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martedì 7 febbraio 2017

Zapping: Taboo, Riverdale, Sneaky Pete, Z - The Beginning of everything, Emerald City

Tom Hardy mi piace moltissimo. Intenso e attento nelle scelte, versatile nonostante quell'aria severissima, è diventato presto uno dei miei preferiti. Complici personaggi ipercaratterizzati ma, soprattutto, quel Locke in cui c'erano lui, un'auto, una lunga notte per schiarirsi le idee. Un Tom Hardy a puntate all'inizio dell'anno, con lo stesso Knight a sceneggiare e Ridley Scott a produrre: cosa chiedere di meglio? Taboo, pur essendo all'altezza dei livelli cinematografici a cui la concorrenza ci ha abituato, è una serie che non mi aspettavo. Fatta di ritmi lentissimi, episodi lunghi, un protagonista che mette nell'ombra gli altri. Quando non è in scena, così, calano l'attenzione e la palpebra. La trama, eppure, che vede un losco figuro tornare a Londra per la morte del padre, ha del potenziale. Sembra un contenitore di storie gotiche e avventurose, come lo sfortunato Penny Dreadful. Il protagonista, uomo dalla pessima reputazione, ha ereditato un'isola sperduta in America. Ci sono interessi, intrighi e cospirazioni in ballo, compreso un amore impossibile verso la sorellastra. Qui e lì, sprazzi orrorifici. Hardy, confermo, mi piace moltissimo sì. I prodotti storici e i loro ritmi stranchi, purtroppo, per niente. Si compenseranno le due cose, mi domando, mentre gli episodi si accumulano e quei sessanta minuti a puntata, moltiplicati per sette, potrebbero pesarmi ancora di più? (Nì.)

Scorgi il marchio The CW, leggi Riverdale, e immagini da te un teen drama di provincia, pieno di intrighi e gente schifosamente attraente. Qualcosa di giovane, misterioso e trash, ora che Pretty Little Liars sta per finire ma tu l'hai mollato anni fa senza rimpianti. Qualcosa che, nel bel mezzo della settimana, serve sempre se di serietà ne hai abbastanza. Riverdale, essenzialmente, è ciò che sembra. Attori belli e televisivi all'appello – c'è anche Cole Sprouse, da Zack e Cody -, un omicidio che turba alcuni e fa felici altri, studenti che hanno relazioni sconvenienti con le insegnanti di musica e allieve provetto frenate dalla regola dell'amico. Nel pilot, due gemelli fanno una gita al lago: lui annega, pur essendo un nuotatore provetto; lei appare affranta, ma solidifica intanto la propria posizione di ape regina. Arriva a scuola una ragazza nuova, la cui ricca famiglia è caduta in disgrazia, e durante l'estate il ragazzo della porta accanto, diviso tra football e cantautorato, ha messo su muscoli che lo rendono corteggiatissimo. Si respira aria di drammi adolescenziali di un paio di generazioni fa (90210, Dawson's Creek). Il titolo, dedicato a una città turbolenta e sfortunata, strizza l'occhio agli enigmi di Twin Peaks. Alla base, un fumetto storico che ovviamente non ho mai sentito nominare. La serie arriva in ritardo, troppo, e ricorda altro per forza di cose. Annoierà, o avrà la meglio l'effetto nostalgia? Al momento, complice la foggia stranamente curata e il sapore rétro, quasi anni Cinquanta, questo Riverdale giocoso e nebbioso mi piace. (Sì.)

Un furfante, finito in prigione per la lingua troppo lunga e amicizie poco raccomandabili, torna in libertà. Il suo compagno di cella gli ha raccontato di una nonna che non vede da vent'anni, di una famiglia benestante e felice: vivere sotto falsa identità è facilissimo. Quanto durerà la farsa? Due anni fa, Sneaky Pete era un pilot Amazon in forse. Come con Mozart in the Jungle e Red Oaks, ci è voluto un po' per decretarne le sorti. Serie in dieci episodi prodotta tra gli altri da Bryan Cranston – che compare in veste di antagonista, nel finale – risulterà più leggera e scontata del previsto, se i nomi promettenti e i pareri calorosi ci avevano fatto immaginare un crime serissimo. I toni sono divertiti, invece, e il pilot ha l'aria di un family drama a tinte gialle. C'è che la trama, a primo impatto, ricorda un Impastor meno becero e un Feed the Beast lontano dai fornelli. C'è che Giovanni Ribisi, scaltro e con un'invidiabile faccia tosta, ha finalmente un ruolo alla sua altezza – l'ho sempre trovato bravissimo e sprecato, non so voi – e che l'apparizione di Cranston, qui in veste boss mafioso, fomenta. Acquisirà sostanza, magari, strada facendo. O magari no. Ma ironico, ben recitato, efficace, probabilmente finirà per farsi guardare ugualmente. (Sì.)

Dietro grandi uomini, sempre, ci sono grandi donne. E la grandezza di Zelda Fitzgerald mi è giunta spesso all'orecchio. Cos'ha reso la moglie dello scrittore del Grande Gatsby, con il senno di poi, forse più amata del partner? Ci sono molti romanzi biografici sul tema, dall'improponibile Signorini di turno a quello di Therese A. Fowler a cui Amazon si è ispirata. Si parla di un futuro film di Ron Howard, con Jennifer Lawrence a bordo. Intanto, dopo averla intravista anche in Midnight in Paris, Zelda arriva sul piccolo schermo. Una serie elegante, breve, in dieci puntate. Chi era davvero? The Beginning of everything, nei primi due episodi almeno, è un dramma in costume sentimentale e poco nelle mie corde. La nascita di una storia d'amore tra lei, capricciosa ragazza di buona famiglia, e un Fitzgerald in partenza per il fronte. Christina Ricci, attrice per la quale una vecchia cotta, presta quel viso particolarissimo e l'aria da eterna adolescente a una debuttante che, nei primi anni Dieci, non seguiva le regole. Romantica e spregiudicata, eroina del più classico dei melodrammi, non mi ha fatto simpatia. E, a prima impressione, l'ho trovata forzata. Sarà che la Ricci va verso i quaranta, anche se non si vede, e che il suo personaggio dovrebbe essere quello di una ragazzina o poco più. Il period drama non mi piace, e The Beginning of everything sembra non fare eccezione. Ma quei trenta minuti a puntata, pratici e insoliti, mi tentano. Insieme alla voglia di sapere, forse non necessariamente con questa serie TV, come Z è diventata poi quel che è diventata. (Nì.)

Dorothy, la bambina con le scarpe da ballo che percorreva un sentiero di mattoni gialli con il fidato cane Toto al trotto, è un'infermiera di vent'anni nell'ultima rivisitazione non richiesta del Mago di Oz: fiaba celebre che, purtroppo, non mi ha mai incantato. Gli scenari sono moderni e non è una casetta del Kansas ad essere portata da un uragano in un mondo surreale, bensì una volante della polizia con a bordo una protagonista svenuta e un pastore tedesco. Atterrando, la macchina ha schiacciato la malvagia Strega dell'Est. Ma le streghe sono immortali, solo la magia può ucciderle: e lì, a Oz, la magia è proibita. Chi è Dorothy? Se lo domandano Glinda, una Joely Richardson dalla parte dei buoni; la Strega dell'Ovest, tenutaria di un postribolo; il Mago, ciarlatano senza arte con una schiera di ancelle adoranti. Si riconoscono gli elementi classici, si apprezza a tratti la riscrittura di situazioni e personaggi. Sulla carta, Emerald City non sembra disastroso. E invece sì: girato con quattro soldi, kitsch, trashissimo. Peggio di Once Upon a Time, che però mi aveva lasciato il beneficio del dubbio per ben due stagioni; peggio degli insopportabili film tutti fiocchi e ghirigori di Tarsem Singh, che qui produce e dirige ma con costumisti che hanno agghindato gli attori con gli ultimi rimasugli dello scorso carnevale. Emerald City è una triste mascherata, recitata male – perfino da Vincent D'Onofrio – e scritta peggio. Cosa sarà mai, si domanda una strega di colore preoccupantemente simile alla cantante Skin, maneggiando una pistola? Vi dico solo che si spara in fronte. E niente, io ho riso. E, nonostante il mio gusto per l'orrido, ho spento ancora prima che l'episodio finisse. (No.)

21 commenti:

  1. Confermo quanto detto su Taboo. Iniziato per caso una sera a vedere la prima puntata la mia attenzione durò solamente 20 minuti scarsi. Mi sono decisa a riguardarla perchè adoro Hardy e non "poteva deludermi così tanto". Ieri ho visto la quinta puntata perchè oramai devo assolutamente sapere come andrà il susseguirsi delle varie vicende. Purtroppo risulta sempre che il suo personaggio non riesce a stravolgermi completamente, non ha quel carattere o caratteristiche che segnano tutta la storia di lui e di quello che accade attorno. Speravo in un soggetto carismatico come Tom Shelby in Peaky Blinders

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    1. Eppure leggo lodi sperticate - su Imdb ha la media del 9 - e, pare, nei piani degli autori ci sono tre stagioni. E chi le regge, se si fa già fatica così? Però, più in là, riprovo.

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    2. Magari nelle ultime tre puntate ci sarà il totale cambiamento. ci voglio credere. :D

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    3. Mah, dici che ci faranno svegliare di botto? :)

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    4. ahahaha speriamo :D nel mentre ho iniziato a guardare Outlander

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  2. Emerald City proprio no, nel senso che non mi ispira proprio e già dalla locandina non mi convince. Anche se io nel trash ci sguazzo volentieri e di conseguenza sono già in crisi d'identità per la fine imminente di PLL D:
    Riverdale, così ad occhio, probabilmente sarà la mia prossima dipendenza. Non sapevo, poi, dell'esistenza di una serie su Zelda, figura che mi incuriosisce moltissimo e per cui ho la biografia della Fowler in wishlist da tempo. Nonostante il nì, gli darò una possibilità :)

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    1. La serie su Zelda è fruibile e ben fatta ma, non so, un po' troppo femminile? Mi aspettavo più ricostruzione storica, meno romanticismo. Magari, però, guardo un altro un po'...
      Emerald City fa rimpiangere Fantaghirò e compagnia bella, sigh! :)

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  3. Per me Z è assolutamente sì!
    I primi due episodi magari non sono il massimo, ma poi diventa sempre più coinvolgente e sia Zelda che F. Scott Fitzgerald sono due idoli totali. :)

    Taboo invece è un assolutamente no. Già candidata al titolo di serie più noiosa dell'anno.

    Riverdale fighissimo! Era da un bel po' che The CW non tirava fuori una serie teen così, era ora.

    Di Sneaky Pete avevo visto il pilot quando era uscito un paio d'anni fa, ma non m'aveva colpito particolarmente. Prima o poi però magari la recupero...

    Emerald City - già sai - anche per me è lo schifo totale. :D

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    1. Allora mi fido e riprovo con Z.
      Che siano due idoli lo sapevo o, meglio, lo immaginavo. Ma quell'aria un po' da fotoromanzo mi uccideva. :) Sneaky Pete è bellino, il pilot l'ho promosso, ma anche in questo caso sono fermo a quello e basta.

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  4. Riverdale lo sto seguendo anch'io.
    Trama semplice ed anche banale, ma è il mio genere quindi mi piace.
    L'unica cosa e che non ho ancora capito in che giorno lo danno visto che ho visto i primi due episodi di botto dopo aver letto la recensione della persona sopra di me. :-P

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    1. Sì, banalissimo, ma ci sta. Poi è fatto meglio di altre serie del filone, stilisticamente mi affascina. Anche se confido in più trash! E' partito il 26, giovedì. Di solito lo postano sottotitolato già la sera dopo (santi, santissimi subbers!). :)

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  5. Io aspetto Riverdale in italiano, che forse è anche la volta buona che Archie arrivi in edicola come si deve.
    Non credo sia fuori tempo massimo, anzi: è l'epoca giusta (vedi quanti revival?) per un prodotto così, un teen show vecchio stile^^

    Moz-

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    1. Verissimo, però sembra inevitabilmente già visto: quello è il difetto. :)

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    2. Beh, dopo Beverly Hills era tutto già visto eppure OC, Dawson's ecc hanno avuto il loro senso... L'importante è esserci, e poi Archie è un fumetto vecchissimo che viene prima di tutto questo: la precedenza è sua^^

      Moz-

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  6. Con pochissimo tempo a disposizione, le serie le devo scegliere bene.
    L'altro giorno ho messo su il pilot di Taboo e sono crollata dopo i primi 5 minute per un riposino di due ore: troppo stanca io o troppo pesante lui? Una chance gliela concedo, solo per Hardy ;)

    Salvo anche Zelda, visti i protagonisti e gli anni, il resto, leggero o troppo impegnativo per il momento, lo lascio.

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    1. E pensa che il problema con Taboo non è stato tanto il primo episodio che, anzi, mi aveva convinto il giusto.
      Il secondo... uff, buona fortuna a noi!

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  7. Mi spiace per Emerald city, è una delle prossime serie che vorrei cominciare ç_ç Invece contenta per Riverdale! :D

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  8. Non ho visto nulla, mi sarebbe piaciuto Taboo ma me lo state tutti bocciando quindi passo. Posso consigliare Santa Clarita Diet?Un'idiozia totale ma io mi sto divertendo come una pazza

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    1. L'ho visto in due pomeriggi. L'ho adorato, nella sua idiozia. Non tanto la Barrymore, quanto Olyphant: divertentissimo!

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