Quando
splendeva il sole, delle nuvole non ci si ricordava neanche più. Quando si era in fondo al Baratro, era difficile anche solo
pensare che il sole esistesse davvero.
Titolo:
Da quando ho incontrato Jessica
Autore:
Andrew Norriss
Editore:
Il Castoro
Numero
di pagine:
Prezzo:
192
Sinossi:
Francis
non ha mai avuto un’amica come Jessica. È la prima persona che
riesce a farlo sentire davvero se stesso. Anche Jessica non ha mai
incontrato un amico come Francis. Non solo perché è qualcuno con
cui ridere ogni giorno, ma anche perché è la prima persona in grado
di vederla e sentirla, almeno da quando è morta un anno prima.
Quando incontrano due nuovi amici che riescono a vedere Jessica,
scoprire cosa hanno in comune tutti e quattro diventa fondamentale.
Perché proprio loro? C’entra qualcosa il modo in cui Jessica è
diventata un fantasma? E perché Jessica non ricorda nulla della sua
morte? La risposta che troveranno sarà sorprendente e li porterà a
una conclusione che nessuno di loro avrebbe mai immaginato.
La recensione
Francis
passa la ricreazione seduto su una panchina, anche se tutt'attorno cade la neve.
Accanto a lui, con abiti troppo leggeri per le temperature invernali
e passi che non lasciano segni sulla terra punteggiata di bianco, un giorno qualsiasi prende posto Jessica. Perché ci si capisce tanto, tra
esclusi? Perché, dopo una vita di silenzi e musi lunghi, tornano
infine la chiacchiera e il sorriso?
Nota stonata, all'indomani di un
incontro altrimenti perfetto: Jessica è morta da un anno. Non si sa
come. Non si sa dove. Ci vuole poco ad immaginare una storia
impossibile tra un adolescente e uno spettro senza pace. Bastano una
bellissima copertina illustrata, nello spirito degli adorabili
romanzi di Rainbow Rowell, e la sensazione di trovarsi davanti a una
variante di quei boy meets girl di cui, in sala, vado matto. La quarta di copertina, che ti
racconta un appuntamento e un mistero, non specifica però l'età dei
protagonisti: troppo giovani, in
realtà, per la letteratura young adult. Soprattutto, con una
compagnia troppo ampia al seguito per pensare a una storia d'amore.
Siamo alle medie, non al liceo. E Francis non è il solo in grado di
percepire la presenza fluttuante di Jessica. Si aggiungono presto anche Andi e
Roland: i quattro costituiscono una simpatica squadra di spiantati,
di annunciati perdenti, che si fa forza contro la prepotenza del
prossimo. Quale dote rende possibile il dialogo con quel che resta della defunta? Quale difetto, soprattutto, li posiziona nel mirino
dell'arrogante bullo di turno? Francis, appassionato di moda, ha una
soffitta piena di manichini, bottoni, stoffe: vorrebbe diventare
stilista, da grande, ma cucire è roba da femmine. Andi, aggressiva
con gli altri per non soccombere alle offese, è scortese, mascolina,
insignificante: picchia duro, ed è priorità degli uomini.
Roland,
gravemente in sovrappeso, ammazza zombie alla Playstation e si
ingozza di cibi spazzatura: non esce di casa per l'affanno e per la
vergogna. Non ha ricordi nitidi, Jessica, ma in vita ha conosciuto
gli stessi dolori. E, in morte, farà di tutto per aiutare i suoi
compagni di sventura. Anche a dodici, tredici anni si perde infatti
il filo della spensieratezza e la luce in fondo al tunnel si nasconde
agli occhi. Lo sa uno che le medie, pur senza le stesse ragioni di
Francis, le ha rimosse al pari di un ricordo brutto. Non mi piacevo
io. Non mi piacevano gli altri. Non mi piaceva sperare che passassero
in fretta i brufoli a grappoli, le battute poco fantasiose degli
immancabili ripetenti, quei tre anni di cui non conservo né amicizie, né fotografie. Abbassata la fascia d'età, spartite le pagine tra
protagonisti diversi, Da quando ho incontrato Jessica si
rivela una lettura diversa dal previsto. Carina e costruttiva, un po'
macabra, ma non all'altezza del film mentale che avevo girato già a
pagina uno. Andrew Norriss firma un romanzo sui giovanissimi che
stenta a far breccia nei lettori più cresciuti. Si parla di
bullismo, suicidio e amicizie che indorano la pillola. Ma la troppa
delicatezza, la troppa bontà, lo rendono un romanzo a tesi –
nobile negli intenti, lieve nella scrittura – che non va oltre i
banchi di scuola. Lì farà bene. Di sicuro, meglio delle frasi fatte
di chi non ci è mai passato.
I romanzi parlano forte. E su una
panchina, con la neve e i fantasmi, anche quando sono piccoli così,
riempiono il silenzio con le parole – e la compagnia – che
vorresti.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Regina Spektor – Us