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lunedì 20 novembre 2017

Recensione: Mildred Pierce, di James M. Cain

| Mildred Pierce, di James M. Cain. Adelphi, € 12, pp. 308 |

Nella Los Angeles degli anni Trenta cadono gli azionisti, gli angeli in paradiso, ma non la buona stella di Mildred Pierce. Divorziata, madre di due bambine agli antipodi, sembrerebbe incarnare alla perfezione l'immagine della buona massaia, dell'angelo del focolare senza referenze nel curriculum ma con un paio di gambe da capogiro: l'unica soluzione, se la Depressione con la lettera maiuscola minaccia di divorare quel che resta di casa sua, è farsi sposare dal migliore offerente? Chiediamolo alle insegne di Hollywood. Ai tubi di scappamento delle auto strombazzanti. Alle collane di perle. Ai grembiuli delle casalinghe e agli abiti a stampa delle signore per bene. All'America tutta, fissa alla cornetta dopo il tragico crollo della borsa di Wall Street. A un romanzo scritto quasi ottant'anni fa che ha la routine e la smania, l'indiscreto fascino della semplicità e i colpi di testa, di cuore, dei sogni di gloria. Possibili per chi si rimbocca le maniche, si impunta, combatte. James M. Cain anima con una scrittura elegantissima e incalzante, forse provocatoria per i suoi tempi, un personaggio femminile sottile ma mastodontico, di straordinaria tempra morale – interpretare l'orgogliosa protagonista ha regalato l'Oscar alla leggendaria Joan Crawford e premi innumerevoli, tra Emmy e Golden Globe, a una Kate Winslet a puntate. Il rischio c'era, sì. Di trovarlo pomposo, laccato, fuori tempo. Mildred Pierce, a metà tra il noir e il mélo, è un dramma d'epoca con una scrittura immortale e sfide furibonde. Un superbo romanzo sul reagire. Anche se gli inevitabili rovesci di fortuna, i tranelli all'orizzonte, sono impossibili da prevedere: perfino per una donna come lei, lungimirante e spietata all'occorrenza. Una mamma leonessa con una figlia serpente.

Mildred aveva paura di Veda, del suo snobismo, del suo disprezzo, del suo spirito indomabile; temeva più di tutto qualcosa che sembrava covare sotto il tono scherzosamente affettato, sotto le pose della bambina: un desiderio freddo, crudele, volgare di torturare sua madre, di umiliarla, soprattutto di ferirla.

L'autore del Postino suona sempre due volte racconta infatti gli sgarbi della genetica, che a volte ti mette in casa chi non ti somiglia affatto – una nemica mortale, in questo caso. L'ottusa caparbietà delle mamme, crocerossine in nome di quel loro amore viscerale e cieco, che pensano di poter far tutto semplicemente desiderandolo. Mildred, combattuta fra “l'orgoglio e lo stomaco”, rifiuta fieramente le divise; l'elemosinare. Da cameriera part-time, si improvvisa con successo imprenditrice: prima le torte vendute alle migliori pasticcerie della città, poi una rosticceria tutta sua con sfavillante insegna verde e parcheggio annesso, infine gli introiti di ben tre ristoranti da gestire. L'ascesa: solo per conquistare la stima e la fiducia di una figlia con la vergogna nel sangue. Per prendersi cura di una piccola tiranna con il desiderio di un pianoforte a coda e del palcoscenico. L'incantevole e amorale Veda pretende il cibo pronto in tavola, e non si domanda mai da dove arrivi. Spinge la madre al meglio, al peggio: al limite. Si respingono come chi, nel profondo, è uguale. Sono fatte segretamente della stessa sostanza. Custodi insospettabili della medesima natura subdola e manipolatrice – Mildred conosce mezzi leciti e illeciti, infatti, e le attenzioni di tre uomini che sono figuranti usa e getta. Ha il timore di non essere all'altezza. Sfidare testardamente tutti, tutto, serve a dimostrare a Veda il contrario. Proprio come il volerla sofferente, a terra, per il desiderio malsano di poterla finalmente aiutare. Farla capitombolare rovinosamente dal piedistallo solo per tenderle una mano? Ottenere l'ottenibile, e poi? Nutrita l'inquietudine, scoprirsi magari in pace, felici? Non era meglio una vita onesta, di pasticcini da glassare e piccoli dispiaceri?

«Lei ha mai visto quei piccoli serpenti, allo zoo? Quelli che vengono dall'India, quei bei serpentelli rossi, gialli e neri? Lei forse se ne porta a casa uno, per addomesticarlo come un cagnolino? Non sarà così stupida, immagino. Ebbene, mi creda, questa Veda è così. Se vuol vedere il serpente, comperi il biglietto, ma non lo porti a casa. No.»

Si fa un disperato tentativo di tornare indietro, sulla scena del crimine dei propri lussi esagerati; dei propri sbagli. Ma più sali in alto, più ti fai male quando cadi. 
Mildred Pierce è un romanzo di emozioni intense e scomode, di dive per sempre, che sgomita furiosamente verso la fragile illusione del sogno americano – ignaro che si trovi a confine con l'abisso. Su sigarette, ed esistenze, bruciate fino al filtro. Consumate a boccate avide, lussuriose, vivendo sempre al massimo.
Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Blondie feat. Philip Glass - Heart of Glass

10 commenti:

  1. Io posso parlare solo per la serie TV, una delle prima viste tra le altre cose, nella nuova era televisiva di qualità. E che qualità!
    Su carta c'è probabilmente troppo costume rispetto alle mie solite letture.

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    1. So che la serie è fedelissima, non tralascia niente. Al contrario del precedente film con la Crawford, che pare fu disconosciuto dallo stesso Cain: lei ottima, ma troppe differenze.

      La miniserie, purtroppo, al momento è offline. Speriamo che qualcuno la ripristini presto. Chi osa trascurare Haynes e Kate Winslet?

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  2. Vedo un bel voto (e la solita splendida recensione), sinceramente è un romanzo che non mi ha mai attirato più di tanto..ma ci farò un pensiero!

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    1. Grazie, Tessa! Io lo avevo in libreria da quasi un anno, un po' intimorito dalla Adelphi, dai quasi ottant'anni dalla pubblicazione, e invece l'ho divorato. Mildred, e l'odiosa Veda, vanno conosciute. ;)

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  3. Ok, mi hai incuriosita per recensione e valutazione (quel 4 e mezzo è tanta roba!). Lo segno e magari lo leggo ;)

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  4. La miniserie mi era piaciuta, e pure decisamente.
    Nonostante il tuo parere molto positivo, il romanzo non c'ho però tutta questa voglia di recuperarlo. Resta comunque una vicenda troppo classica e retro per me. :)

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    1. Come dicevo a Lisa, ma la serie che fine ha fatto sui soliti siti? Piango, inconsolabile.

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  5. Vidi la miniserie con Kate Winslet e ricordo che mi piacque molto. Più andavo avanti, e più la storia diventava intensa ed emozionante.
    Mi piacerebbe fare il confronto con il romanzo.

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  6. è nella mia wish list, nella speranza che qualche anima pia si ricordi di leggerla visto che tra poco è Natale xD

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