henk, un panciuto uomo d'affari pronto a importunare il protagonista con continue avance sessuali. Il pensiero dell'adozione passerà improvvisamente in secondo piano quando la coppia verrà a sapere dell'esistenza di un guaritore, fratello Emmanuel: se esistesse una cura, il protagonista – destinato a diventare vedovo – non avrebbe più bisogno della “toppa” di un neonato? Il mio primo Peter Cameron, iniziato a Halloween, parte da spunti fortemente sinistri.

Non ha niente a che fare con l'amore. La gentilezza – che parola orrenda – la riserviamo a chi non amiamo, a chi non possiamo amare. Siamo gentili con quelli che non amiamo proprio perché non li amiamo. È lì che entra in gioco la gentilezza: quando non c'è amore.

La coppia spogliata di un'identità, gli scenari innevati e le stranezze diffuse, accanto alle riflessioni sul disamore e sull'elaborazione dei traumi, mi hanno ricordato moltissimo i fasti di Sto pensandodi finirla qui: l'ultimo capolavoro di Charlie Kaufman dove ogni stranezza si abbinava a un simbolo preciso e il mistero angosciante, nella poesia dell'epilogo, si trasformava a sorpresa in un musical. Forse non il romanzo più adatto per una conoscenza preliminare, soprattutto perché i dubbi del lettore sul reale significato della storia non verranno mai fugati del tutto, Cose che succedono la notte è una lettura atipica e suadente, personale e onirica. Una terapia di coppia raccontata in un eterno dormiveglia, in cui lo stile di Peter Cameron – rassicurante e caldo, con i suoi dettagli vitali, con i suoi dialoghi veritieri – aiuta le pupille ad abituarsi all'assenza di luce. Non tutto torna al proprio posto, anzi: a ben vedere manca un senso manifesto, una morale scritta all'ultimo rigo, ma il viaggio è stranamente confortevole. Me ne sono accorto verso la conclusione, afflitto dalla malinconia che solitamente accompagna la fine delle vacanze: in questo limbo ci avrei messo le tende. Lì dove avrebbe potuto prevalere l'irritazione, infatti, trionfa una curiosità irresistibile nei confronti di una psichedelia alla Becket. Cose che succedono la notte è un'elaborazione dell'inconscio e del quotidiano: più che a un incubo, spesso e volentieri somiglia a un sogno. Di quelli di cui al risveglio - sensazione frustrante ma bella – vorresti correre ad appuntare i dettagli su un foglio volante. Sceso dal letto, purtroppo, non li ricordi più.

Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Patti Smith – Because the Night

16 commenti:

  1. Ne ho letti due di Peter Cameron, piaciuti entrambi, credo i primi suoi 'Un giorno questo dolore....' e 'Quella sera dorata' di cui ho anche il DVD. Anche questo adocchiato in libreria, ma non mi sembra un parere tanto entusiasto il tuo. E poi io amo i finali chiusi, aperti ma non troppo e possibilmente a lieto fine come nelle favole...
    Non è vero, poi alla fine libri o film tristi o con finale brutto sono quelli che ci piacciono di più, perché siamo un po' masochisti.
    Ho amato molto, uno dei miei film preferiti Manchester by the Sea, per te il finale è aperto o...?

    Comunque terremo presente anche questo.

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    1. Ho messo tutti i più famosi dell'autore in lista, e fino a oggi non sapevo del film con Hopkins! Questo libro è molto sospeso, vago e onirico. Una lettura fuori dalla mia comport zone. Però ammetto che mi è piaciuto, soprattutto grazie a uno stile sontuoso che sicuramente conosci già. Il finale è poco chiarificatore, ma non è né aperto né mesto: la storia finisce, e piuttosto bene, ma gli episodi più strani restano inspiegati. In ogni caso, poco male. Fa una grande compagnia comunque.

      Manchester by the sea bellissimo, bellissimo. Gli adagi di Albinoni e il faccia a faccia tra Affleck e la Williams mi devastano.

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    2. Però....non mi hai risposto, come hai interpretato il finale? Chiusura? Totale?
      Io lo amo questo film, chiaramente ho il dvd, visto 3/4 volte. Mi faceva male il cuore. La prima volta visto in sala piangevo e non riuscivo a fermarmi, è stato devastante. Il momento che lui racconta la storia ai poliziotti, arriva come un cazzotto e non puoi crederci. L'incontro tra loro..... non ricordo una scena che mi abbia fatto così male... percepivo tutta la disperazione di lei.... mamma mia!
      Casey Affleck mai stato tanto bravo!
      Avevo letto la tua recensione...

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    3. Purtroppo ricordo soltanto che lui non accetta l'affidamento del nipote, perché già troppo affaticato dai propri dolori. Mi pare lasci il ragazzo alla famiglia di un amico, una cosa così. Una scelta poco consolatoria, ma veritiera.

      Affleck era stato ingaggiato per interpretare Stoner, sarebbe stato perfetto. Chissà cosa ne è stato del progetto...

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    4. No, ma dai, intendevo la storia tra loro due, secondo te? Io ci ho visto un finale aperto, perché comunque lui sarebbe tornato a trovare il nipote più volte, e da cosa nasce... opportunità. Troppo sognatrice? Volevo capire se per te era un finale chiuso.
      Stoner, vado controcorrente, a me non disse molto.... chissà come mai!

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    5. Ah, scusa. Secondo me no, penso che la gente possa perdonare, non dimenticare. E la loro tragedia li dividerebbe sempre. Quando lei gli dice che lo ama ancora, lui l'ho sempre visto a disagio, come se fosse l'ennesimo incomodo da gestire. Per la sua salute mentale, meglio di no.

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    6. Me lo aspettavo...volevo illudermi qualcuno potesse pensarla come me, ma in effetti sembrerebbe davvero impossibile. Nella realtà una cosa così ti ucciderebbe, aver rinunciato all'amore è un po' una punizione, al posto di lei non mi sarei data per vinta....ma è un film,... incredibile potrei parlarne per ore,un film che mi ha toccato nel profondo.

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    7. Dovrei rivederlo, ma generalmente con i film troppo dolorosi evito. Ci resto troppo bruciato. Buona domenica, Lory, al post di domani. :)

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  2. Salto di palo in frasca come una scimmia, ormai lo sai, spero non ti venga il mal di mare...😂

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    1. Ahahahahah, ma figurati, è un piacere!

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    2. Un giorno questo dolore ti sarà utile, anche di questo esiste il film ma non l'ho visto.

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    3. Ho presente, di Roberto Faenza, ma mai visto nemmeno io!

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  3. Se il mix tra American Horror Story, Wes Anderson, Paolo Sorrentino e Charlie Kaufman è giusto, potrebbe essere un capolavorissimo.
    Altrimenti un pasticcio incredibile. :)

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    1. Hai ragione, è una via di mezzo tra le due cose che però funziona! Leggere per credere!

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  4. Ho amato Un giorno questo dolore ti sarà utile, e credo che sarebbe interessante leggere altro di questo autore... Magari con Una sera dorata ☺️☺️

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