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lunedì 16 gennaio 2017

Recensione: Fato e furia, di Lauren Groff

Tragedia, commedia. Tutta questione di punti di vista.

Titolo: Fato e furia
Autrice: Lauren Groff
Editore: Bompiani
Numero di pagine: 459
Prezzo: € 19,00
Sinossi: Per alcuni la vita è sogno. Lotto e Mathilde, il ragazzo d’oro e la principessa di ghiaccio, si conoscono alla fine dell’università e si sposano subito: giovani, bellissimi e innamorati, si avviano verso un destino di felicità. Lotto depone senza troppo dolore le ambizioni da attore per diventare celebre come autore teatrale, e Mathilde si rivela la moglie ideale, la musa silenziosa: lui ama le luci della ribalta e lei sceglie il riparo delle quinte, lui è fiducioso e aperto verso le persone e il futuro, lei è più oscura e sfuggente. Ventiquattro anni di matrimonio per una coppia perfetta, quella che vedono - o credono di vedere - tutti da fuori: ma basta cambiare punto di vista e la maschera cade. Il fato cala senza pietà; e Mathilde è la furia che libera un carico di rivelazioni. Con la sua scrittura intensa e luminosa Lauren Groff è riuscita a dare grande respiro narrativo a quella che si può leggere come una pièce teatrale, una tragedia animata da due personaggi folgoranti: perché ogni storia ha due facce, e la chiave di un matrimonio non è la verità, ma il segreto.
                                            La recensione
A un certo punto, sul finire di dicembre, sapevo di dovere leggere Fato e furia ma non sapevo perché. A un certo punto l'ho preso in prestito, l'ho letto e, a tratti, sentito quasi di amarlo: neanche di questa inspiegabile attrazione per una storia pretenziosa, di questa cotta per personaggi antipatici come pochi, conosco tuttavia le ragioni. Il romanzo di Lauren Groff, che su Instagram veniva fotografato fra le mani di Barack Obama, Brie Larson e Florence Welch, è infatti tra quelli più facili da odiare che da apprezzare. Ha anni riassunti in un paragrafo e conversazioni sviscerate in un intero capitolo; si rivela inutilmente intricato nel finale, dopo un'impeccabile prima parte; ha scene di sesso brusche, che fanno a pugni con la comune idea di erotismo, e rarissimi livori per essere, almeno su carta, un dramma matrimoniale a un passo dalle nozze d'argento. Il sesso senza amore. La crisi senza litigi. Lui vanesio, misogino; lei impassibile e passivo-aggressiva. 
L'autrice parte da lontano. Dalla Florida in cui, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, cresce coccolatissimo il nostro Lotto: figlio di una sirena del circo in aspettativa e di un imprenditore locale, arricchitosi imbottigliando acqua; fratello maggiore della precoce Rachel; adolescente brufoloso ma affascinante che fa strage di cuori e, nel periodo speso in un collegio in New Hampshire, svolazza di fiore in fiore, dagli uomini alle donne. Naturalmente melodrammatico, snello e dotato di una voce stentorea, sgomita per diventare attore ma non riesce; con il sopraggiungere della mezza età capirà, ben consigliato, che il suo destino è scrivere. A ventidue anni, mentre si pavoneggia a una festa, scorge dall'altra parte della stanza una ragazza che non si è mai portato a letto. La scena di un film: la folla si apre, lui le chiede di sposarla, lei per scherzo dice sì. Poco dopo sono marito e moglie per davvero. Lo saranno nella buona e nella cattiva sorte. Finché dura. Acquistano una cagnetta e la ribattezzano Dio. Sono pieni di falsi amici, tagliano entrambi i ponti con le loro famiglie. La loro storia è colta e chirurgica. Sgradevole all'occorrenza, ma magnetica sempre. Tra le righe, tra parentesi quadre, il commento in pluralis maiestatis di una narratrice onnipotente. Fato e furia si perde e si ritrova: salta di festa in festa, di forma in forma – romanzo, ma anche pièce teatrale e abbozzo di opera lirica all'occorrenza. 
Ti distrae e ti schiocca all'improvviso le dita in faccia, se vuole gli occhi a sé. Mi aspettavo accuse, recriminatorie e rimpianti come in un moderno Revolutionary Road: invece la Groff racconta un connubio solidissimo; perfetto a una prima occhiata. Ci lavora su quando è notte, inosservata, Mathilde: una compagna mite, una custode impassibile. Ma anche vendicativa, incapace di dimenticare. Una sottile Lady Macbeth che nell'amore, nel loro, vuole crederci con tutta l'anima. Algida e distante, sembra una diva di Hitchcock: la donna che visse due volte – sotto falso nome, sottratta a un passato pieno di porte chiuse e proposte indecenti. Lauren Groff mette a disagio: ambigua, sfacciatamente talentuosa. Di che genere è il suo ultimo romanzo? Ricorda il King meno indagato di La storia di Lisey – si parla, infatti, delle grandi donne all'ombra di grandi uomini -, le doppie verità del telefilm The Affair, le bionde imprevedibili dell'Amore bugiardo. A chi lo consiglierei, se mi è piaciuto subito ma, banalizzandolo, non è che una soap opera scritta ad arte? Cosa c'è al di là della maschera? Cosa si nasconde in quei loro cuori glaciali? Soprattutto, qual è il segreto di un matrimonio felice? Lotto e Mathilde, la sua sposa fedele e silenziosa, sorridono: sembrano svelarsi, ma poi dissimulano tacendo i trucchi del mestiere. Si confermano maliziosi, sudoli e narcisisti. Sfuggenti, all'interno di un romanzo che sfuggente lo è altrettanto, ma irresistibili: per gli spazi bianchi, per il non detto soffocato in un cuscino, per il dubbio che persiste. Per legittima difesa. A proposito di una furia (quella di lei) che plasma come creta il fato (quello di lui).
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Florence + The Machine – Stand By Me

23 commenti:

  1. Il di questa autrice ho il brutto ricordo del romanzo precedente, Arcadia: una trama che mi attraeva tantissimo, ma uno stile che proprio non ho digerito. Non so, mi sa che passo...

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    1. Arcadia non mi ha mai ispirato, Tessa, e magari non so. Qui avrà uno stile diverso? Che il romanzo non piaccia ci sta, è antipatico e nebuloso (cose che comunque non ho enumerato tra i difetti), ma la scrittura non ha colpe. Anzi, scorre a meraviglia.

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  2. Ho preso questo libro circa due settimane fa, e sto aspettando il momento giusto per leggerlo. Il fatto che ti sia piaciuto, però, mi fa ben sperare: concordo molto spesso con le tue opinioni. :)

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    1. Spero ti piaccia, Clarissa.
      Ne ho letto bene e male, quindi mai come in questo caso contano i gusti del lettore. Io ti dico che l'ho preso in biblioteca ma, adesso, voglio una copia tutta mia. E' imperfetto, sbrodolato, ma mi è piaciuto molto. :)

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  3. Leggo la trama e li scarto, poi leggo la tua recensione e ci ripenso! :P

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    1. A te, secondo me, potrebbe piacere. Non è di un genere in particolare, ma Mathilde svela le sue carte come la protagonista di un thriller, quasi. :)

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  4. Sono un po' combattuta riguardo questo libro: da un lato la trama mi attira e promette un romanzo a suo modo potente, d'altra parte, come leggo anche nella tua recensione, l'autrice sembra avere una scrittura piuttosto pretenziosa, cosa che raramente mi piace. Inoltre faccio fatica quando i protagonisti sono eccessivamente insopportabili (ricordo ancora la fatica per digerire Una famiglia americana di Joyce Carol Oates...). Prima di decidermi tornerò a rilegger la tua recensione.

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    1. Ti ringrazio, Beth. Una famiglia americana sai che l'ho sempre voluto leggere? Effettivamente, mi pare che tu Fato e furia lo abbia inquadrato. I personaggi antipatici a me stanno simpatici, strano ma vero, però anch'io con le autrici come la Groff - brave, e lo sanno - ho qualche problema. Lei è coltissima, ti cita Shakespeare e riscrive attraverso Lotto tragedie greche come l'Antigone, ma l'ho trovata più scorrevole del previsto e, da ex classicista, ho apprezzato le citazioni. :)

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  5. ciao, sono a metà del libro e mi sembra di non averlo capito per niente, lo trovo di una noia mortale perchè non capisco dove voglia andare a parare. Mi consigli di proseguire? La seconda parte è risolutiva?
    Grazie! Lightblue

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    1. Ciao Lightblue.
      In realtà, non posso tanto "consolarti". Oggettivamente non succede niente di che, mai, però nella seconda metà prevale il punto di vista di Mathilde e ci sono non pochi rovesciamenti. Purtroppo, io ne avrei fatto a meno. Gli ho preferito la prima parte. Fammi sapere, se ti va.

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    2. Ok l'ho finito e devo dire che la seconda parte mi è piaciuta più della prima, ma lo stesso è un libro che boccerei. E' così triste, il grande amore nascosto dalle menzogne peggiori. Forse non era il periodo giusto per leggerlo, intanto grazie del tuo feedback e dei bei commenti, come sempre!
      Lightblue

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    3. Purtroppo non credo nel potere dell'amore, ma nei libri amari decisamente sì. Grazie a te! :)

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  6. La trama matrimoniale non è che mi ispiri più di tanto.
    I paragoni con L'amore bugiardo e The Affair (benché la nuova stagione sia deteriorata parecchio) già di più...

    Nell'indecisione, mi sa che aspetto una eventuale versione cinematografica. :)

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    1. mmm, al cinema non ce lo vedo: non succede granché, come dicevo, ma quello è il bello.
      The Affair l'ho momentaneamente mollato, il tipo obeso della Mummia mi ha messo KO, ma spero di recuperare non appena mi torna la voglia. :)

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  7. Non credo possa piacermi. Al limite, se sento bisogno di leggere di matrimoni in crisi, leggo Noi di Nicholls! O no?
    Lea

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    1. Non so, Lea. Perché è così ben scritto, da una parte, che oggettivamente non può non piacere se si è amanti delle cose belle. Con Noi e Nicholls sfondi una porta aperta ;)

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  8. credo potrebbe piacermi un sacco proprio...
    anzi, farò in modo di procurarmelo

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  9. Anch'io ero stata travolta dall'ondata del successo, ma a differenza tua non mi andava davvero di leggerlo. Che dire, sono fatta così. Difficilmente leggo questi libri quando sono al loro apice, per poi ritrovarmi a parlarne con persone che nemmeno si ricordano cosa c'era scritto dentro perché è passato troppo tempo. La copertina ispira, la tua recensione adesso ha messo la pulce nel mio orecchio e da lì non si smuove.
    Per quanto non mi piacciano le storie d'amore recenti, troppo piene di cuoricini, questa, piena di difetti come è, potrebbe?

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    1. Comprendo perfettamente ma, essendo la Bompiani una casa editrice un po' meno commerciale, secondo me non se ne è parlato abbastanza. Secondo me, ti dirò, non è neanche una storia d'amore. Non so cosa sia. Ma quello è il bello. L'ho letto settimane fa e, difettoso e tutto, ci penso ancora. :)

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    2. Effettivamente hai ragione, la Bompiani anzi dovrebbe essere una garanzia in più. L'hype che ho sentito era quello sentito all'estero e la casa editrice può aver giocato su quello, per cui ha tutta la mia approvazione. Più che la recensione poterono le tue ultime frasi, adesso sì che lo devo leggere! :D

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  10. Sono indecisa su questo romanzo. Non so se leggerlo o no. Lo leggerei perché, in fondo, in storie come queste ci sguazzo. Mi piace questo tipo di realismo (il vero realismo americano). Mi piace perché parla delle persone, con tutti i loro difetti (come Yates, come Dubus), mi piace perché la trasposizione delle persone così come sono nella realtà mi affascina da morire.
    Ma c'è un ma. Proprio perché ho ben presente in me Yates e Dubus, mi piacerà oppure sarà al di sotto delle mie aspettative? Che dici, mi butto?

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