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venerdì 22 gennaio 2021

Recensione: Blankets, di Craig Thompson


| Blankets, di Craig Thompson. Rizzoli Lizard, € 29, pp. 592 |

Scegliere la prima lettura dell'anno richiede molta cura. Dal momento che chi ben comincia è a metà dell'opera, ai principi di gennaio ho messo la mia serenità di lettore nelle mani d'oro di Craig Thompson: un fumettista premiatissimo, capace a detta dei più di trasformare una mia passione recente – ossia i romanzi grafici – in un'autentica opera d'arte. Se non me lo avessero regalato all'ultimo momento, probabilmente non avrei letto Blankets con altrettanta urgenza. E senza questa coperta di patchwork il mio gennaio sarebbe stato un po' più buio di così, e soprattutto più freddo. Storia autobiografica, il graphic novel condensa grazie a sprazzi di dolore e lirismo il vissuto dell'autore: da un'infanzia sofferta, scandita da abusi fisici e psicologici, fino alla scoperta di un talento artistico capace di aprire impensate vie di fuga. Giusto al centro, però, c'è il cuore nevralgico della vicenda: quel primo amore, vissuto tra slanci e sensi di colpa, che aveva il carattere scostante della bella Raina. Craig la conosce al campo della parrocchia, durante le vacanze invernali, e insieme escogitano trovate ingegnose per saltare la messa della domenica o per non unirsi al coro degli altri fedeli. Vissuta inizialmente a distanza – lei vive in Michigan, con due fratelli affetti dalla sindrome di Down e una coppia di genitori in rotta di collisione –, la loro relazione epistolare diventa carnale quando Craig è suo ospite per qualche settimana.

Fa riflettere vedere i bambini che fanno tanta fatica per risalire la collina solo per provare il breve piacere della discesa. Noi adulti viviamo in salita. Su, su, su... Senza arrivare mai da nessuna parte.

Riuniti per un po' sotto lo stesso tetto, gli adolescenti sperimentano il contatto fisico, imparano a conoscere il sapore della pelle dell'altra persona o i rumori impercettibili del sonno, vivono notti che spererebbero interminabili in cui il paradiso sembrerebbe l'attimo presente. Nell'immaginazione, i letti diventano ora zattere contro la tempesta, ora fortini. Essendo un'opera stratificata e matura, però, Blankets non si limita a raccontare il semplice struggimento del romanticismo adolescenziale, ma anche le famiglie. Quella di Raina, faticosa ma amorevole. Quella di Craig, religiosa ai limiti del fanatismo, che ha instillato nel figlio un profondo senso di colpa e l'idea di diventare sacerdote. Crescere significa aprire finalmente gli occhi: accorgersi delle contraddizioni e delle bugie delle Sacre scritture, dei genitori, degli amanti. Se perfino la Bibbia contiene incongruenze grandi e piccole, quanto è possibile fare affidamento sulle promesse di una fidanzatina? A tratti tragico, a tratti esilarante, ma nostalgico e delicato fino alla fine, Thompson è un illustratore ispiratissimo e un narratore pieno di dubbi.

Di notte, quando stai sdraiato a pancia in su e guardi la neve che scende, è facile immaginare di librarti in volo tra le stelle.

Nonostante le visioni apocalittiche di diavoli tentatori pronti a pungolare con un forcone le sue pulsioni sessuali, nonostante la severità con cui bacchetta i genitori negligenti e il crepacuore immancabile dell'epilogo, fa di questa sua confessione a disegni un pacato salmo per onorare il gelido Wisconsin: le luci abbaglianti, le ombre lunghe, i pick-up scalcagnati, i silenzi condivisi, le attese cariche di non detti. L'elettricità statica, qui e lì, solleva scintille imputabili a fate o folletti. Le precipitazioni nevose, benché onnipresenti, non smettono di suscitare nei protagonisti un magico senso di meraviglia. Al momento del disgelo, arriverà l'ora di accettare il nostro passato, la nostra famiglia, noi stessi. Con il cambio di stagione – crescendo –, qualcosa sarà da riporre, qualcosa sarà da buttare via. Cosa ne è stato delle avventure in cortile con un dolcissimo fratello minore? Degli aneddoti, delle punizioni, della complicità? Cosa, ancora, delle lettere d'amore, delle dichiarazioni scarabocchiate sui bigliettini, dei regali? Ci sono cose che non chiuderemo mai in uno scatolone. Ci accompagneranno nei sogni più belli e segreti, nelle notti più pungenti. Resteranno per sempre. Anche se il mito della caverna di Platone fosse applicabile con puntualità alle relazioni umane – conosciamo le persone, infatti, o soltanto le loro proiezioni ingannevoli? –, sarà possibile tendere le mani verso una vecchia fiamma. Che non brucia, non più, ma emana comunque un calore confortante.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Ed Sheeran – Afterglow

4 commenti:

  1. non leggo molte graphic, ma questa me la segno perchè mi interessa questo aspetto della fede, più precisamente quanto possa incidere un'educazione religiosa rigida sulla crescita e sulle scelte del protagonista.

    buon week end :-)

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    1. Sono sicurissimo che aprezzeresti. La fede, in Dio e soprattutto nel prossimo, ha un ruolo preponderante.

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  2. Qualcuno ha detto struggimento del romanticismo adolescenziale???
    Potrebbe essere la volta buona che recupero una graphic novel. XD

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