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martedì 3 ottobre 2023

Recensione: L'ultima cosa bella sulla faccia della terra, di Michael Bible

| L'ultima cosa bella sulla faccia della terra, di Michael Bible. Adelphi, € 16, pp.135 |

Harmony, Carolina, è costruita sulle bugie. All'apparenza placida e accogliente, è una città in cui il sonno della ragione ha generato mostri. Fra omofobia, razzismo e fanatismo religioso, l'armonia non è di casa. A portarne alla luce le contraddizioni è stato il gesto estremo di un giovane: folle, o forse annoiato. Iggy, l'outsider della scuola, ha tentato di darsi fuoco al centro della chiesa. Non ci è riuscito. Ma nell'incendio sono morte venticinque innocenti. Come si sopravvive a una tragedia? Quando scompaiono, sulla pelle e nella memoria, i segni del fuoco? Crudo, lisergico, eppure delicatissimo, il primo romanzo di Michael Bible edito in Italia racconta una storia in punta di penna, perfetta per coloro che sono stati a Holt con Haruf o a Fabbrico con Camurri.

Eravamo innocenti. Convinti di essere speciali. Sbronzi tutti i weekend al centro commerciale. Il mondo era nelle nostre mani. Non ci importava del tempo. L'amore era una cosa scontata. La morte aveva paura di noi. Adesso abbiamo il grigio nella barba. Il cielo è un livido viola.

Scritto magistralmente, accoglie un coro greco di personaggi segnati dal gesto di Iggy. Ci sono gli ex compagni di liceo, ormai adulti, che fanno raffreddare il caffé mentre mettono a confronto i loro ricordi. C'è un timido bibliotecario che stringe amicizia con una donna in fuga da una setta religiosa, e per mezzo di lei trova un po' di fiducia nel genere umano. Ci sono due vecchi innamorati, divorati da una lontana inquietudine, che si ritrovano dove tutto ha avuto inizio. E c'è, soprattutto, il piromane: nella sua cella attende l'iniezione letale e ripensa. Al magnetismo che l'ha spinto prima tra le braccia di Cleo, poi di Paul; alle droghe, ai superalcolici, ai video morbosi; al desiderio perenne di vincere l'insensibilità attraverso il dolore. Sottilmente collegati, i protagonisti invocano la guerra nucleare come i futuristi del primo Novecento. Annichiliti e affamati, preferiscono l'abisso al nulla cosmico. A Harmony, sanno, non succede mai niente. Non resta che l'omicidio, dunque, per scuoterla alle fondamenta?

Sogno per tutto il genere umano un'utopia in cui l'amore è legale e piove champagne.

Qualcuno va via. Qualcuno torna. Qualcuno la ama e la odia contemporaneamente. Sfondo di un amaro giro di vite, si fa emblema di un Sud bello soltanto nelle canzoni folk. Suggestivo ma sfilacciato, troppo esile nell'intreccio, Bible demitizza e denuncia. Ma salva dall'indignazione generale i tramonti rosso sangue, le stelle cadenti, i fiori del corniolo visti attraverso le inferriate. E se perfino la campana in cima alle torre dell'orologio può tornare a suonare come d'incanto, non sembra troppo tardi per sperare. Nei miracoli. Nell'ultima cosa bella sulla faccia della terra.

Il mio consiglio musicale: Bruce Springsteen – I'm on Fire
Il mio voto: ★★★

2 commenti:

  1. Credo lo comprerò oggi stesso. Sembra proprio il libro che fa per me.

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    1. Leggevo su Instagram il tuo disappunto per il finale. Concordo in pieno. Tende a sfilacciarsi, ahimè...

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