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venerdì 16 giugno 2017

Recensione: Confessioni audaci di un ballerino di liscio, di Paola Cereda

Quello che ci appartiene ci assomiglia. È come la musica di Verdi. Dentro ha la banda: dentro ci siamo noi.

Titolo: Confessioni audaci di un ballerino di liscio
Autrice: Paola Cereda
Editore: Baldini & Castoldi
Numero di pagine: 201
Prezzo: € 16,00
Sinossi: Il Sorriso dancing club, la balera più famosa del Polesine, compie cinquant’anni. Il suo proprietario, Frank Saponara, organizza una grande festa di compleanno alla quale partecipa l’intera comunità di Bottecchio sul Po. Frank è un ballerino di liscio che ha avuto tante donne quante sono le mazurche che ha ballato, ma quelle che hanno segnato la sua carriera sentimentale sono tre: Ivana, il suo primo amore, Kristelle, una star del porno, e Barbara, musicista e cantante. La sera del compleanno del Sorriso le tre donne si ritrovano sulla stessa pista mentre, poco distante, nella golena di Ca’ Silente, Vladimiro Emerenzin, amico di Saponara e poeta di paese, muore in strane circostanze. Tra le sue dita, un biglietto della festa alla quale non ha partecipato e una parola scritta a matita. Frank è chiamato a dare un senso a quell’ultimo messaggio e scopre che la vita è come il liscio: si balla in due e bisogna andare a tempo.
                                            La recensione
La prima volta ho letto Paola Cereda su un treno, seguendo il mare dal finestrino. Sono passati tre, quattro anni da allora. Abbastanza per disaffezionarsi e perdersi di vista. Il legame con le storie di Paola, mi sono accorto, cresce però con il tempo – tanti romanzi dopo, saprei descrivervi perfettamente l'abito azzurro e la frittata di cipolle di Se chiedi al vento di restare o la Calabria fiabesca del successivo Le tre notti dell'abbondanza. Alle sue commedie italiane e surreali, capaci di un incanto che non so spiegarvi, si aggiunge Confessioni audaci di un ballerino di liscio – e nel frattempo cambiano l'editore, gli scenari, il sesso del narratore. Siamo in Veneto, nel Polesine. L'autrice, a me familiare per le sue parabole mediterranee e in riva al mare, non tradisce la sua solarità per le nebbie del settentrione. In una regione umida e piovosa, alluvionata, ci si scalda infatti stringendosi in un passo a due. Il protagonista, Frank Saponara, è il re delle balere: quella che ha ereditato alla morte di suo padre, il Sorriso dancing club, spegne cinquanta candeline proprio come lui.
«E' la musica dei giovani.»
«Allora tu non diventare giovane.»

Festa grande, inviti distribuiti a destra e a manca, un discorso accorato posizionandosi di tre quarti come alla tivù. I festeggiamenti non vanno come sperava. Ha indossato il paio di calzini del colore sbagliato; in sala sono presenti tutte le donne di una vita vissuta appassionatamente; dal paese, a rubargli la scena, arriva la notizia di una dipartita sospetta. Omicidio o morte naturale quella del bizzarro Vladimiro Emerenzin – abitatore solitario di una spiaggia privata, poeta e voyeur, amante dei cani randagi e delle prostitute stagionate, migliore amico e Pigmalione un po' clochard? Le luci si spengono, tutti a casa, e da qui ha inizio la ricerca della verità. Frank fa domande, tante. A proposito della morte. A proposito dell'amore. Bussa alla porta di amanti vicine e lontane, chiede. Prima a Ivana (compagna di liscio che ha scelto la maternità, con le caviglie gonfie e i compromessi che comporta), poi a Kristelle (pornodiva con un passato tragico in Lituania e nessuna voglia di arrendersi alla forza di gravità) e infine a Barbara (fisarmonicista che vive sull'altra sponda del fiume e gli fa venire voglia di impegnarsi), passando per mamma (vedova consolabile) e la guardarobiera agée con cui ha perso la verginità. Chi delle sue invitate sa qualcosa sulla dipartita di Vladimiro che, andandosene, ha lasciato un enigma su un biglietto dell'evento? Perché Frank non è stato abbastanza come partner, in pista e nel quotidiano?

Ti auguro la stessa fortuna, Frank, di trovare qualcuno che tutte le mattine, svegliandosi, abbia lo stesso immutato desiderio di respirarti. Insieme potreste dire buongiorno vita, ah sei tu, non ti avevo riconosciuta. Ti pensavo uguale a ieri e invece sei differente: né bella né brutta, ma nostra.

Quello di Saponara è il romanzo di formazione di uno che nel mezzo del cammin della sua vita, non più donzèlo, sta capendo come crescere. Tocca imparare a non scappare alla prima esondazione; a reinventarsi; a sistemare le nostre scarpe accanto a un paio estraneo, sotto il comò. Come nel mio Fellini preferito, gli sfilano davanti figure femminili tra cui lui non sa, non può e non vuole scegliere. Concede a tutte un giro di pista, la luce dei riflettori. Non hanno i passi sincronizzati al suo, si racconta; non sanno ballare. Tutte lo vogliono, sul divano azzurro dell'ufficio, e nessuna se lo tiene. Tragicommedia di un uomo oggetto che ha perso tempo prezioso e disatteso le aspettative altrui, Confessioni audaci di un ballerino di liscio è una bellissima serata che sarà per sempre legata a un ricordo spiacevole. Uno di quei luoghi polverosi, dedicati al dio passato, che rifuggono orgogliosamente qualsiasi traccia di modernità – i vituperati balli di gruppo, il tango argentino che va per la maggiore. Romanzo breve eppure denso di suggestioni, il ritorno della Cereda è brillante, carnale, delicato. L'autrice brianzola conosce la differenza sottile tra allegria e felicità e, in anticipo, l'odore che Frank si strugge a cercare. Ha parole a ritmo e, perfino più che in passato, la musica in circolo.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Gabriella Ferri – Remedios

2 commenti:

  1. Eccolo un altro libro da aggiungere subito, anche solo per il titolo, ma soprattutto per le parole che ho letto qua e là per evitare troppe informazioni.. Peccato avere lo stesso romanzo da mesi sul comodino, ferie, arrivate in fretta!

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    1. Ah, tu e Paola dovete proprio conoscervi. Vi piacereste moltissimo. Il primo, Se chiedi al vento di restare, è anche in economica: nove euro e leggi un romanzo raro, perché di quelli leggeri leggeri ma che lasciano qualcosa (anche il dubbio, perché no).

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