Premiato a Venezia, rappresenterà l'Italia agli Oscar. Piccolo, ma preceduto da grandi aspettative, Vermiglio non amerebbe il centro dell'attenzione. Esile, lineare, incantevole, racconta la quotidianità della famiglia Graziadei: sette figli, un papà maestro, una mamma che ha già sepolto due neonati. È ambientato in un presepe in provincia di Trento che nemmeno le bombe osano sfiorare, dove la vita scorre scandita dalle lezioni e dalla preghiera. Maura Delpero pone l'accento sulle “piccole donne” di casa e le rende protagoniste di una saga familiare resa irresistibile dalla freschezza del cast (giganteggia il sempre impeccabile Ragni) e dalla giocosità del dialetto. La primogenita vorrebbe sposare un siciliano, la mediana soffoca la propria sessualità a suon di fioretti, l'ultima ambisce alle scuole medie. La regista è con loro ai matrimoni e ai funerali, sia nelle dipartite che nelle nascite. A parlare sono i gesti, gli occhi e i silenzi, in un cinema che è limpidezza di sguardo. L'impressione finale è che la vita andrà avanti oltre i titoli di coda, che i personaggi continueranno a essere vivi anche una volta battuto l'ultimo ciak. Non spaventiamoli con il nostro clamore. Che restino incontaminati e disarmanti: rossi di vita. (8)
Stewart, sensuale come non mai col suo mullet sporco e spettinato, vorrebbe smettere di fumare e tenersi fuori dai guai. I suoi piani vanno a monte quando conosce la statuaria O'Brian: body builder appassionata che, suo malgrado, la costringe a confrontarsi con i crimini di una famiglia ormai annichilita dalla violenza, dove un vampiresco Ed Harris, intanto, tiranneggia indisturbato. Scorrerà molto sangue. Insieme ai fluidi corporei, alla merda e all'albume d'uovo del secondo film della britannica Rose Glass: dopo Saint Maud, gelido horror sul fervore religioso, torna al cinema con un fumettone viscoso, folle e libero come l'aria. Thelma e Louise, ma in chiave saffica e sotto anabolizzanti, Love Lies Bleeding è una chicca vietata ai minori che elettrizza grazie alla bravura selvaggia delle sue protagoniste. Splendide, giocano agli sceriffi in un thriller onirico, sexy e ributtante insieme, in cui è impossibile tenere la conta dei morti ammazzati e degli orgasmi. Il vero amore? Qui comporta lo sbarazzarsi dei reciproci delitti, in un canyon pieno di stelle. (7,5)
Nella
Venezia del primo Ottocento, un gruppo di orfane scopre il potere
sovversivo della musica. Basta il ritrovamento di un
pianoforte, e nella claustrofobia dei chiostri è subito
emancipazione. L'esordio di Margherita Vicario e L'arte
della gioia,
la serie TV di Valeria Golino, hanno più
di qualche punto in comune: il gusto pittorico, la fame di vita delle
protagoniste, il messaggio femminista in un'epoca di repressione. Ma
mentre l'adattamento di Goliarda Sapienza osa e seduce, la
cantautrice romana debutta alla regia restando nella comfort
zone (una delle protagoniste è proprio la voce solista di La
Rappresentante di Lista). Se Veronica Lucchesi canta e incanta, complice una versione acustica di Questo
corpo,
a restare impresso è il fascino tormentato di Carlotta Gamba:
presente anche in Vermiglio, qui è l'ape regina abituata a eccellere ma dal cuore fragile.
Comunque lodevole per fattura montaggio, Gloria!
è
un tableau vivant vivissimo. Troppo fiabesco e ingenuo nella
sceneggiatura, è trainato dall'energia contagiosa del
messaggio e del cast. Queste Barbie ballano, e si dirigono, da sole.
(6,5)
Sconosciuto
ai più, era attesissimo dagli estimatori del cinema indie. Oscuro e
stiloso, è giunto in Italia nel silenzio dell'homevideo. Non male
per uno pseudo-horror che parla di odi sanguinose al tubo catodico. Ambientato
negli anni Novanta, è la storia di due ragazzi fuori. Vittime
dell'alienazione e della solitudine, fanno amicizia grazie al culto per la medesima
serie TV: un fantasy alla Buffy
in cui due amiche combattono un villain di nome Malinconia.
Sfortunatamente la serie chiuderà con la quinta stagione. Cosa
succede dopo quell'ultimo episodio shock? Justice Smith e Bridget
Lundy-Paine mettono il loro fascino androgino al servizio di
un'allegoria che li segue dall'infanzia all'età adulta, nella
speranza di una reunion. La brava Schoenbrun, regista transgender,
mostra tormenti a lei familiari e confessa pensieri noti a ogni buon
cinefilo: tutti abbiamo considerato la finzione più
vera della realtà. A metà tra il primo Lynch e l'ultimo Aster, I
Saw The TV Glow potrà
apparire pretenzioso. Ma, al di là delle pretese autoriali, oltre la pelle e
sotto le ossa, ha l'incanto del technicolor: basta squarciare. (8)
Una
cameriera di belle speranze viene ospitata sull'isola di un filantropo reduce da uno scandalo. Alcol inesauribile,
vestiti di lino, ogni sera una festa: sembra l'inizio di una favola,
o di una puntata di The
White Lotus, in
cui tutti sono bianchi, facoltosi,
privilegiati. L'incubo è dietro l'angolo: soprattutto se si ha a che
fare con un gruppo di uomini danarosi, dediti a lusso e lussuria;
soprattutto se i toni, all'inizio brillantissimi, sono destinati a un
crescendo agghiacciante con tanto di trigger warning iniziali e
sangue a fiumi. La sorprendente Zoë Kravitz, attrice di talento e
figlia di Lenny, stupisce sganciando sul finire dell'estate la
bombetta che nessuno sospettava. Acuta, colorata, incazzatissima, con
Blink Twice
prima incornicia l'ottima Naomi Ackie in una foto Instagram tutta
bolle e simmetrie; poi fa luce sui suoi vuoti di memoria, strappando
finalmente l'insospettabile Channing Tatum al solito ruolo di
principe azzurro. Per quanto gli esiti siano intuibili, Kravitz ha
una gran bella voce. E tuba, grida, ruggisce, in un esordio che
ricorda i cocktail alchemici di Jordan Peele ed Emerald Fennell. Non
battete gli occhi: potreste perdervi questa pazza gioia. (7)
I primi tre non li ho visti, ma gli ultimi due li ho adorati, soprattutto l'inquietantissimo I Saw the TV Glow.
RispondiEliminaAmeresti Rose Glass!
EliminaTutte ottime scelte, quindi. Sulle quali concordo. Avrei "osato" un mezzo punto in più a Gloria! per la freschezza e la brillantezza della messinscena, anche se il film è indubbiamente un po' "acerbo", ma è molto carino :)
RispondiEliminaCiao Kris! Mi scuso con tutti per il ritardo delle risposte. Ottobre si chiude in maniera un po' problematica. “Gloria” fresco, freschissimo, ma un po' facilone nella sceneggiatura. L'incipit mi aveva lasciato sperare di più!
EliminaL'unico che mi incuriosisce è Gloria, mi piace l'ambientazione e il periodo storico.
RispondiEliminaÈ un ottimo prodotto, anche se la forma batte la sostanza questa volta.
EliminaVermiglio non l'ho ancora visto
RispondiEliminaLove Lies Bleeding per me un po' meh, troppo pasticciato
Gloria! fichissimo!
I Saw the TV Glow adorato, ma che te lo dico a fare?
Blink Twice forse non del tutto riuscito, però parecchio intrigante
Comunque Zoe Kravitz > Anna Kendrick, a proposito di giovani attrici/registe promettenti.
Elimina