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mercoledì 29 febbraio 2012

Recensione : Il richiamo della sirena, di Tricia Rayburn

E' uscito ieri – 28 Gennaio – il secondo capitolo dell'acclamata Siren Trilogy, di Tricia Rayburn. Dopo Sirene ( la mia recensione qui), ho avuto la fortuna di leggere questo secondo volume, inviatomi in anteprima dalla gentilissima Piemme Freeway. Seppure più tardi del previsto, ecco la mia recensione.
   C'è solo una forza alla quale una sirena non può opporsi. L'amore. 

Titolo: Il richiamo della sirena
Autrice: Tricia Rayburn
Editore: Piemme “ Freeway”
Numero di pagine: 310
Prezzo: € 17,00
Sinossi: Niente è tornato normale da quando Vanessa Sands ha scoperto che la sorella maggiore è stata uccisa dalle sirene nelle gelide acque del Maine e che tutto quello che pensava di conoscere della sua famiglia è solo un cumulo di bugie. Simon, il suo adorato Simon, sembra essere l'unica persona di cui potersi fidare. Eppure nella vita di Vanessa esistono dei segreti che non può confessare neppure a lui. Per esempio la sua vera natura, o i dubbi a proposito dei suoi sentimenti dopo aver conosciuto Parker, il ragazzo più desiderato di tutto il liceo. Vanessa non si è mai sentita più sola, eppure è costretta a mettere da parte i propri problemi perché le sirene di Winter Harbour si sono liberate dalla loro prigione di ghiaccio e sono tornate a cercarla.
                                                                                    Recensione

I caldi colori dell'autunno hanno cominciato a colorare le foglie della piccola cittadina di Winter Harbour. Dopo i numerosi omicidi che si sono susseguiti nel corso di un'estate ormai lontana, colpevoli di avere gettato la cittadina nel panico e sotto i riflettori delle principali testate giornalistiche, tutto sembra essere tornato alla normalità. Solo Vanessa e i suoi amici conoscono la verità, sepolta sotto una spessa lastra di ghiaccio.
Il male non si è estinto. Bloccato sul fondo di un lago ghiacciato, è vigile, in attesa.
E così, tra la scelta del college, il fragile rapporto con Simon – incrinatosi con la comparsa del bel Parker -, la rivelazione riguardo alla sua vera identità e il persistente senso di colpa per la morte della sorella Justine, Vanessa convive con la consapevolezza che le sirene stanno per risvegliarsi dal loro sonno forzato. Mostri bellissimi e dall'animo nero pronte a rinchiudere nella fredda morsa della paura le acque della scogliera di Chione. Mostri assetati di vendetta. Mostri come lei. Ricordo ancora che, nel recensire Sirene, avevo utilizzato un aggettivo piuttosto improprio per definire un urban fantasy: sorprendente.
Il primo romanzo della trilogia di Tricia Rayburn, infatti, seppure con qualche lieve sbavatura, si era rivelato una lettura piacevole e carica di mistero. Un fantasy che brillava di luce propria in un mondo di libri oramai tutti simili tra loro. Al di là della mia lieve irritazione causata da un titolo particolarmente rivelatore, il libro mi aveva regalato la giusta dose di mistero, sentimenti e fresche innovazioni. Non più vampiri innamorati e nostalgici, passionali licantropi e fate dalla natura subdola e malevola; il romanzo della Rayburn faceva brillantemente tesoro di leggende dall'indiscusso fascino arcano e colorava di fosche sfumature le paure di un'adolescente e la sua sincera storia d'amore con il suo amico di sempre. Chiudendolo, avevo respirato una ventata di aria fresca. Aria di novità.
L'approccio con il sequel – Il richiamo della Sirena – è stato immediatamente positivo. L'autrice, infatti, ha deciso di ambientare questo secondo capitolo a due mesi di differenza dagli eventi narrati nel romanzo e, già dalle prime pagine, avevo trovato numerose premesse che mi facevano ben sperare in un avvincente proseguimento della storia. Stessi personaggi, stesse atmosfere vagamente gotiche, ma una maggiore maturità nella caratterizzazione psicologica di protagonisti e comprimari ed una maggiore attenzione ai dettagli. Ancora una volta, la scrittura della Rayburn è risultata lineare e scorrevole; personale, ma mai appesantita da un linguaggio lezioso o da superflui abbellimenti retorici.
La struttura del romanzo è essenziale, ben congeniata, e affascina nuovamente per l'inusuale caratterizzazione delle sirene. Non hanno una coda variopinta e coperta di squame, né un bizzarro reggiseno di noci di cocco e conchiglie a coprire le loro nudità. Belle e algide, si muovono come spettri tra i capitoli, riempiendo di inquietudine la protagonista e seminando dubbi nel lettore.
Ho letto il libro in pochi giorni, attirato dai capitoli brevi e ben suddivisi e dalle nebbie di mistero che questo seguito prometteva. Pur non annoiando minimamente e risultando una lettura agile e piacevole, questo secondo romanzo della Rayburn non mi ha convinto.Non sono state la comparsa dell'inevitabile triangolo amoroso o la generale mancanza di colpi di scena a compromettere il mio giudizio. La Rayburn, infatti, sebbene abbia ripreso qualche elemento degli urban fantasy più in voga, ha continuato a percorrere coerentemente la strada che il suo primo romanzo aveva tracciato, riproponendo le stesse tematiche che avevano appassionato i lettori di Sirene. Come tutti i romanzi intermedi, però, Il richiamo della sirena risulta molto meno incisivo del precedente. La quasi totale mancanza di avvenimenti e una struttura, a parer mio, troppo semplificata non lo rendono un degno sequel del suo pregevole predecessore. Sfiorando la costa di un romanzo che ho letto, molti dei ricordi legati alla lettura sembrano riaccendersi nella mia immaginazione. Ricordi belli o brutti, parole di lode o di secca stroncatura. Il richiamo della sirena non suscita nulla di tutto questo. Ho nello stomaco la spiacevole sensazione di vuoto che il romanzo non è riuscito a colmare. L'impressione è la stessa che si prova nel leggere en passant il capitolo un po' piatto di un buon romanzo. Il richiamo della sirena è quel capitolo: un lungo capitolo di ben 310 pagine. Quando ho terminato la lettura di questo fantasy ho provato la stessa sensazione di quando ci si desta troppo improvvisamente da un lungo sonno. Ho memoria dei pochi elementi chiave, ma i singoli dettagli, pur avendo terminato la lettura solo ieri, risultano sfocati ed evanescenti. Come fanno le onde del mare sul bagnasciuga, il libro non ha lasciato traccia di sé. Fiducioso, spero che sia un romanzo di transizione prima della chiusura finale. La quiete prima della tempesta. 
Il mio voto: ★★

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