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martedì 15 dicembre 2015

Recensione: Io non ti conosco, di S.J. Watson

Non è quello che cerchiamo di fare tutti, a livelli diversi? Mostrare al mondo il nostro lato migliore e nascondere l'oscurità che abbiamo dentro? Internet rende solo tutto più semplice.

Titolo: Io non ti conosco
Autore: S.J. Watson
Editore: Piemme
Prezzo: € 19,90
Numero di pagine: 447
Sinossi: Da quando sua sorella Kate è morta, aggredita a Parigi da uno sconosciuto, la vita di Julia Plummer non è più la stessa: la stabilità che si era conquistata è in pericolo, e lei sente il richiamo del suo vecchio insidioso nemico, l'alcol. L'unica persona con cui Julia può parlare di Kate è Anna, la coinquilina di Parigi, la persona che forse conosceva Kate meglio di tutti. È lei a confidarle una cosa che nessuno sa: Kate si divertiva a vivere mille vite. Andava on-line fingendosi una persona diversa ogni volta, conosceva uomini, li incontrava. Così, Julia non resiste alla tentazione e, usando le credenziali della sorella, decide di provarci anche lei, e vivere per una volta la vita, almeno quella virtuale, di Kate, per capire cosa può esserle successo. È così che, protetta dal nome falso di Jayne, Julia contatta Lukas, uno degli ultimi amanti di sua sorella. All'inizio, lo tratta con sospetto, poi pian piano tra i due nasce qualcosa che Julia scambia per amore. Finché, quando Lukas comincia a cambiare, Julia sarà costretta a domandarsi se le mani che adesso la toccano, con dolcezza ma anche con violenza, non siano le stesse che hanno fatto del male a sua sorella...
                                        La recensione
Julia Plummer, quarant'anni non ancora compiuti, ha già vissuto due vite. La prima, che l'ha vista giovane e disinibita nella Berlino dei tardi anni ottanta, le ha lasciato il ricordo di un amore agrodolce – non c'è giorno in cui non pensi almeno una volta al compianto Marcus – e una dipendenza da alcool e stupefacenti a cui, accanto all'uomo giusto, ha detto addio. La seconda, invece, la vuole perfetta donna di casa, con l'hobby della fotografia e un talento naturale per la cucina: ha un marito facoltoso e presente, Hugh, e un nipote, Connor, che ha portato con pazienza alle soglie dell'adolescenza, come fosse figlio suo. Costante dell'una e dell'altra vita, una sorella minore, Kate, che con la sua misteriosa morte, in un vicolo di Parigi, darà il via inconsapevolmente alla terza esistenza della protagonista. Online, Julia diventerà Jayne – alter ego provocante, sensuale, senza legami – per tentare di scoprire le frequentazioni della sorella scomparsa, iscritta a diversi siti d'incontri, e dare un volto al suo pericoloso assassino. Cosa nasconde il bel Lukas, che da innocua voce in chat è diventato un amante in carne e ossa? Con chi confidarsi, se si è andati ormai troppo oltre? Nella ricerca, Julia perderà il lume della ragione; si perderà. Con il rischio di non rinunciare soltato alla vita che più le si addice – il compagno che ha cieca fiducia in lei, il figlio adottivo traumatizzato dalla scomparsa di quella madre biologica sconosciuta -, bensì a tutte e tre. In pericolo, la sua incolumità – fisica, psicologica - e tutto ciò in cui crede. A più di qualche anno dal successo di Non ti addormentare, oggetto di una trasposizione cinematografica tanto discreta quanto passata in sordina, con una Nicole Kidman in parziale spolvero e il sempre impeccabile Colin Firth, l'inglese S.J. Watson ritorna con un altro thriller. E, giacché gli editori di ogni dove sono convinti che ai lettori piacciano tutte queste assurde assonanze, Second Life diventa Io non ti conosco, con il passaggio all'italiano. Così, perché faceva pendant con il titolo precedente. Non ti addormentare mi aveva convinto, sì, ma con moderazione. Letto un anno e mezzo fa, si fa ancora ricordare per la credibilità della voce narrante, la trama contorta e originalissima – Christine, andando a letto, automaticamente perdeva i suoi ricordi – e perché il mio gatto, in quello stesso periodo, era la new entry di casa. 
Ricordo, ancora, un epilogo grossolano – in cui la verosimiglianza era messa in discussione da un colpo di scena ad effetto – e Ciro, una palla di pelo grigia che non voleva lasciarmi leggere in pace. Da me non particolarmente atteso, ma da colleghi fidati tanto apprezzato, Io non ti conosco ha sabotato uno dei miei pochi buoni propositi: ossia, quello di dedicarmi, a dicembre, soltanto a libri belli e bellissimi. Il romanzo, un malloppone di quasi cinquecento pagine, con un font adatto ai non vedenti e margini laterali in cui potrei scrivere la storia della mia vita nel tempo libero, ha un prezzo esorbitante, rari pregi e una trama da poco, che a stento dà il poco che promette. S.J. Watson, sorprendentemente a proprio agio con le narratrici donne, firma un thriller già letto, con un'altra attrazione fatale – e un altro amore infedele; tanto del cinema di Lyne, comunque – e la cornice non del tutto innovativa di queste chat infuocate. Storia da giallo di Rai Due, in parole povere, di una casalinga disperata che combatte le vampate di calore e le noie di angelo del focolare, con fantasie a occhi aperti e pensieri fedifraghi – poi debitamente messi in pratica -, nell'illusione di una seconda giovinezza. Il pensiero di trovare un perché alla morte della sorella è appena passeggero; compare una volta ogni tanto, come per scrupolo, negli incontri carnali in albergo, tutti i martedì pomeriggio, e mentre è a gambe all'aria, incerta sull'identità del suo appassionato corteggiatore. Non si empatizza con i personaggi, molto viscidi, e la complicata Julia, alla scoperta di una nuova sessualità e delle tentazioni della rete, sembra una figura post Cinquanta sfumature di grigio
Watson, uomo, non è stato così meticoloso in quel lavoro di introspezione di cui, la volta scorsa, lo avevo reputato naturalmente capace; anzi. Julia, instabile e immatura, ragiona con le parti intime. Il sogno di essere seguita e presa con la forza – ma che sogno è? - che, quando diventa realtà, somiglia più a un incubo. L'autore vorrebbe rendere la sua protagonista moderna, infatti, contraddittoria in senso buono, ma ad ogni passo sui tacchi alti Julia perde la dignità e il vero motivo della sua presenza su quel sito di incontri. A lungo sembra un romanzo erotico per signore in là con gli anni, con gli uomini che non devono chiedere mai, le cougar in tiro, questi amanti che – durante l'atto – profumano di pepe e sandalo. Sudano, beati loro, Eau de toilette? Nonostante il sesso sia presente in filigrana, ma in effetti non trovi poi ampie e minuziose descrizioni, il romanzo ha una prosa laccata – l'equivalente, al cinema, di quella fotografia che più patinata non si può – che lo rende, oltre che noioso, anche un po' volgare; quando Sulla pelle, esordio non riuscitissimo di Gillian Flynn, con i protagonisti voraci e le adolescenti precoci, il linguaggio pane al pane e vino al vino, al contrario, sapeva sedurre, a modo suo. Ci si ricorda che è un thriller – c'è scritto a mo' di promemoria sulla copertina, che tra l'altro è un collage informe che sottoporrei volentieri alla mia amica Irene; che il titolo si riferisca alla sua famosa rubrica, Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo? - sul finire, quando i colpi di scena si susseguono in fretta. E sono tanti, impossibile negarlo, anche se alcuni li avevamo indovinati quattrocento pagine prima e alcuni no. Con il rischio, anche nel suo secondo scritto, che l'effetto sorpresa metta a soqquadro la solidità della narrazione; qui, già debolissima di per sé. Per fortuna, ho gradito l'ultima pagina; quel finale aperto e senza ritorno. Io non ti conosco è un thriller senza infamia e senza lode, nelle corde dell'altrettanto mediocre e pubblicizzato La ragazza del treno. Un appuntamento al buio e con il rischio, di cui ci pentiamo per l'avventatezza della scelta – dell'acquisto – e per aver desiderato accendere la luce. 
Elementare, Watson. Qualcuno diceva così, no?
Il mio voto: ★★
Il mio consiglio musicale: Denmark + Winter – Every Breath You Take (The Police)

16 commenti:

  1. Siamo lontani da Non ti addormentare. A voler essere buoni (è Natale) una sufficienza :D

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    1. Purtroppo per il buon Watson, mi è morto lo spirito del Natale ;)

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  2. Recensione che mi ha divertita moltissimo. Meriti 5 stelline. Lea

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  3. Nel caso in cui sentissi l'impulso irrefrenabile di saggiare questo autore, credo che mi orienterei sul primo libro. La parte del font e dei margini mi ha fatto troppo ridere xD

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  4. Oddio che ridere! ultimamente la sola è in agguato, colpisce a tradimento: a me è successo con L'amica pericolosa, indigesto come pochi; questo romanzo invece non mi attirava già prima della tua lucidissima analisi. Non lo leggerò.

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    1. Ti ringrazio, Tessa. E io giammai leggerò L'amica pericolosa. ;)

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    2. Ma forse siamo noi,lettori scafati,a non trovare più thriller degni di questo nome.
      Io mi sono stufata del genere,tanto sono tutti prevedibili.

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    3. Ecco perché non ne leggo più tanti come un tempo.
      Tutta una minestra...

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  5. Non ti addormentare mi era piaciuto proprio tanto...a questo non do nemmeno mezza possibilità a questo punto...

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    1. Io raramente sconsiglio, Cuore, ma sì. Te lo sconsiglio. :/

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