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sabato 14 gennaio 2017

Mr. Ciak - And the Oscar goes to: Hell or High Water, Zootropolis, Sing, Oceania

Golden Globe 2017
Miglior film drammatico, Migliore attore non protagonista, Miglior sceneggiatura
Nell'America rurale di McCarthy e Landsdale, due fratelli si ritrovano per parlare di affari di famiglia all'indomani della scomparsa della madre. Disperati, si danno alla vita criminale. Rapina una banca, scappa, sbarazzati dell'auto e ricicla la refurtiva: poi ripeti. Funzionano meglio di una catena di montaggio, gli Howard, nonostante appaiano litigiosi e male in arnese. Sulle loro tracce, un ranger in là con gli anni che dilata e centellina l'inseguimento dei rapinatori, incapace di arrendersi all'immobilismo della pensione imminente. Hell or High Water è un western moderno, asciutto, solido, che usa la lentezza iniziale un po' per approfondire l'amore-odio tra lo scapestrato Tanner e il pensieroso Toby, il cui rapporto è fatto di abbracci lunghi e falsi spintoni, e un po' per indagare le rughe di un vecchio segugio con la battuta e la pistola sempre pronte. Se Jeff Bridges è prevedibilmente in parte, se Ben Foster è bravissimo ma stento ogni volta a riconoscerlo, sorprendono uno scarmigliato Chris Pine – di solito, più bello che ispirato – e la colonna sonora indie-folk, tutt'uno con le corse e le praterie sterminate. Hell or High Water ricorda i Coen, che di per sé non amo; è sceneggiato da Taylor Sheridan, che anche in Sicario mi aveva colpito ma non troppo. Nominatissimo ai Gotham Awards e outsider ai Golden Globe, dotato di medie da capogiro, mi è parso un film buono, ma senza superlativi assoluti: onesto, ma forse non all'altezza delle lodi sperticate. Qualche difetto imprecisato nella sceneggiatura. Qualcuno, invece, nella regia: dirige il sottovalutato David Mackenzie – suoi splendidi film indie come Perfect Sense -, ma il regista, scozzese nel profondo Texas, non si sente del tutto a casa. Gli manca il guizzo, lo stile. Compensano le interpretazioni sentite, le nobili intenzioni, stivali a punta e camicie di flanella, sulla strada tutta curve di un epilogo improrogabile. (6,5)

Miglior film d'animazione
Judy esce indenne dalla scuola di polizia. Contro tutti i pronostici. Delicata e gracilina, non sembrava tagliata per acciuffare criminali, eppure ce l'ha fatta: distintivo appuntato sulla camicia ben stirata, si trasferisce nella grande città. I genitori lontani, una stanzetta cadente e vicini litigiosi. La sveglia suona presto, al mattino, ma lei è sorridente e volenterosa. A riempirla d'amarezza, però, la scoperta che in commissariato nessuno le mostri il rispetto dovuto. Perché è femmina. Perché è un coniglio alle prese con una professione da animali di grossa taglia. Siamo in un film Disney. Siamo, come in Sing, in una realtà alternativa in cui il regno animale vive nei nostri centri abitati, gestisce i nostri luoghi di potere; dell'uomo, lì, non c'è traccia alcuna. Dell'uomo e dell'intolleranza. Vietato mangiarsi a vicenda, rispettando i gradi della catena alimentare; vietata la prepotenza ai danni di cuccioli e pacifici erbivori. Ma tra il dire e il fare, si sa... Zootropolis è uno dei gialli più accattivanti dello scorso anno. La sottovalutata Judy, infatti, fa coppia con un disincantato truffatore – una volpe che, anziché combattere il cliché, l'ha abbracciato in pieno per legittima difesa – per un'indagine sulla sparizione di numerosi mammiferi, protagonisti di ingarbugliati misteri e inspiegabili raptus. Ci sono gli inseguimenti e i colpi di scena, i cenni a Breaking Bad, la scena topica in cui la poliziotta anticonformista viene sollevata dal caso, i testimoni chiave. Il tutto, in un cartone animato che non dimentica i colori e la magia, i lazzi comici – mamma mia quante risate, con la motorizzazione gestita da un branco di bradipi in vena di freddure – e una morale onnicomprensiva. Zootropolis, metafora quanto mai attuale del mobbing e del sessismo, avvince e fa pensare. Agli stereotipi che ci rendono prigionieri, e perciò risulta particolarmente triste la scelta di assegnare il classico accento napoletano a un ladruncolo da poco, nell'edizione nostrana; al fatto che, se come Judy sei graziosa e donna, ieri e oggi, potrebbero dirti che esistono porte che ti sono state precluse. (7,5)

Miglior film d'animazione, Miglior canzone originale
Un impresario non si arrende a dichiarare bancarotta. Tocca reinventarsi per non soccombere alla crisi. Come attirare aristi e avventori, se non con una gara a premi? Peccato che la cifra in palio, modestissima, venga ingigantita dalle bizze di una segretaria poco affidabile. Allora, attirati dal lauto compenso, fanno la fila alla sua porta cantanti e ballerini, pronti a stupirlo con i loro spettacolari cavalli di battaglia. Una mamma a tempo pieno, decisa a scollarsi dal nido; un jazzista che scimmiotta l'inarrivabile Sinatra; una scatenata chitarrista, con un fidanzato traditore e una certa avversione per la musica mainstream; un'adolescente frenata dall'ansia da palcoscenico;  un ragazzo che ha il difetto di essere gentile e intonatissimo, in una famiglia dedita al malaffare. Sembra un po' School of rock, un po' Pitch Perfect. E Sing, con l'allegria del primo e la dimensione corale del secondo, è esattamente così. Ma siamo in un mondo popolato esclusivamente da animali, che come noi fischiettano le hit del momento e puntano in alto. Siamo, soprattutto, nell'ultimo cartone dei produttori di Cattivissimo me. Il risultato è un musical irresistibile, moderno e colorato, con la colonna sonora più orecchiabile dell'anno scorso – senza dimenticarsi, però, di Sing Street e The Get Down –, doppiatori d'eccezione e bizzarri personaggi che si cimentano con brani che legano le generazioni. Le canzoni, tiriamo pure un sospiro di sollievo, non sono state adattate in italiano. E l'animazione aggiunge groove e guizzi, anziché togliere. Rendendo la solita ma irrinunciabile commedia musicale qualcosa di diverso, con autentici animali da palcoscenico - sorprendono, a tal proposito, le doti vocali del promettente Taron Egerton e della Johansson – e fragorosi acuti, che fan venire giù il teatro. (7)

Miglior film d'animazione, Miglior canzone originale
Moana – ribattezzata infelicemente Vaiana, per paura che i nostri infanti, googlandola, si imbattassero nelle grazie della più famosa Pozzi – è un'isolana ribelle con un rapporto d'eccezione con l'acqua. Purtroppo c'è un'antica maledizione a tarparle le ali e sgonfiarle le vele, impedendole la navigazione in alto mare: partita in compagnia di un semidio tatuato e vanesio, l'adolescente dovrà scongiurare la morte della natura e restituire all'oceano il suo cuore sottratto. O una cosa simile. Sarò impopolare, infatti, ma tant'è. Le avventure dell'ennesima eroina femminista dell'ennesimo cartone Disney, immancabile sotto Natale, annoiano più dell'ultimo Terrence Malick. Le canzoni, già di per sé poco orecchiabili, sono state oggetto di un raffazzonato adattamento italiano; l'animazione tenta di coinvolgere i nostalgi come il sottoscritto con strizzate d'occhio a Hercules, ma non riesce, perché bella e senz'anima; il lieto fine, scontatissimo, non arriva abbastanza presto. Ma, a parlarvi, c'è uno che i film d'animazione di solito li evita senza farne un mistero e, qualche anno fa, non si era fatto incantare né dalla poesia troppo infantile di Inside Out, né dalle scopiazzature dell'indigesto Arlo. Il mio personaggio preferito, pensate un po', il galletto strabico che consente qualche raro sorriso qui e lì. Il resto, nel mio caso, se lo portano via le onde e il vento non appena si distoglie lo sguardo. (5)

21 commenti:

  1. Sono anche io in fase di preparazione agli Oscar e soprattutto sono indietrissimo e il tempo stringe di brutto. Hell or High Water lo vedrò a brevissimo, rischia seriamente ndi essere un outsider da tenere in considerazione.

    Di questi quattro ho visto solo Zootropolis - davvero bello e soprattutto con un messaggio che va molto oltre i soliti film d'animazione dell'ultimo periodo - e Oceania e devo dire che su quest'ultimo concordo in linea di massima con la tua recensione: una vera e propria delusione, un film piuttosto banale insomma.

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    1. Anch'io sono indietrissimo, ma né le uscite al cinema - tutte fissate per febbraio - né lo streaming collaborano, quest'anno. Felice che qualcuno abbia trovato Oceania sopravvalutato: mi sono anche tanto annoiato, personalmente. Ed eravamo in tre, tutti altrettanto infastiditi, quindi ho visto il film giusto. ;)

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  2. A dividerci, questa volta, Oceania. Ma si sa, io l'animazione la mastico meglio e qui mai mi sono annoiata, tanto ho riso e cantato, incantata poi da colori, disegni, fiori.
    Zootropolis bello sì, ma ricordo un finale frettoloso e mal scritto, che oggi oscura il resto del film nella mia memoria, purtroppo.
    Sing lo vedrò a breve senza troppo entusiasmo, sperando nell'effetto sorpresa :)

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    1. Ma hai visto che mi sono applicato con l'animazione, sotto Natale? Pensa che mi è piaciuto abbastanza anche il bastonatissimo Alla ricerca di Dory. Con Moana, però, niente da fare; per non parlare del GGG. :)

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  3. Hell or High Water é uno dei prossimi recupero. Zootropolis mi é piaciuto moltissimo, inaspettatamente e nonostante la canzoncina martellante di Shakira ;)
    Sia Sing che Oceania mi mancano. Dalle tue parole mi ispira più il primo del secondo.. Vedremo!

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    1. Oceania, a mio dire, deludente deludente deludente.
      Sing, invece, una sorpresa orecchiabilissima.
      Concordo su Zootropolis (e sull'orrida canzoncina di Shakira, mamma mia). :)

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  4. Cos'è tutto questo improvviso amore per il cinema d'animazione?
    Devo cominciare a preoccuparmi? :)

    Per fortuna che ti sei salvato in corner stroncando Oceania!

    Detto questo, anche a me Zootropolis è piaciuto, sebbene magari con un minore entusiasmo rispetto a te. E ho come l'impressione che pure il musicarello Sing potrebbe gustarmi.

    A sorpresa ho apprezzato molto Hell or High Water, che per fortuna a me non ha ricordato né i western né i Coen. Altrimenti l'avrei detestato. :)

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    1. La (poca) neve e la presenza nei listoni di film come Zootropolis mi hanno spinto ai recuperi. Sing ti piacerà di sicuro, è uno spasso e non si prende sul serio. Invece Moana la solita morale, la solita principessa che non ha bisogno degli uomini, la solita minestra. E dire che io, per esempio, avevo adorato o quasi un Frozen. :)

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  5. "con strizzate d'occhio a Hercules" davvero? Parlo da "ignorante" perché non l'ho visto, ma Hercules no, vi prego. T.T
    Guarda, non l'ho visto per principio, sono andata a vedere Frozen e a te è piaciuto, a me aveva deluso tantissimo, non ci avevo trovato nulla di nuovo, sarò sincera. Forse questo lo recupererò in streaming, ma mi sembra di vedere una Disney che non si sta rinnovando, semplicemente sembra pensare solo al merchandising delle principesse.
    Parlo da amante di film d'animazione, mi piacciono moltissimo.

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    1. Però anche Zootropolis è Disney, ma al contrario di Oceania è innovativo e tutt'altro che infantile nel messaggio. Che è lo stesso o quasi, poi, ma spiegato in maniera più intelligente. :) A me Frozen è piaciuto proprio perché molto classico, ti dirò: mi piacciono i cartoni vecchio stile, cantati, con castelli e quant'altro. Non amo la tecnologia, neanche nell'animazione: capirai, quindi, che neanche Big Hero 6 - troppo videogioco, troppo fumetto - ha fatto breccia da queste parti. I riferimenti più lampanti ad Hercules? Ricorderai le mitiche muse, che ballavano e cantavano sui vasi in apertura. Qualcosa di simile succede ai tatuaggi del personaggio doppiato da The Rock. :)

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  6. Come ben sai, questa volta non mi trovi quasi per niente d'accordo: troppo basso Hell or high water, per me assurdo vedere Sing sopra Oceania, che è una delle cose più belle della Disney degli ultimi dieci anni. Bottigliate per te! ;)

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    1. Ma avrò visto un altro film io? Okay che lo streaming era di una pessima qualità, ma ci sono Sam e Alfonso che mi sostengono (e mi proteggono). ;)

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  7. Sai che sei il primo che leggo che parla tiepidamente di oceania... e mi aggrego. Un'animazione fantastica, come sempre, ma poca sostanza nella trama e anche nei personaggi. Hanno tutti stravisto per l'eroina, ma le due protagoniste di Brave mi erano piaciute molto di più (per esempio).
    E concordo sul pessimo adattamento, ormai va così troppo spesso :/
    Zootropolis discreto! Molto carino.

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    1. L'adattamento, più che pessimo, mi sembra lo abbiano quasi fatto con le traduzioni alla cazzum di Google Translate. Ma cos'è. Poi è la Disney, mica Tonio Cartonio: con tutto il rispetto per il mitico Tonio, eh. Però a me non era piaciuto neanche Brave, quindi sono io bacato di mio. :)

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    2. Esattamente, poi non è solo la traduzione, anche l'interpretazione... perchè ho sentito delle cover riarrangiate mooolto apprezzabili.
      Comunque a parte il fatto che i film d'animazione con te non attaccano, bisogna ammettere che almeno Brave aveva una trama più costruita e il messaggio passava.

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    3. Su quello sì, mi tocca concordare. ;)

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  8. Moana un voto così basso? Allora ci andrò con i piedi di piombo. Sai come la penso su hell or high water.... filmone! :-)

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    1. Moana è la solita minestra davvero.
      E sono contento che Hell or High Water piaccia così tanto, ma onestamente non ci ho visto granché, se non le belle atmosfere. ;)

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  9. Zootropolis mi è piaciuto tantissimo è adorabile. Sing non mi ispira proprio per niente, anche Oceania poco, infatti non l'ho ancora visto.
    Buoni film ;)

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  10. Li ho trovati tutti bellissimi, persino Hell or High Water, quel genere di film da cui di solito fuggo a gambe levate.
    Tra i tre cartoni animati spicca di sicuro Zootropolis ma a me Moana (e chiamiamola col suo nome!!) non è per nulla dispiaciuto e, mi perdoni la giuria dei Golden, Kubo e la spada magica era otto spanne sopra alla pur bella storia di Judy e compagnia!

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