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martedì 17 novembre 2020

Recensione: La biblioteca di Mezzanotte, di Matt Haig

| La biblioteca di Mezzanotte, di Matt Haig. E/O, € 18, pp. 329 |

Sono tutti un po' persi a venticinque anni. In Un giorno, uno dei miei romanzi preferiti, la protagonista Emma si consolava dicendosi così: la giovinezza è infatti sinonimo di smarrimento. Con il passare degli anni troviamo forse un senso alla nostra inadeguatezza? Mento a me stesso dicendomi di sì, ma sono convinto che ogni età abbia le sue preoccupazioni: amaramente, la perfetta felicità è una prerogativa da privilegiati. Sarebbe d'accordo con me Nora Seed, che di anni ne ha già trentacinque e comunque non ha trovato un senso alla monotonia delle sue giornate. Di famiglia italo-inglese, sola e frustrata nell'uggiosa periferia inglese, ha tempo a sufficienza per crogiolarsi nell'autocommiserazione. Mentre i coetanei sembrano presi dalla vita da adulti, Nora ne è tagliata fuori: vivacchia arrangiandosi con lavori prepari, in compagnia di un gatto che purtroppo morirà proprio alle prime pagine. Alcune esistenze sono solite percepirsi alla stregua di buchi neri, e le circostanze sfavorevoli non aiutano a cambiare punto di vista. La chiamano depressione situazionale: chi non ne ha mai sofferto? Quest'anno con me è stato inclemente. Ripiegato su me stesso, chiuso nella solita stanza, ho pieno diritto a dichiarare stanchezza sollevando bandiera bianca. Nora è così stanca da spingersi verso il punto di non ritorno: dopo un'overdose di barbiturici, si ritrova nel limbo tra la vita e la morte. Una zona grigia che, a sorpresa, qui è coloratissima.

Avresti agito diversamente, se ti fosse stata concessa l'opportunità di gettarsi alle spalle i rimpianti?

Il luogo del trapasso ha le fattezze di una biblioteca eternamente ferma a mezzanotte, con le architetture immaginifiche e i trucchi di un'invenzione della Rowling: sugli scaffali ci sono file e file di libri – ogni libro contiene una vita possibile –, ma il libro più pesante e polveroso è quello dei rimpianti. La protagonista ha paura di morire, oppure di vivere? L'autore fa di ciascun capitolo una storia diversa. In uno Nora gestisce un pub con il fidanzato, in un altro è una campionessa di nuoto, in un altro una glaciologa, in un altro ancora una rockstar di fama internazionale. Moglie, madre e sorella, nel suo limbo legge di vite utopistiche, improbabili, avventurose. Ma ognuna di esse nasconde banalmente bugie, musi lunghi, compromessi. Non esistono situazioni idilliache né attimi da incorniciare. Se la perfezione non esiste, in quale bolla di sapone potrebbe rifugiarsi? Fedele alla filosofia del pensiero positivo, il prolifico Matt Haig – che tra narrativa e saggistica parla spesso di ansie e nevrosi – propone la teoria del multiverso come cura al mal di vivere. A metà tra Canto di Natale e Cambia la tua vita con un click, ma con passaggi da mancato manuale di auto-aiuto, il suo ultimo romanzo è una fiaba didascalica che anziché allietarmi mi ha infastidito. L'autore calca la mano, tanto nella tragedia quanto nella spensieratezza.

Può condurre alla pazzia, pensare a tutte le vite che non viviamo.

Si accarezza l'idea del suicidio per motivi ben meno catastrofici di quelli di Nora, dal momento che siamo tutti frangibili. Si ritrova la retta via senza scomodare viaggi astrali e miracoli, dal momento che ci spezziamo ma non ci pieghiamo. Sopra le righe e decisamente semplicistico, infarcito di continue citazioni filosofiche, La biblioteca di Mezzanotte è un romanzo troppo consolatorio. In giornate nere di queste mi sarebbe piaciuto ritrovarci il calore di un abbraccio, invece l'ho scoperto talmente prevedibile e zuccherino da risultare noioso. La morale, immancabile, è proprio la solita e fa sollevare gli occhi al cielo: la vita è un dono, non va sprecata bensì vissuta. Ode alle imperfezioni e ai momenti da cogliere, si legge comunque con piacere grazie alla penna ironica di Haig: peccato che sia così spudoratamente propositivo da regalare sensazioni opposte a quelle sperate. Ho letto i libri delle mille vite di Nora Seed. Presi in prestito, però, a fine lettura li ho restituiti al mittente senza ritardi né tentennamenti prima che scattasse il minuto successivo alla mezzanotte. Per quanto importante, infatti, conoscevo già la lezione a menadito.

Il mio voto: ★★
Il mio consiglio musicale: Fiorella Mannoia – Che sia benedetta

20 commenti:

  1. Si, beh, il solito libro pieno di concetti un po' banalotti e scontati mi pare, quelle letture che sembrano influenzare positivamente giovani alle prime letture e pieni di speranza. Che va anche bene, a qualcuno può servire, ma sappiamo che la realtà è altro e non la si può rendere facilotta in questo modo. Tu che leggi tanto poi, figurati, diventerai sempre più esigente!
    Un giorno dovresti scriverlo tu un libro come medicina per l'anima. Libroterapia: un consiglio per ogni male. Anzi, potresti già regalarcene un estratto, i tuoi buoni consigli.

    1) A chi la vita ha regalato sconfitte e non sa come rialzarsi

    2) Come rimarginare una ferita dopo una storia d'amore chiusa.

    3) Il libro per chi si sente solo, per chi non ha reali punti di riferimento

    4) La vita è una sola. E allora viviamo!

    Scrivi, parla, racconta, esci dal guscio e fai resuscitare questo blog, altrimenti mando un forte vento dalle tue parti che ti costringerà a chiuderti in casa (ma già lo fai accc!) e dovrai per forza rimetterti a scrivere.
    Perché leggere va bene, ma è importante anche comunicare, col mondo, nel piccolo anche coi tuoi lettori che stai un po'trascurando!

    Un abbraccio, non me ne volere, ma questo blog latita e non lo merita!

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    1. Il consiglio musicale e io non ne parlo mai è perfetto, per cui....

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    2. Ciao Lory! Hai ragione, ormai sul blog latitano i post personali. Ma, come vedi, rispetto agli anni scorsi latitano anche i lettori (tu sei una dei pochi rimasti). E l'impressione di parlare un po' a vanvera è forte. Devo reinventarmi, ma non so se ne vale la pena. Lo vedo anche scorrendo gli altri blog: Blogger è semidisabitato. Aggiorno per abitudine.

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    3. Mi spiace. Ti avevo lasciato un messaggio di auguri nel post precedente. 👋

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    4. Comunque Miki Moz cerca 'aiuti' esterni.

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    5. Ti ringrazio, conosco Miki, ma i contenuti sono molto diversi e passerei da un blog amatoriale a un altro. :)

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  2. Come ho detto su Istangram, non credo lo leggerò. Non perlomeno adesso 🤗🤗🤗🤗

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  3. Di Matt Haig voglio recuperare Vita su un pianeta nervoso. Questo, in tutta sincerità, è uno dei romanzi che meno mi ispira di questo autore.

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    1. Quello penso faccia parte della saggistica, vero?
      Non so se gli darò una nuova opportunità. Come fermare il tempo mi era piaciuto invece.

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  4. Ciao Michele, a pelle questo libro non mi ispirava. Leggo per la prima volta sul tuo blog di cosa parla e no, non credo sarà una lettura per me :-(

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    1. Dispiace sempre sconsigliate, ma questa volta mi tocca!

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  5. Ciao!
    Mi accodo... mi era parso quantomeno "carino" e con dinamiche meno trite, ma dopo averti letto, direi che salto.
    Mi dispiace sentirti così giù.
    Ti direi resisti e persisti, perchè il tuo è un blog interessante, onesto e particolare.
    Ma solo tu conosci il tuo giro e puoi prendere una decisione.
    Quindi coraggio, su di morale e spero di leggerti... ancora!
    Un abbraccio, Marina

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    1. 👍Brava Marina, così si fa!

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    2. Ciao Marina! A leggere mi leggerete, ma quando capita. Un tempo pubblicavo tre post a settimana, mi dettavo ritmi e scadenze tutte mie, ora pubblico quando ho voglia. La prendo con più filosofia. E mi incupisco meno per le visualizzazioni più scarse, per i colleghi che scrivono sporadicamente e non commentano più. Insomma, residuo, ma non posso dire che tutto sia come prima. :)

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Anch'io da un po' ho rallentato i ritmi, passa pure qualche giorno da un post all'altro, cosa che fino a un po' di tempo fa... non sia mai!

      Comunque è vero, c'è un po' di "moscitudine" in giro.
      ci sarà un Covid-blogger nella blogosfera...?? :-D

      Resistiamo ♥

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    5. Eh, devo dire che la moria c'era da molto prima del Covid! Io continuo ad andare discretamente su Instagram, ma qui si fa fatica... Per fortuna i nostri botta e risposta animano un po' questi angolini ma, se ci fai caso, commentiamo sempre noi.

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  6. L'idea in stile Cambia la tua vita con un click, per quanto non originalissima, mi sembra parecchio promettente.
    Peccato lo sviluppo non sia così entusiasmante, però per un adattamento con la partecipazione di Adam Sandler ci potrebbe anche stare. :)

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    1. Se si merita una canzone della Mannoia, il dettaglio è rivelatore...

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