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martedì 11 febbraio 2020

Recensione: Le peggiori paure, di Fay Weldon

Le peggiori paure, di Fay Weldon. Fazi, € 16, pp. 270 |

Siamo immersi nella tranquillità della campagna, dove vigono le regole di buon vicinato, le porte sono sempre aperte e i giardini, al centro di feste per pochi eletti, sfoggiano fitti cespugli di rose rosse. Dal momento che si parla di bugie, tradimenti e segreti da svelare, potrebbe sembrare il set perfetto per una stagione di Desperate Housewives o Big Little Lies. Ma siamo negli anni Novanta – ben prima del binge watching, ben prima del #metoo – e l’umorismo dell’autrice, tipicamente britannico, ne chiarisce in fretta la provenienza. Le peggiori paure cos’altro è se non l’antenato delle casalinghe di Wisteria Lane o delle mamme sull’orlo di una crisi di nervi in quel di Monterey?

Il matrimonio è un intreccio terribile, un’osmosi spaventosa. 
Dovrò imparare di nuovo chi sono.

Si parte come in un giallo all’inglese: abbiamo una casa piena di scricchiolii sinistri, un coro di potenziali colpevoli, un cadavere riverso sul pavimento. Ned Ludd, critico in procinto di scrivere un’opera tutta sua, è davvero morto per un infarto fulminante? Se lo domanda la moglie, Alexandra, tornata di corsa dalla tournée di Casa di bambole per presiedere alle esequie. Mentre l’attrice, corteggiata dai piani alti di Hollywood, si abitua al nuovo ruolo di vedova, si accorge che qualcosa non va. Tutti sembrano negarle la vista della salma, lo spazzolino del defunto è sparito dal bicchiere sul bordo del lavandino, la stanza da letto è stata ripulita da cima a fondo. Le amiche Abbie e Vilna vogliono assisterla nel dolore oppure nasconderle qualcosa? L’improbabile Lucy, costumista pressante e bruttina, era forse l’amante di Ned? E cosa pretende Hamish, fratello del defunto, che indisturbato già si atteggia a padrone? Esausta e ossessionata, assediata da ospiti molesti, Alexandra nota che perfino il cane di casa le si ritorce contro. Fra arpie e avvoltoi, così, si scopre parte di una scalmanata festa di morte a cui non è stata invitata. Al centro di una bizzarra congiura. Alle sue spalle, per di più, la gente mormora: come ha ottenuto il successo, e chi può biasimare il marito per un’eventuale relazione extraconiugale? La vendetta, puntuale e piuttosto scontata, darà comunque qualche soddisfazione.

La vendetta risucchia il dolore, lo consuma. La natura riceve soddisfazione. Gli dèi esigono il sacrificio umano, da sempre; le orrende fauci divine risucchiano i vivi, masticano avidamente la carne calda, uccidono, divorano. Dopodiché, la terapeutica natura spalanca la bocca e ne sgorga nuova vita, grezza e pulsante, un flusso infinito e in continua riproduzione. Un giorno soffocherà per la semplice mole della propria produzione: non ha scampo.
Capitanato da un ricco cast di personaggi femminili, Le peggiori paure è un po’ thriller, un po’ soap opera. Un mix tanto irresistibile quanto collaudato, a dispetto della prevedibilità degli esiti testamentari, con una scrittura non sempre all’altezza e l’arma a doppio taglio di un’ironia non per tutti i palati. Il dichiarato gusto per l’eccesso, a volte, ne cela i difetti di fabbrica. Ma quando il troppo è voluto, ci si domanda nel corso della lettura, e quando no? Quando i personaggi sono paradoci, quando sciocchi e basta? Divertente e farsesca, Fay Weldon ha i suoi contro in problemi stilistici sparsi – i refusi della traduzione di Maurizio Bartocci non aiutano una struttura già frustrante e frammentaria, fatta di frequenti dialoghi telefonici e ronde inopportune – e in figure costantemente sopra le righe, spesso frivole nel loro tentativo di proporre in chiave tragicomica i tipi umani. Il romanzo, ristampato più volte negli ultimi decenni e riproposto da Fazi in una bellissima veste grafica, è una faro acceso sui lati oscuri del mondo dello spettacolo e del talamo nuziale. Ma risulta una baraonda di pettegolezzi che non fanno più gran notizia, in cui tutti vanno a letto con tutti e il dubbio serpeggia come una malattia venerea.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Grace – You Don’t Own Me ft. G-Eazy

8 commenti:

  1. Come ti dicevo, a me incuriosisce davvero tanto. E spero di leggerlo, perché sono davvero davvero curiosa 😊😊😊😊

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    1. Come riempitivo funziona, ma non aspettarti troppo. Per me, lascia il tempo che trova. :)

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  2. Ho iniziato a leggere la recensione con in testa “lo voglio!” (D’altronde se nomini Desperate Housewives come potrei resistere?), ho continuato pensando “no, non lo voglio più” e ho terminato con “lo voglio?”
    Tu che dici?

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    1. Onestamente, puoi farne a me. Toni e atmosfere sono deliziosi, però il già visto ha la meglio...

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  3. Anni '90 e thriller un po' soap e magari pure trash?
    Aspetto che arriva la serie TV! Viste le premesse, qualcuno dovrebbe realizzarla. O è stata già fatta?

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    1. Dall'autrice, ahinoi, hanno tratto un solo film. She-devil. Uno dei pochi della Streep che non ho visto, e senza nomination!

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