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venerdì 18 agosto 2023

Giovani brividi: Mostri | L'innocenza del buio | Amico mio

È la regista e sceneggiatrice di Una donna promettente, strepitosa commedia nera con Carey Mulligan mangiatrice di uomini. Attesa al varco con il prossimo film, l'instancabile Emerald Fennell ci mostra un altro volto: quello di scrittrice. Ambientato nei luoghi di Daphne du Murier, Mostri racconta l'estate di una dodicenne senza nome e del suo nuovo migliore amico, Miles. Accomunati dalla sociopatia e dall'ossessione per la cronaca nera, i protagonisti hanno comportamenti peculiari: la loro rabbia, repressa a fatica, deflagra in furti, scherzi macabri, sevizie a danni di animali. Inquietanti eppure irresistibili, mettono la loro follia al servizio della giustizia. Chi meglio di loro può comprendere e anticipare le mosse di un serial killer che sta seminando donne annegate? Fino a dove sarebbero disposti a spingersi per mettere alla prova la loro fedeltà? Divertente e divertita, l'autrice delinea in maniera dissacrante gli abusi, l'omertà e i vizi di un villaggio costruito sul turismo nero e, come in un giallo classico, confonde il lettore con una galleria di personaggi altamente sospetti. Rapido e non troppo indolore, gustosamente dark, Mostri non risparmia bassezze e abusi. I protagonisti, non destinati alla redenzione nell'epilogo, si lavano le mani nel sangue del politicamente scorretto. Più interessati alle loro malefatte, si finisce per prendere però sotto gamba un intreccio sottotono e sopra le righe. In questo formato Emerald Fennell non indovina l'equilibrio tra comicità e suspense; calca la mano. Il suo esordio, un ibrido tra Mercoledì e The End of the F***ing World, sembra frutto dell'algoritmo di Netflix. Non di una penna premio Oscar. ★★½

Il castello sorge in un immaginario borgo ai confini del Piemonte. Ha le forme aguzze di un pipistrello e il portale, buio, è una bocca spalancata sul nulla. È una roccaforte: è stata eretta per proteggere qualcosa. O per proteggerci? Besana e De Feo, rispettivamente sceneggiatore e regista di The Nest, di case stregate se ne intendono. È quaggiù che vengono condotti quattro adolescenti al centro di un esperimento: hanno ricordi delle loro vite passate e nel dopoguerra avrebbero tutti soggiornato nel castello, salvati da un'affascinante benefattrice. Scoperchieranno un pozzo senza fondo da cui si riverseranno, infine, mostri e risposte. Adolescenziale ma adulto, soprannaturale ma umano, L'innocenza del buio vive di una suggestione sottile e di colpi di scena connessi più alla cronaca che ai fantasmi di questa Hogwarts gotica. Il male è una malattia degenerativa: ha metastasi dappertutto. Lo imparano presto questi piccoli eroi dalle mani saldamente intrecciate, che cercano una via di fuga come topi in un labirinto. Il talento degli autori non scolora su carta. Il lavoro d'introspezione e la dimensione corale, gli omaggi all'horror e l'originalità dei temi ne farebbero un'ottima serie TV: commosso, ho pensato alla creazioni di Flanaghan e all'epoca della mia infanzia in cui le amicizie erano mastice per il cuore. Che tristezza crescere. Che incubo essere costretti a farlo. ★★★★ 

Se morissi all'improvviso, piangeresti? Da bambini tutti abbiamo fatto questa domanda al nostro migliore amico. Fragili, capricciosi e insicuri, mescoliamo il lessico della morte con quello dell'amore. Tom ha tredici anni. È arrabbiato, ma non sa con chi. Ha voglia di piangere, ma non sa perché. In preda all'inquietudine, ha fatto dell'amico Poni l'inizio e la fine del suo universo e di Leo Fosco, il bullo della classe, la personificazione del male. In seguito a un episodio spiacevole, i tre dovrebbero far pace. Ma la fine di quella piccola guerriglia implicherebbe dividere Poni con qualcun altro? Ne nasce una vicenda breve ma feroce, che indaga le complicanze della crescita e i vicoli ciechi dell'ossessione. La ricerca dell'approvazione di Poni sfocia prima in un'adulazione spossante, poi nella pazzia, in una notte di candeline di compleanno e profumo di citronella. Fittamente dialogato, scorrevole come una sceneggiatura cinematografica, Amico mio è un romanzo facilissimo e difficilissimo, dove i protagonisti si parlano di continuo senza osare dirsi nulla. Tom, che nasconde un martello in camera, è un bambino diabolico come quelli degli horror o soltanto un incompreso? Quello a cui sottopone Poni è un gioco innocente, o un piano malefico? Troppo telegrafico per convincermi totalmente, resta un'indagine coraggiosa; un bisbiglio, orecchiato a lezione, dalle inclinazioni preoccupanti. Abitatori di una terra indefinita dove tutto è confuso, dove lo sono i sentimenti, i protagonisti cercano tesori immaginari e, nell'incapacità di dirsi, si affidano a quelle lettere che la prof avrà senz'altro assegnato loro fra i compiti per casa. La parola inganna. La scrittura, invece, fissa i pensieri e i sentimenti. E lì, sulla carta, dov'è possibile figurarsi mondi possibili, si possono immaginare maratone di Harry Potter sotto il plaid e colline verdi sulle quali aspettarsi. ★★★

6 commenti:

  1. Ero in dubbio su quello di DeFeo, ti dirò. Adesso me tocca 🤓

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    1. Un gran bel romanzo per ragazzi. Me lo sono goduto dall'inizio alla fine.

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  2. Mannaggia. Mi sono appena comprata Mostri, le aspettative sono alte ma le ridimensiono che magari così delude meno...

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  3. Nonostante la mezza stroncatura, Emerald Fennell in versione scrittrice dark mi intriga mostruosamente!

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