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mercoledì 26 aprile 2017

Recensione: Eppure cadiamo felici, di Enrico Galiano

Sai perché mi scrivo tutti i giorni sul braccio quelle parole, “la felicità è una cosa che cade”

Titolo: Eppure cadiamo felici
Autore: Enrico Galiano
Editore: Garzanti
Numero di pagine:
Prezzo: € 16,90
Numero di pagine: 384
Sinossi: Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova. Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.
                                                  La recensione
I romanzi young adult nelle mie corde li riconosco subito. Questione di allenamento, di letture per giovanissimi smistate con il lanternino: ora che il superlativo assoluto mi calza e non mi calza, come quel vecchio paio di jeans saltato fuori col cambio di stagione, sono diventato più selettivo nelle scelte. Eppure cadiamo felici faceva pendant con la mia vena malinconica sin dal titolo. Mi piacciono, si sa, protagonisti un po' così. Presi da hobby inconsueti, fuori posto, vestiti sempre nero su nero. Se non è chiedere troppo, magari, dotati di un'armatura superficiale di romanticismo difettoso, cinismo spiccio e inconsueto buon gusto. Nell'intimità perciò ci si chiama “Cosa” e “Articolo determinativo”, si impreca a suon di “Pianeta di merda”, suonano doverosi i riferimenti alle buste volanti di American Beauty e ai maiali (volanti anche quelli) dei Pink Floyd. Gioia, ribattezzata Maiunagioia, si imbatte nel cappuccio scuro di Lo una sera in cui vorrebbe scappare da tutto: i genitori che fanno tremare le palazzine popolari a forza di darsi addosso, il farfugliare di una nonna che solo la musica classica sa illuminare a sprazzi, un liceo in cui non è nel novero delle ragazze in. Lui si fa vedere di notte, temporeggiando quando si tratta di confidarsi. Hanno entrambi diciassette anni e sono strani, ognuno a modo suo. 
Lei colleziona termini intraducibili, se li appunta a penna sulle braccia e nei taccuini: la gente parla con il pilota automatico, filtra le conversazioni per colpa dell'insincerità, e Gioia resta fan delle parole intraducibili e delle persone limpide. Lui invece vaga con un barattolo pieno di pietre: un sasso per ogni posto importante in cui è stato; l'indizio di un dolore che minaccia di portarlo a fondo. Dove finisce il ragazzo quando a un certo punto scompare? E se per tutto il tempo fosse stato della stessa materia di cui sono fatti Tonia, sboccata amica immaginaria, e i sogni di una Gioia vittima del dubbio? Insomma, ci sono una ragazza sui generis che si innamora di un ragazzo sui generis. Sono felici finché dura. Ma c'è qualcosa che non va. Un segreto eluso, il mistero dell'assenza, il confine invisibile tra lucidità e palpitazioni. Qual è allora la differenza tra Eppure cadiamo felici e altri drammi del filone? L'autore, Enrico Galiano. Uno che dissemina poesie per la città riempiendo il mondo di bellezza. Uno che ama il suo mestiere sottopagato, e si vede. Un bel tipo davvero. Il professore che voleva essere John Keating fa il suo esordio nella narrativa, e ci mette la passione, la giusta profondità e gli adolescenti in carne e ossa a cui deve avere prestato ascolto tra i banchi. La lettura di Eppure cadiamo felici fila a meraviglia nonostante le quattrocento pagine – è intelligente, immediata, piena di spunti di riflessione vincenti.
Assenti: la furbizia del collega D'Avenia, i toni da grillo parlante, le frasi a effetto che ammiccano a Facebook. Purtroppo o per fortuna, ché dipende dai punti di vista, anche il dolore di un Raccontami di un giorno perfetto. Ho sorriso spesso, sperato forte, ma a un certo punto l'emozione avrebbe avuto bisogno di una spinta decisiva per prendere il largo. Discreto e di indole poetica, Galiano sceglie per i suoi personaggi bellissime fisse – le fotografie scattate ai passanti di spalle, un glossario unico nel suo genere – e ritaglia per sé un alter ego, il prof di filosofia, che risponde di buon grado ai buongiorno e alle domande a proposito della paura, dell'incomunicabilità, di un mondo contro. Ma, accoppiati dal destino, la guerra non è persa. In due si fa meno fatica a parare i colpi. A scuola da Galiano i sentimenti hanno le parole delle favole di Apuleio, e il mito parla proprio di Gioia e Lo. Psiche sposa Amore, ci dorme assime, ma non può guardarlo neanche alla luce di una candela: rotto il buio, volerebbe via. Perché non incontrarsi in pubblico e passeggiare sotto il sole? Il primo amore, quello lento e totalizzante, dev'essere per forza perdita di raziocinio? In Eppure cadiamo felice somiglia tanto alla via maestra scorta lungo un sentiero di sassolini. A un qualcosa di intraducibile, anche se l'autore ci prova. “Abbacinare” emagari”, mi ha insegnato, sono alcune delle parole care a Gioia Spada. Esistono solo in italiano. Prova a spiegarla a uno straniero, la storia di due che si attraggono e si accecano insieme; che l'interiezione deriva da un aggettivo greco, “felice”, e che insieme esprime il desiderio irrealizzabile che in fondo è, appunto, la felicità stessa. Una cosa che cade. Il punto preciso in cui hai perso le chiavi di casa. Un termine da coniare dal nuovo, per voi che alla felicità avevate rinunciato – come la volpe del proverbio con l'uva acerba. 
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: James Bay – Let it go


24 commenti:

  1. Bella cover e bel titolo, ma io e YA non è che ci prendiamo molto. Rimango indecisa! Baci.

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    1. Vero che il titolo è bellissimo?

      Per quanto riguarda il romanzo, non lo tagliare subito fuori. D'estate, per letture leggere ma non troppo, ci sta. Si legge in un niente e, complice il mistero di Lo (tutt'altro che scontato), con tanta curiosità. :)

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  2. Grazie per questa recensione, stavo cercando qualcosa da leggere e questo sembra un buon candidato. Mi piace la diversità. Ti faccio sapere quando lo finisco ;)

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    1. Penso proprio che ti piacerebbe. I protagonisti sono particolarissimi, come li voglio io. :)

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  3. Prossimo libro in lettura, mi ha incuriosito per il titolo che trovo bellissimo :)

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    1. Concordo, lo adoro.
      Tant'è vero che non ho scritto cattiverie neanche sull'ennesimo faccione - per carità, modella bellissima - in copertina!

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  4. Per quando avrò tempo e la lista libri si sfoltirà, titolo già segnato, che l'intraducibilità mi appassiona come non mai, e i titoli così belli, pure ;)

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    1. Se una delle tue domeniche non sai cosa scrivere, ti fotografo volentieri il glossario di Eppure cadiamo felici. Ci sono veramente delle chicche.
      E se la storia è semplice come in questo caso, quel guizzo fa la differenza. :)

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  5. I romanzi (ma anche i film) young adult sono uno dei miei guilty pleasure preferiti.
    Questo poi mi sembra parecchio nelle mie corde. E la protagonista ribattezzata in maniera azzeccata Maiunagioia mi fa già simpatia. :)

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    1. Ah sì, i protagonisti hanno un mondo che affascinerebbe facilmente anche in Cannibali. ;)

      Il young adult me lo concedo ogni tanto, in realtà, anche a rischio di non starci appresso. Sono stato un adolescente noiosissimo, certe cose non me le sentivo ai tempi - parlo come Matusalemme, ma zitti zitti sono passati sei, sette anni. Figuriamoci adesso. Però c'è chi, sopratutto se adulto e saggio come Galiano, riesce nell'impresa.

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  6. Figuriamoci se non lo leggo, considerato che Galiano è anche mio concittadino.
    Appena finisco "Brucio" lo inizio.
    Ciao da Lea

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  7. Magari quest'estate al mare, sotto l'ombrellone, ci faccio un pensierino!
    Non sembra male, nonostante l'ennesimo faccione/faccino in copertina :D

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    1. La Garzanti deve avere il monopolio sui faccioni, temo!

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  8. sabato ero in libreria ed ero molto indecisa se comprare questo libro oppure il nuovo di Francesca Barra. Alla fine ho optato per quest'ultimo, non farmi pentire della mia scelta :D

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    1. Spero ti piaccia (la Barra non mi ha mai ispirato, non so, e quest'ultimo non fa eccezione). :)

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    2. io non ho mai letto nulla di suo, ma la trama mi ha subito affascinata. spero anche io che mi piaccia :D

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  9. Non sono una fan sfegatata degli YA e, in tutta sincerità, non saprei dirti se tra le letture fatte fino ad ora ce ne fosse qualcuno. Magari sì e nemmeno ne sono consapevole, però in generale non mi ci imbatto facilmente. Ma, perché c'è un ma, leggendo di come racconti di questo romanzo non posso non appuntarlo sulla mia chilometrica lista. Della serie: non si sa mai :) Gran bella recensione!

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  10. Sì, hai scritto una signora recensione!

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  11. L'ha appena finito mia figlia e mi ha riferito che è nella sua top ten personale

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  12. E' una bellissima recensione,complimenti scrivi proprio bene! Anche sulla base della tua recensione ho acquistato il romanzo e lo sto leggendo. Sono solo al primo quarto di libro e finora ho trovato quello a cui u mi hai preparato. Ma solo su una cosa non sono proprio d'accordo: un po' di furbizia c'è, secondo me, in questo libro... Ma mi riservo di finirlo, poi torno :-)

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  13. Finito! Devo dire che mi è molto piaciuto, e come YA l'ho trovato un romanzo di respiro abbastanza ampio: c'è la storia d'amore, certo, ma c'è anche altro,come dici tu. C'è l'amore adolescenziale, ma c'è anche occasione di riflettere su molto altro: l'amicizia, la comunicazione e le sue difficoltà, la sempiterna lotta tra passione e raziocinio, il tema del sogno e dell'immaginazione...Insomma, c'è tanto in questa storia adattissima a un pubblico di giovani, e io la consiglierei senza dubbio alcuno ai miei studenti. Le poche cose che non mi hanno convinto sono i clichè tipici di questa tipologia di romanzi: la famiglia devastata di Gioia, e di contro, la quasi perfezione di questa ragazza. Possibile che per avere qualcosa da dire occorra provenire sempre da genitori così poco capaci e disgraziati? E possibile che i "migliori" (nel senso di acuti, intelligenti, sensibili) siano sempre i ragazzi che hanno alle spalle famiglie poco affettive e così poco presenti? Ma questo è un appunto proprio mio, che non toglie nulla alla bellezza di questo romanzo che ho letto avidamente in pochi giorni. Grazie per la tua recensione che mi ha portato a leggerlo :-)

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