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venerdì 11 giugno 2021

Recensione: Loro, di Roberto Cotroneo


| Loro, di Roberto Cotroneo. Neri Pozza, € 17, pp. 190 |

È una ghost story classica. Non c'è niente, dunque, che manchi all'appello. Dal prontuario dei gotici ottocenteschi Roberto Cotroneo ha preso in prestito: le proverbiali notti buie e tempestose, le ville fuori città dalla fama sinistra, le istitutrici dal curriculum perfetto ma dai punti di vista non sempre affidabili. Non siamo nella brughiera inglese sferzata dal vento, però, ma alle porte di Roma: da lontano s'intravede il profilo della cupola di San Pietro. Quando Margherita arriva a Villa Alessandra – senza cognome, con un trolley a buon mercato, ottime referenze e poco altro a proposito del suo passato –, sembra lo scenario di un sogno inconfessabile, al punto che la giovane, davanti a cotanta magnificenza, ribattezza la residenza Camelot. È tutto perfetto: dai cespugli pieni di rose agli anfitrioni ospitali, dai comfort innumerevoli alle prodigiose bambine di cui dovrà prendersi cura. Lucrezia e Lavinia, bionde e indistinguibili, gemelle, sono principessine beneducate che si destreggiano tanto come fantine quanto come pianiste. Ma sul viso hanno un'espressione greve, che stona profondamente con i loro soli dieci anni.

So che è difficile accettare quello che viene raccontato. Ho corretto poche frasi: qualche data errata, qualche riferimento inesatto. Nient’altro. Glielo affido con la speranza che la sua saggezza possa rischiarare le tenebre di questo orrore.

Sono proprio piccoli dettagli stridenti di questi a mettere sul chi vive Margherita. Perché le due bambine sembrano gestire gli equilibri della casa al pari di navigate direttrici d'orchestra, fino a prendere le parti dei genitori spesso assenti? Come mai Gaetano, il giardiniere claudicante, ha occhi dappertutto? L'ultimo interrogativo, il più importante, riguarda infine un tempio pagano al principio del bosco: qual è il legame tra Ecate, l'antica dea dei crocicchi, e una residenza progettata da un rinomato architetto contemporaneo? Le case nuove non hanno storia, giura a un certo punto uno dei personaggi: non possono dimorarvi fantasmi. Loro smentisce quest'affermazione, raccogliendo i ricordi di una protagonista pietrificata dall'orrore. Scritto sotto forma di memoriale, il romanzo è il diario psicoanalitico di una studentessa brillante e razionale, solitamente estranea alle farneticazioni melodrammatiche, che presto abbandonerà l'asciuttezza iniziale per lasciarsi andare a un delirio in cui si mescolano visibile e invisibile, realtà e paranormale.

L’inferno ti segue dappertutto, perché l’inferno ci appartiene, l’inferno è preistorico: quando lo vedi, e basta una volta sola, puoi anche riuscire a dimenticarlo per anni, per decenni, ma quando non te lo aspetti, quando pensi che il cielo e la terra possano essere tutto quello che desideri, l’inferno si riapre.

Elegante, colto e divertito, Roberto Cotroneo adotta un filtro color seppia per rendere le ambientazioni sospese nel tempo e, nel colpo di scena conclusivo, semina più di qualche brivido lungo la schiena nonostante i primi caldi di giugno. Quali fiabe ci raccontiamo contro la vertigine dell'abisso? Ognuno dice una bugia. Ognuno serba una verità. I confini si scopriranno labili, come quelli per distinguere le due gemelline dallo sguardo torbido. Omaggio a Henry James non senza una propria identità – c'è perfino qualcosa dell'ultimo Charlie Kaufman –, il romanzo è una partitura ora cristallina, ora infernale, che nelle ultime pagine rievoca le note più raccapriccianti di Skrjabin. Somiglia a Villa Alessandra: interamente vetrata, presenta una struttura semplice ed essenziale, invisibile, ma è frutto in realtà di un'architettura laboriosa. Loro è un gioco al suon di citazioni raffinate: una ghost story classica, che a sorpresa sa come non diventare una classica ghost story.

Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Aleksandr Nikolaevič Skrjabin – Sonata n.9 

4 commenti:

  1. Nonostante con il richiamo a Charlie Kaufman mi hai intrigato, mi sa troppo di Ghost Story classica comunque. :)

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    1. Be', anche The Haunting of Hill House è classicissimo, eppure...

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  2. Mi fa piacere leggere che "Loro" ha incontrato il tuo parere favorevole. E' un libro già inserito nella mia lista di letture in previsione di un'estate all'insegna di buone letture! Adoro spiare nell'abisso altrui, il problema è che anche l'abisso scruterà in me :)

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    1. Guarda caso, è una delle frasi conclusive del romanzo! Buona lettura. ;)

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