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venerdì 18 maggio 2018

Mr. Ciak: Tuo, Simon (2018, Greg Berlanti)


Non so chi sei ma io sono qui: il titolo di un romanzo young adult letto lo scorso autunno e, con amara sorpresa, da me poco apprezzato. La concezione di amore telematico, sincero perché anonimo, con l'avvento dei social. Le maglie della rete non come pericolo generico, questa volta, ma come protezione: il picchiettare sui tasti che conforta, di notte, le anime solitarie. 
Se il film, visto in anteprima a una proiezione gratuita lo scorso lunedì, è stato un inaspettato successo di pubblico in patria, probabilmente la storia la conoscerai già: Simon, diciassette anni, ha un amico di penna e un segreto. Omosessuale non dichiarato, di questo amico si è innamorato tra un messaggio e l'altro: in un'esistenza altrimenti tranquilla, da manuale, ci sarebbe spazio per il ragazzo che in calce si firma Blue? Mamma Jennifer Garner e papà Josh Duhamel, abbastanza liberali da guardare The Affair in compagnia dei figli e da scherzare su argomenti protetti altrove dal politicamente corretto, non giudicherebbero; per i migliori amici – nel gruppo anche Katherine Langford, attesa al varco per la seconda stagione di Tredici – resterebbe l'adolescente spigliato e intelligente di sempre. Ma Simon Spier, ormai un mistero anche per sé stesso a furia di mentire, chi è davvero? Mentre la scuola è presa dalle prove di una versione amatoriale di Cabaret, qualcuno minaccia di sbugiardarlo. 
Al cinema si mantengono gli stessi protagonisti, lo stesso intreccio un po' giallo e un po' arcobaleno, ma per fortuna si cambiano titolo e tempi. Tuo, Simon arriva in sala per sfatare i luoghi comuni (ad esempio: chi dice che il romanzo è sempre meglio della trasposizione?), e si porta dietro una sceneggiatura dagli equilibri invidiabili e il lanciato Nick Robinson per protagonista – anche lui, come la commedia che lo consacra definitivamente novello teen idol, è di una naturalezza disarmante. In un altro film sarebbe stato forse la spalla comica, il comprimario inservibile: infatti non sa cantare, indossa felponi poco appariscenti, ha una famiglia esemplare e non eccede mai con colpi di testa o di cuore. Qui guadagna il centro della scena suo malgrado. E diventa grande, più sé stesso di quanto prima non fosse, facendo capolino dal proverbiale guardaroba. Ma lo sbalzo termico fa sempre paura, e il giudizio degli altri purtroppo conta. Così Simon rischia di farsi pensieroso, egoista, manipolatore per legittima difesa. Cerca disperatamente Blue nel pianista dello spettacolo scolastico, nelle attenzioni di un cameriere gentile, nel complicità di un coetaneo che gli ha aperto casa ad Halloween. E prende sottogamba l'amica innamorata del ragazzo sbagliato; l'ultima arrivata in città, bella e spensierata solo in superficie; il cyberbullo bisognoso di considerazione. Lo aiuta a vedere meglio, a mettere a fuoco ciò che conta davvero, la saggia direzione del convenzionale ma sensibile Greg Berlanti (un paio di trovate divertentissime tocca proprio riconoscergliele: la sequenza in cui tutti i personaggi, gay e non, fanno outing in famiglia; l'immaginario flashforward a tinte musical). Si parla di identità, non soltanto sessuale. Si parla a un pubblico trasversale, senza impastoiarsi mai nei drammi del cinema LGBT né togliere immediatezza alla problematicità dei diciassette anni. Non c'è un finale che preveda morte e solitudine, tirate un sospiro di sollievo: l'adolescenza è una montagna russa, ma se lasci un posto libero qualche coraggioso verrà a sedertisi accanto. Non c'è l'elitarismo di Guadagnino, lo struggimento di Lee, la denuncia sociale di Jenkins. 
Tuo, Simon non fa due pesi, due misure. Raccontato, nel bene e nel male, come fosse una storia qualunque: di quelle che ti fanno uscire dalla sala sorridente e toccato. Sulla semplicità di essere strani. Sul diritto sacrosanto di meritarsi un amore su misura, alla luce del sole. Su una libertà che fa tendenza. (7)

9 commenti:

  1. Attendevo questo film da un po', e ora sono curiosissima di vederlo. Il romanzo non mi aveva dispiaciuto, ma in questo caso ho molta più aspettativa per la versione cinematografica, visto che dai trailer sembrava un ottimo prodotto.
    Ora sono ancora più curiosa di vederlo!

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    1. Il romanzo, a dirti la verità, mi aveva proprio infastidito. Personaggi anonimi, stile irritantissimo. Al film, anche se amore non è alla fine, comunque ho voluto bene parecchio. Fammi sapere, poi!

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  2. Si tratta di un film che mi incuriosisce molto, anche se non ho letto il libro. Il tuo parere positivo mi rassicura molto sul fatto che non butterò via i soldi del biglietto :D

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    1. Assolutamente no. Per giovani e giovanissimi, leggero come una piuma, ma importante a modo suo.

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  3. Quindi meglio il film del libro?
    Allora aspetto che la pellicola arrivi in sala, o anche in rete, senza dover correre in libreria.

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    1. Saggia scelta, e apprezzerai molto da amante del teen.
      Anche se uno sguardo meno pop, più indie, avrebbe giovato. ;)

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  4. Titolo che avevo segnato per il clamore in patria e che non mi aspettavo già in sala -da me nessuna anteprima, però. Con i young adult ho uno strano rapporto, soprattutto se non very indie, staremo a vedere :)

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    1. Questo indie non è, proprio no, ma a Simon vorrai bene anche tu. Con l'anteprima sono stato fortunato: non sarei corso al cinema, no, e invece... :)

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  5. L'ho visto ieri sera al cinema e sono stato piacevolmente colpito 😊 la storia mi tocca particolarmente e in alcuni momenti mi sono anche emozionato, non avrei mai immaginato... Il bello di questo film è quello raccontare una storia normale, di un ragazzo come tanti, alla ricerca di un amore che merita ❤️ avevo in programma di leggere il romanzo (per capire di più sui personaggi, soprattutto Blue che dal film viene fuori poco), ma se dici così non son più tanto convinto 😂

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