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mercoledì 26 settembre 2018

I ♥ Telefilm: Castle Rock | Atypical S02

Ci sono nati il cane Cujo, l'antiquario di Cose preziose, i bambini di Stand By Me, lo scrittore fuori di sé di La metà oscura. Castle Rock, Maine, è la città immaginaria che nutre i crimini di sangue e i best-seller di sicuro successo. L'isola che non c'è, potremmo dire, o meglio: l'inferno che voleva esserci; farsi anche TV, se l'orrore piace pure a puntate. Le produzioni ispirate ai successi di King, tuttavia, le si accoglie sempre con un altro tipo di paura: quella che accompagna gli adattamenti deludenti, i progetti morti sul nascere in quanto mediocri. Così è stato, almeno, prima per Under the Dome, poi per The Mist. Quale destino si doveva mettere in conto invece per la sperimentale Castle Rock, serie scritta dal nuovo che il Re non lo avrebbe adattato, bensì omaggiato? L'omaggio, chiariamolo, è molto alla lontana: soprattutto ai conoscitori superficiali, potrebbe apparire perfino pretestuoso; uno specchietto per le allodole. In dieci episodi, ambientazioni a parte, del mondo di King – auguri a lui, che lo scorso venerdì ha spento settantuno candeline – in realtà c'è poco: la prigione di Shashank sullo sfondo, l'invecchiato ma valente sceriffo Pangborn, una giovane che per fardello ha il cognome del famigerato Jack Torrence. Non si vuole battere il ferro finché è caldo, no, così come non ci appare un vezzo, l'ennesimo easter egg, un cast con una manciata di attori già familiari a questo universo – parlo di Carrie e It, una meravigliosa Sissy Spacek e lo spiritato Bill Skarsgard, qui in borghese e alle prese con ruoli tutti diversi. È di ritorni a casa, invece, che si parla, con l'avvocato André Holland chiamato a fare luce sui misteri della propria infanzia. Di un giovane senza nome né memoria, prigioniero in un'ala nascosta del carcere, che forse è una vittima, forse un pericolo imminente. Si viaggia tra presente e passato, a cavallo tra realtà, soprattutto se nelle ultime puntate – magistrali la settima e la nona, autentici e toccanti girotondi temporali – l'immancabile J.J. Abrams ci mette lo zampino. Qualcosa e qualcuno non funzionano: il taglio tanto classico da risultare un po' compassato, ad esempio, o i personaggi di Jane Levy e della eppur brava Melanie Lynskey. Ma, se non tutto fila a regola d'arte, comunque fa piacere scorgere tra le righe il King meno indagato: introspettivo, malinconico, esistenzialista. Quello per pochi eletti. Nella fascinosa ma irrisolta Castle Rock, infatti, non ci sono enigmi più grandi del fluire del tempo, della memoria che svanisce invecchiando, delle ormai proverbiali sliding doors. Ci si allontana coraggiosamente, anche a costo di risultare meno vendibili, dalle atmosfere del tormentone Stranger Things, dalle trasposizioni fedelissime che puntualmente fanno flop, dallo scrittore tutto spauracchi che solo un profano si aspetta su carta. Le vie e i sentieri che si diramano, gli incroci, sono potenzialmente inesauribili. La serie Hulu non imbocca sempre quelli giusti, ma neppure i più scontati. Se ne va spesso a tentoni, nel bosco, fra multiversi e maledizioni, e nel suo smarrirsi scopre luoghi bizzarri nonché svolte dall'impensata bellezza lirica. E insieme a quest'ibrido degno di interesse, così, realizziamo strada facendo, al buio, che tutte le strade portano a casa. In una Castle Rock insolita, ma che intanto ti fa primo cittadino e suo prigioniero. (7)

Gli acquazzoni, il tè delle cinque, i ritorni che in fondo aspettavi. L'arrivo dell'autunno porta a domicilio piccole gioie irrinunciabili e appuntamenti fissi. Quest'anno, in attesa che i palinsesti americani riprendano a pieno regime, si è ripartiti con dolcezza, dalla famiglia Gardner. Non una delle sorprese più clamorose dello scorso anno, non lo nego, eppure produzione così quotidiana, così spontanea, che era stato un piacere accettarne gli inviti a pranzo e cena per condividerne la leggerezza e i dispiaceri. Si parlava, da titolo, di Sam: l'annunciato atipico dei quattro. Diciassette anni, poche parole e tanti sbalzi d'umore, una forma d'autismo ad alto funzionamento che lo rendeva poco ferrato in materia di adolescenza e ragazze, moltissimo invece se di mezzo c'erano pinguini da adottare a distanza o ghiacciai a rischio di scioglimento. Ci si affezionava a lui – a sorpresa, non il più problematico del nucleo domestico, nonostante le bizzarrie a fantasia –, e soprattutto a chi gli stava accanto, con il difficile compito di essere assennato e paziente; di far bene. Cose impossibili, si sa: nelle famiglie di ogni dove non esiste né perfezione apparente né tregua. Dopo il rinnovo, eccoli lì, proprio dove li avevamo lasciati: mamma Jennifer Jason Leigh, reduce da una relazione fedifraga smascherata in fretta, è invitata di malo modo ad andare altrove ma intanto cerca il perdono di tutti; papà Michael Rapaport, con quel tradimento che ancora brucia nell'orgoglio, si distrae sposando pienamente la causa del figlio maggiore ma la fatica del multitasking pesa sia sul fisico che sui nervi; Brigitte Lundy-Paine, sorella brillante e ambiziosa, cambia scuola e forse gusti sessuali, se un'avvenente coetanea le dà da pensare. E poi c'è l'ottimo Keir Gilchrist: in una relazione da definire, quasi diplomato, innamorato non corrisposto di una terapeuta dagli occhi a mandorla in attesa di un neonato fuori programma. Meno egocentrico, più adulto, il protagonista conferma ancora una volta la propria magia: la capacità inconsapevole di rendere strane e importanti, intense, le esistenze che sfiora. Naturale proseguimento della prima stagione, senza grandi intoppi né forzature, Atypical ha dalla sua, questa volta, un'accentuata dimensione corale che funziona e diverte grazie a comprimari caratterizzati tutti con lo stesso piglio ironico, tutti con lo stesso cuore d'oro. In un prosieguo che non è il più atipico che avresti potuto immaginare, ma il più corretto. (7)

18 commenti:

  1. Castle Rock ce l'ho in lista per il recupero. Sono curiosa di vedere una serie che omaggia King invece di adattarlo, dato che ricordo alcuni degli adattamenti trashissimi fatti nel corso degli anni, e forse è meglio puntare su qualcosa di diverso XD
    Atypical invece l'ho già vista, e non posso farci niente... per quanti difetti abbia mi rilassa tantissimo :)

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    1. Castle Rock non all'altezza delle aspettative iniziali, ma comunque degna di interesse. Imperfetta, ma coraggiosa a modo suo. Anche se qualche citazione, come mi diceva la Bolla sotto, l'ho persa anche io.

      Atypical sempre una gioia, poco da dire, poco da recensire.

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  2. Ti sei perso la "citazione" più importante, quella che tu definisci farina del sacco di J.J. ma che, in realtà, affonda nella saga più complessa (e imperfetta) di King, quella della Torre Nera: le campanelle della Contezza, alias la voce di Dio, quella che permette di scivolare in altri mondi e in altri luoghi, cosa che è successa ai due Henry.
    Non male come serie ma nemmeno entusiasmante quanto avrei sperato, a parte quei due splendidi gioielli di episodi che citi. E pi, cristo, perché sprecare così Terry Quinn??

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    1. Purtroppo della Torre Nera ho letto solo i primi due capitoli, e una decina di anni fa. Abrams, dato il tema, si sarà comunque sentito a suo agio.
      Quinn, secondo me, rispunta. Non hanno neppure trovato la testa, occhio...

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  3. Ti confesso che Castle Rock pur da fan della prima ora del Re, l'ho abbandonata alla fine del secondo episodio.
    Troppo nebulosa per i miei gusti.
    Proverò comunque a riprenderla, prima o poi.

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    1. Forse, in molti casi, è proprio l'essere fan un problema. Almeno io, ho trovato una Castle Rock un po' diversa, e ci ho messo un po' a sentirmi a mio agio. In ogni caso, ti consiglio di riprenderla: il settimo episodio, anche se scollegato dal resto, è un gioiello di scrittura e recitazione.

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  4. Atypical vista e apprezzata, perfetta o imperfetta che sia a me scalda il cuore.
    Castle Rock non ancora... ma ogni giorno aumenta la mia voglia di entrare nel mondo di King, non posso continuare ad avere questa lacuna!

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    1. Potresti prenderla come un mystery a sé, indipendentemente da King. Anche se la lacuna va colmata, come hai fatto a non leggerne uno neanche per caso? 😁

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  5. Per Castle Rock devo aspettare la visione condivisa con il giovine, che il Re lo conosce un po' di più mentre io perderò connessioni e citazioni... sarà un bene o un male?
    Atypical ci fa compagnia per cena questa settimana, e già dai primi episodi è stato come tornare a casa :)

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    1. Ti guiderà il Giovine, allora, anche se non c'è il rischio di perdersi: ha i suoi difetti, ma scorre bene.
      Anch'io ho avuto i Gardner a cena per qualche giorno, ovviamente, e che piacere... 😊

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  6. Castle Rock mi ispira tantissimo, appena ho un po' di tempo, mi decido a cominciarlo :)

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  7. Di Atypical mi manca già la prima stagione ma conto di recuperarlo appena possibile!
    Castle Rock è il prossimo della lista da iniziare. Le tue impressioni mi fanno ben sperare: inizialmente avevo paura si trattasse dell'ennesimo clone di Stranger Things - che già deve molto a King - poi quando ho iniziato a leggere di salti/paradossi temporali ho iniziato a pensare a Dark. Incrocio le dita e premo play, ci si riaggiorna a fine visione ;)

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    1. Ah, Dark: dovrei recuperarlo!
      Mi dirai tu, più in là, se il paragone calza? 😁

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  8. castle rock l'avevo persa, e dark ce l'ho in lista.. atypical sento sempre pareri positivi ma come per this is us proprio non riesco a inziarla. o non è il momento o chi lo sa!

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    1. Posso capire This is us, che richiede impegno (emotivo) e tanto fazzoletti, ma Atypical la si segue bene e senza sforzi. Castle Rock, da kinghiana quale sei, mi stupisco non la abbia ancora vista!

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  9. Castle Rock per me è inguardabile. Giusto un kinghiano doc può esaltare tanto una roba tanto soporifera e priva d'interesse ahahah ;)

    Atypical invece è sempre bello. La seconda stagione parte in sordina, un po' troppo sulla scia di quanto successo nella prima, però poi cresce bene e gli ultimi episodi me li sono binge-watchati con piacere.

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    1. Il bue che dice cornuto all'asilo... Anzi, a Maniac!

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