La
sigla suggeriva di non farlo, di non guardare. Noi, affezionati
lettori dei volumi targati Salani o bambini cresciuti in compagnia
dei bislacchi travestimenti di Jim Carrey, abbiamo disobbedito.
Guardando gli otto episodi introduttivi della serie Netflix: belli ma
con riserva. Ritornando dagli orfani Baudelaire per una seconda
stagione ancora. Nuove disavventure, nuova crudeltà aggiunta, nuovi
antagonisti del lieto fine. Lo schema, immutato: i protagonisti
scappano, vengono acciuffata, se la cavano, vengono riacciuffati
ancora. Ricominciare dall'inizio, ogni volta, con altri
trasferimenti, in un altro angolo della fantasia di Lemony Snicket. A
onor del vero, le vicende si fanno più collegate – flashback di un
passato vicino o lontano, vecchi volti che diventano personaggi
ricorrenti, informazioni sulla società
segreta di cui i genitori di Violet, Sunny e Klaus facevan parte. Si
fanno più indipendenti dal film di quattordici anni fa, ma non da
una struttura che resta purtroppo il loro più grande difetto e la
loro più lampante particolarità insieme. Un collegio infernale, un
grattacielo senza ascensore, un villaggio assiepato dai corvi, un
ospedale in cui si è a rischio di lobotomia, un freak show con
talenti da strapazzo e leoni che hanno fame di frugoletti. Insieme a
loro, questa volta, la collaborazione di Isadora e Duncan, orfani
parimenti disgraziati e brillanti; l'agente segreto Nathan Fillion,
la bibliotecaria Sara Rue e l'irresistibile Lucy Punch, innamorata di
un Patrick Harris a lungo andare, spiace ammetterlo, insopportabile;
i siparietti musical e gli sprazzi horror che lo rendono, al solito,
uno stilosissimo esercizio di fantasia. Tutto giusto. Tutti bravi. Tutto bello. Dividerla in un mese
di visione, però, è stata una scelta necessaria, anche se non so
quanto vincente. Per sopportare quella ripetitività che proprio non
torna e ritmi che funzionano meglio su carta che in TV. Per non
lasciare prevalare i contro, per non lasciarla, affezionato come
resto alle tragedie dei tre fratelli, al fare sornione del narratore
Patrick Warburton e alla tavolozza variopinta di questi intrecci rocamboleschi,
a metà fra il gotico di Burton e lo zucchero filato di Anderson.
(6,5)
Ci
sono voluti tre film di Sam Raimi e tre stagioni con la serie
TV che porta il suo nome affinché Ash Williams, non più il
giovincello perso nei boschi del primo Evil Dead,
fosse scagionato dal sospetto dei concittadini. Non
assassino impunito ma cacciatore di demoni a tempo indeterminato, sul
finire della seconda stagione rivelava l'esistenza del Male con la
lettera maiuscola agli scettici e, in ritardo, veniva acclamato eroe. Per lui e i suoi aiutanti, però, non c'è pace. Il
sogno di gestire un ferramenta tutto suo, infatti, dura Natale e
Santo Stefano – sabotato da un'altra ondata di mostri, da svolte
più o meno previste che portano davanti a un bivio (più che bivio, è un portale spalancato su un'inquietante
dimensione parallela). Mentre Pablo è conteso da forze opposte e
Kelly, pronta a dire sì all'amore, cede suo malgrado il corpo a
un'entita primordiale, il solito Ash fa i conti con grattacapi
incresciosi: la salvezza del mondo e, soprattutto, una paternità
imprevista. Come può il cazzaro di sempre crescere un'adolescente
che, per di più, lo detesta? Come può essere il salvatore biblico
in cui un paio di eletti credono? Prima stagione che vedo
lontano da casa, senza la compagnia del mio, di papà, quella di Ash
Vs Evil Dead è a sorpresa anche
l'ultima: la Starz ha annunciato la cancellazione il mese scorso, nel
rumoreggiare amareggiato dei fan. Nonostante quel finale sospeso, che
annunciava per il futuro prossimo mondi e avventure alla Mad
Max, io dico poco male: la comedy horror
si congeda, e si concede secchiate di sangue, morti spassosissime,
personaggi sopra le righe. Onestamente, però, iniziava a farsi meno godibile, con il suo ripetere massacri e
situazioni grottesche. Più che per l'addio al piccolo schermo in sé,
allora, spiace per quello che potrebbe significare per il caro
Bruce Campbell, da anni in cerca – senza successo – di una vita
dopo Ash: gli toccano forse la tristezza del pensionamento, appese al chiodo motosega e
casacca blu? Nel dubbio, non ditelo a papà: che ci si fa
vecchi, che il divertimento è bello quando dura poco, che si finisce qui. (6,5)
I retroscena di un programma televisivo alla Uomini e
donne. Chi corteggia chi e, alla fine, un'unica scelta da condurre
in parata all'altare. Nel mentre, immancabili le manipolazioni degli
autori, che da dietro le quinte non si perdono un intrigo o la migliore occasione per aizzare il fuoco. UnReal,
partito anni fa su un'emittente ben poco propensa a brillare per qualità,
era la commedia nera che intrigava e, zitta zitta, faceva il filo
alla stagione dei premi. Protagoniste bravissime, sceneggiature
affilate, risvolti malsani. L'ultima volta, per proteggersi, ci si
era spinti fino all'omicidio. Shiri Appleby e Constance Zimmer, nonostante tutto ottime padrone di casa, sono ora alle prese
con il senso di colpa e un'ennesima edizione di Everlasting. Fuori
onda: il desiderio da parte della volubile Rachel di affrancarsi dai
ricatti e di far luce su abusi di cui chiedere spiegazioni
in famiglia; Quinn, sempre in cerca di pace e Emmy. Sotto i
riflettori, invece, si cerca l'amore con un'unica varazione sul tema:
lo scapolo stavolta è donna – femminista non così convinta, in fondo – e
i corteggiatori saranno dunque ragazzoni aitanti con concezioni agli
antipodi. L'idea della Lifetime, in una terza stagione strascicata e
poco necessaria, sembra avere esaurito il suo potenziale. Istanze e
riflessioni ammiccano spesso al caso Weinstein; i protagonisti,
viziosi e insopportabili, si proteggono a vicenda le spalle. C'è
poco pepe. C'è, soprattutto, poco trash. Anche in un finale
apparentemente risolutivo, tarallucci e vino, in cui l'elemento di
maggiore interesse è il promo, in chiusura, della quarta stagione già girata. Resisterò al richiamo della metamorfosi di Rachel, da
produttrice a concorrente d'eccezione, con lei che vorrebbe cambiare disperatamente vita e io canale? (5,5)
Effettivamente tutte serie senza troppo pepe per me. Davo Unreal ancora agli inizi, ma la voglia di riprenderla considerata la stanchezza già alla seconda stagione, non c'è. Stessa cosa per gli sfortunati eventi visto che mi confermi che il difetto di struttura è sempre quello, e sempre pesa.
RispondiEliminaGiro deludente, purtroppo, sì.
EliminaPer fortuna, ho dato un'occhiato alla serie italiana Il miracolo: qualcosa che mi intriga, evviva!
Sono rimasta talmente devastata dalla recente notizia della cancellazione di "The Expanse" che quasi non riesco a leggere la parola "serie tv" senza lacrimare, ma farò del mio meglio per concentrarmi e scrivere qualcosa di sensato... Duuunque: della seconda stagione di "A Series of Unfortunate Events" per ora ho visto solo un episodio, perché intendo fare come te e spezzettare la visione il più possibile. La ripetitività delle gag mi sta un po' stancando, ma neppure io intendo abbandonarla, perché sono a mia volta affezionata a questa serie (e comunque la prossima stagione sarà quella di chiusura, quindi so che posso farcela! Voglio scoprire come finisce! XD).
RispondiElimina"Ash VS The Evil Dead" l'avevo iniziato su Infinity e mi era sembrato simpatico. Ora vorrei proseguirlo su Netflix, ma la cancellazione improvvisa mi ha un po' allarmato. Se però mi confermi che il finale si può considerare semplicemente aperto e non del tutto inconcludente, quasi quasi torno a farci un pensierino... ;D
Andiamo con ordine.
EliminaThe Expanse, purtroppo (ma a questo punto, per fortuna), non la conoscevo né la seguivo.
Lemony Snicket lo si segue senza sforzo, anche per un altro anno: concordo.
Ash Vs Evil Dead finisce in sospeso, ma finisce: non so come dire senza fare spoiler. Una quarta stagione, insomma, avrebbe richiesto un salto in avanti (nello spazio, nel tempo) grande grande. :)
A Series of Unfortunate Events mi è piaciuta meno della prima stagione: la ripetitività mi ha colpito al cuore :( del resto è il motivo per cui non ho mai finito i libri, senza rimpianto alcuno. Sono curiosa di vedere la terza ed ultima serie, perché in ogni caso attori, estetica e colonna sonora mi piacciono assai ^^
RispondiEliminaAsh vs. the Evil Dead sono anni che ho in programma di recuperarla, ma finisco sempre per non farlo. Ma spero che la notizia della cancellazione sia arrivata abbastanza presto da permettergli di chiuderla degnamente.
Anch'io, Kate, questa volta ho fatto più fatica. Due episodi in più, rispetto agli otto della scorsa annata, si sono fatti sentire un po'.
EliminaSulla cancellazione di Ash: spiego a Kate sopra. Una quarta stagione in programma c'era, si nota, ma in fondo va bene così.
a me a series of unfortunate events mi è piaciuta un sacco, non mi infastidisce la ripetitività anzi credo che in ogni episodio ci sia sempre qualcosa di sbalorditivo. e poi adoro il conte olaf!XD
RispondiEliminaAh, meglio così: a te piacciono quelli che a me sembrano difetti, vedi? La particolarità di Snicket & Co. ;)
EliminaMa pure in Unreal ci sono un Tina e un Gianni Sperti? :-P
RispondiEliminaScherzi a parte, un po' l'ultimo mi intriga.
Su Ash nulla da dire, per me era una serie già stanca, ma comunque divertentissima.
La vedevo sempre con molto piacere.
Ma magari, Tina e Gianni renderebbero tutto più movimentato. Ovviamente, il paragone lo si fa per ridere: la prima stagione è davvero bella e scritta bene. Peccato il resto, molto trascinato.
EliminaCon Ash, invece, concordo in pieno: un bel riempitivo, ma un riempitivo. Con la concorrenza spietata, ci voleva una marcia in più.
Ti sei annoiato con il sempre godibilissimo (e anche dotato di una sua notevole profondità) UnREAL e non con Una serie di sfortunati eventi, che con la prima stagione è stata una delle visioni seriali più faticose che mi siano mai capitate?
RispondiEliminaWhat's wrong with you? ;)
Ash vs Evil Dead poi per me era proprio inguardabile fin dall'inizio, quindi lasciamo stare...
Yep. Non solo mi sono annoiato ma, ti dico di più, ho saltato qualche storyline superflua buttanto avanti. Tutto wrong in me.
EliminaSu Ash dissento, ma evidentemente sono io che sotto sotto ho un lato fordiano non indifferente!
Una serie di sfortunati eventi l'ho guardato perchè consapevole che abbia un termine, che è la prossima stagione. Ho fatto una fatica folle a seguire questa seconda stagione, mentre la prima dopo cinque o sei episodi mi aveva stancato, questa penso di averla vista per inerzia proprio. Continua a non convincermi affatto.
RispondiEliminaAsh vs Evil Dead mi ha devastato la sua cancellazione: io adoro questa serie, adoro la saga de "La casa", adoro Bruce Campbell e i personaggi nuovi che gli sono stati costruiti attorno in queste tre stagioni. E questa terza stagione è stata, ancora una volta, godibilissima.
Inerzia anch'io, anche se resta sempre e comunque troppo curata, troppo ben fatta, per dirne male. Semplicemente, funziona poco con il binge watching di Netflix.
EliminaAdoro anch'io il folle squadrone di Raimi, ma sarà che l'effetto revival mi è venuto a noia, sarà che sangue e risate hanno bisogno a lungo andare di un retropensiero che qui non ho trovato, non ne ho pianto poi tanto la cancellazione.
Non ho ancora visto la seconda stagione di "Una serie di sfortunati eventi" ma devo ammettere di essere un po' scoraggiata dalla tua recensione e dai commenti precedenti. Non le daro priorità ma prima o poi la guarderò giusto per non lasciarla in sospeso.
RispondiEliminaLe altre due non l'ho mai viste ma non sembra mi sia persa granché! ;)
Da fan dell'horror, però, dico che ti tocca passare da Ash prima o poi. ;)
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