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martedì 17 agosto 2021

Recensione: La figlia oscura, di Elena Ferrante

 
| La figlia oscura, di Elena Ferrante. E/O, € 9,90, pp. 145 |

Leda è un'altra Lenù. Insegnante, quarantasette anni, da ragazza si è lasciata alle spalle le proprie origini per andare a studiare a Firenze. Ormai realizzata, ha un'aria sofisticata che spinge gli altri a trattarla con deferenza. In vacanza da sola sulla costa ionica, si ripara dal sole battente all'ombra di una pineta e spia con curiosità i rituali dei turisti. L'arrivo di una famiglia napoletana – grassa, invadente, rumorosa – provoca in lei un ribollire di sentimenti confusi e le ispira un flusso di pensieri che la riporta alla giovinezza, alla città che si è lasciata alle spalle pur di realizzarsi. In mezzo agli invasori spicca, per avvenenza e decoro, Nina: una giovane mamma all'apparenza perfetta, che al pari di Leda nasconde tuttavia dolorosi punti di rottura. Mentre la giovane si prodiga in mille moine pur di intrattenere la figlia – i loro giochi ruotano intorno a una bambola, cruciale ai fini della vicenda –, tra lei e la protagonista nasce una fascinazione reciproca; un'attrazione sottile e inspiegabile, dai significati incerti, destinata a cambiarle entrambe.

Certe volte scappare serve a non morire.

Recuperato in previsione dell'arrivo a Venezia dell'omonimo film di Maggie Gyllenhaal, La figlia oscura contiene una Elena Ferrante in pillole amarissime. Sempre riconoscibile, ma questa volta misteriosa, erotica e perturbante come il cinema di François Ozon, l'autrice della leggendaria tetralogia è un fiume in piena. Mai inutilmente accomodante, scandaglia il cuore femminile con la brutale coerenza di chi, ormai, ha stretto confidenza con i propri scheletri nell'armadio. Finestra in frantumi sulle contraddizioni, le insicurezze e le fragilità delle donne, il romanzo parla con toni foschi e simbologie orrorifiche di maternità, identità e abbandono. Ci si può realizzare come esseri umani ed essere al contempo genitori esemplari? Divorata dai sensi di colpa per lo scarso attaccamento alle figlie, che proseguono gli studi a Toronto ospiti del padre, Leda si scopre ipnotizzata dalle premure di Nina e vittima di quel particolare scombussolamento interiore chiamato “frantumaglia”.

Perché hai lasciato le tue figlie?”. Ci pensai, cercai una risposta che potesse aiutarla. “Le amavo troppo e mi pareva che l’amore per loro mi impedisse di diventare me stessa”.

Agli antipodi, in realtà, le due donne sono due facce della stessa medaglia. Nina è la donna che Leda avrebbe voluto essere; Leda è la donna che Nina vorrebbe diventare. Sedute ai lati opposti della spiaggia, si plasmano reciprocamente in un muto dialogo intergenarazionale. Stordente, forse troppo vicino alla brevità del racconto per concedere risposte nette, il romanzo è una vacanza su un mare che sembra un acquitrino. La luce del faro illumina a sprazzi la solitudine di Leda. Affisso sui pali della luce, un volantino annuncia la sparizione di una bambola – una pupattola con le gote di plastica, pochi fili biondicci per capelli e una stupida bocca semiaperta: sul fondo della pancia un gorgogliare di vecchi vermi – e lo struggimento della piccola proprietaria. Cos’è stato di lei, motore di tensioni impensabili? Signora Ferrante, è forse insieme a quelle perdute e mai ritrovate nella cantina di Don Achille?

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Patty Pravo – La bambola

11 commenti:

  1. Ciao Ink, anni fa ho letto e molto apprezzato la serie de "L'amica geniale", poi non ho letto altro di quest'autrice, ma mi piacerebbe farlo. Questo suo romanzo, dalle tue parole, penso potrebbe piacermi! :-)

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    1. Ciao Ariel! Penso anch'io, una storia di grande fascino.

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  2. Come Ariel, anche io ho letto solo la serie de L'amica geniale, della Ferrante. Questo titolo potrebbe essere quello giusto per andare avanti coi suoi lavori :)

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    1. Ti consiglio anche La vita bugiarda degli adulti, anche se molto (troppo?) vicino alle atmosfere della tetralogia. Questo, con toni noir, sorprende.

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  3. Prima o poi, mi deciderò a recuperare qualcosa di questa autrice anch'io... Per forza: sono troppo curiosa! :D

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    1. Se non vuoi impegnarti con la tetralogia, vai di romanzi autoconclusivi. ;)

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  4. Dall'incipit non ero convintissimo, però poi sei riuscito ad incuriosirsi! Magari più avanti lo recupero, grazie!

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  5. Io invece aspetterò il film.
    Anche se spererei di trovare una nuova Lila, piuttosto che una nuova Lenù... :)

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    1. In parte, ci pensa Dakota Johnson. Ma le protagoniste della Ferrante sono tutte come Lenù, delle contemplativo!

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