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sabato 3 agosto 2013

Recensione: Atipico Vampiro, di Giacomo Lucarini

  Ciao a tutti, amici. Come state? Oggi la recensione di un romanzo che mi è stato gentilmente inviato dall'autore. Una storia buffa e misteriosa, ma sulla quale, per via della brevità del racconto in sé, non posso esprimermi né del tutto positivamente, né del tutto negativamente. Vi parlo di quello che ho letto e di quello che ho recepito, quindi, in un commento, come sempre, spiccatamente soggettivo. Mi trovo in una situazione strana – sarà che non sono abituato a recensire racconti – ma tacere su una lettura breve, anche se ricca di potenziale, sarebbe stato improduttivo per me e scortese nei confronti del gentile e brillante Giacomo Lucarini, che ringrazio per l'interessamente e la disponibilità. Augurandovi buon weekend e buona lettura, vi abbraccio, M.

Titolo: Atipico Vampiro
Autore: Giacomo Lucarini
Editore: Giovane Holden Edizioni
Numero di pagine: 88
Prezzo: € 12,00
Sinossi: Daniele ha poco più di vent'anni, è un giovane solare ed estroverso con un lavoro che lo gratifica, pochi buoni amici e tanti conoscenti, una famiglia amorevole con cui fa i conti a ritmo alterno. Un tipo qualunque, insomma. Di punto in bianco, però, la sua vita cambia in modo radicale: la luce del sole comincia a bruciargli la pelle, gli occhi si arrossano facilmente e si sente sempre stanco e malaticcio. Per quanto provi a negarlo a se stesso, ben presto deve accettare l'idea di essere diventato un vampiro. Ma nulla è come potrebbe aspettarsi: niente canini aguzzi, niente super-forza, niente sensi aumentati né fascino tenebroso... per lui soltanto problemi in più nella vita di tutti i giorni (e una sfrontata, inusitata sete di sangue). L'incontro con la giovane e misteriosa Iside sarà il primo di una serie di ulteriori sconvolgimenti nella sua vita fino all'epilogo finale. Tra romanzo fantasy e racconto di formazione, tra letteratura pulp e romanticismo, una storia di "ordinario" vampirismo.
                           La recensione
Questa sarà una recensione molto diversa dalle solite. Una recensione atipica, per un racconto su un atipico vampiro. Scorrendo la pagina, vedrete, infatti, che non ci sono le consuete stelline valutative, né l'immancabile consiglio musicale, alla fine di uno sproloquio tutto mio che sarà decisamente meno lungo rispetto ai soliti. Questa è una recensione che non è una recensione. Punto. Tutto è iniziato qualche settimana fa, quando, tra le email, ho trovato un messaggio di posta di un tipo occhialuto e col pizzetto che mi è stato simpatico a prima vista: Giacomo Lucarini mi parlava del suo esordio, il romanzo Atipico Vampiro. Intrigato e divertito, approfittando della disponibilità di questo giovane autore, ho accettato di leggerlo. Era una storia che prometteva grasse risate, la sua. La fighissima copertina in bianco e nero, firmata dal grandioso illustratore Lucio Parrillo, era tutta un programma: nebbia grigiastra, nubi tempestose, occhiali da vista scuri e berretto, un protagonista in una posa eroica – tra Duke Nukem e il Bruce Campbell di L'armata delle tenebre – con una donzella adorante ai piedi. Troppo, troppo forte! Il mio errore, se di errore si può parlare, è stato documentarmi male e lasciarmi stregare da una trama simpaticissima e da un'illustrazione che cattura l'attenzione di ogni fanatico di film, videogiochi o fumetti che si rispetti. Non conoscevo (e non conosco) le passate pubblicazioni della Giovane Holden Edizioni e, prima di sfilarlo dal plico, non mi ero reso conto dell'estensione del libro: un volumetto in una comoda e curata brossura, dal font perfetto e senza il minimo refuso, ma brevissimo. Appena 80 pagine. Atipico Vampiro non è un romanzo, e nemmeno un romanzo breve. E' un racconto e, per la cronaca, sempre breve. Troppo per lasciare un'impronta e per portare allo sviluppo di idee interessantissime, ma dal potenziale inespresso.  
E' un romanzo surreale ed estremamente ironico, che non prende troppo sul serio né sé stesso, né la figura millenaria del vampiro, ma che, alla fine dei conti, non si lascia nemmeno prendere sul serio. L'ho letto tra una pubblicità e l'altra, nell'arco di un film che avevo già visto, proiettato su Rai Due, e ho trovato che tutto fosse vago, abbozzato, incollato insieme senza che fosse parte di un piano più complesso. I capitoli sono brevissimi – una pagina, massimo una pagina e mezza – e la dissolvenza tra una scena e l'altra – tanto difficile da rendere su carta, e lo scrivo per esperienze diretta – è praticamente assente: come in una sit-com con le risate preregistrate di cui Atipico Vampiro potrebbe essere, magari, il breve pilot. 
Inizio (stacco), svolgimento (stacco), fine (stacco). Tutto compresso, come in uno di quei pratici sacchetti salvaspazio, in pochissime pagine. I vari elementi sono schiacciati tra di loro, l'uno contro l'altro, e non respirano. Come non respira la storia in sé. L'incipit è simpaticissimo, ma le situazioni che seguono mi sono apparse slegate tra loro, poco efficaci. Ci sono rimandi all'attualità, parentesi geek su gruppi musicali e programmi TV, cenni al mondo del lavoro e della politica, ma lo stile – piacevole, comico, pungente, brillante - risente molto di uno svolgimento frettoloso all'inverosimile: come se Giacomo avesse avuto rigidi tempi di consegna da rispettare o uno spazio circoscritto a disposizione. Un po' come il suo protagonista, Daniele, dunque, vincolato in casa dalla luce diurna e spossato da una trasformazione che l'ha reso solo più confuso, solitario, irritabile... e affamato. Un nero pece ha ingoiato il colore consueto dei suoi occhi, e non può che rinunciare ai saporiti spaghetti aglio, olio e peperoncino e stare lontano dai guai e dalle ragazze. 
Peccato che siano i guai e le ragazze a cercare lui!
Dopo Zombieland e Gli zombi non piangono a essere presi di mira sono le simpatiche creature della notte dai denti aguzzi e dalla pelle di porcellana, anche senza ore di sedute dentistiche e trenta euro buttati dietro a una pulizia del viso, magari pure ad opera di un'estetista racchia. Il risultato è decisamente meno idiota di quello di squallide parodie come Mordimi e Succhiami, ma poco memorabile, nonostante lo spirito di Il commissario Coliandro e di Ragazzi perduti promettessero, insieme, autentiche faville. Se fosse stato parte di un'antologia, Atipico Vampiro sarebbe stato un prodotto interessante in mezzo ad altri racconti indubbiamente interessanti, se scritti sempre con la stessa curiosa ironia. Considerato da solo, però, è troppo poco, sia per scrivere un giudizio entusiastico, sia per scriverne uno pieno di livore. Racconti più lunghi, ma forse meno stuzzicanti, sul web, si possono leggere gratis o al prezzo di un caffè. Giacomo Lucarini, tuttavia, è una persona brillante, sagace, intelligente, con un'anima inguaribilmente nerd. La sua freschezza è indubbia. Che il poco che ho letto possa essere un trampolino di lancio per l'avvenire, dunque. Un avvenire senza limiti, lontano da un mondo di racconti piccoli e soffocanti come le stanzette in affitto dei poveri, spiantati universitari italiani. Glielo auguro di cuore. 

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te... L'eccessiva brevità di un'opera tende a tarpare le ali a quelle che magari sono ottime potenzialità! Io personalmente non riesco a lasciarmi coinvolgere dai racconti tranne qualche raro caso e devo proprio dire che in questo periodo di "fatiche economiche" non mi sentirei proprio di spendere 12 euro per 80 pagine ^^

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