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martedì 18 maggio 2021

Recensione: Il valore affettivo, di Nicoletta Verna

| Il valore affettivo, di Nicoletta Verna. Einaudi, € 18, pp. 294 |

Sopravvivere non è mai una benedizione. Il tempo che resta è destinato a trasformarsi in complesso di colpa. Ci apparirà rubato a qualcun altro; strappato via con artigli da rapace. Bianca è una ladra. Quando a sette anni è sopravvissuta alla sorella adolescente – la più popolare Stella –, la sua vita è diventata la bugia di un ciarlatano. Tormentata da incubi dove si macchia le mani di sangue e dalle fitte del ciclo mestruale, anestetizza i propri dolori con gli analgesici, i reality show e il consumismo sfrenato. Compagna di Carlo, un luminare della chirurgia robotica, vive in un attico sul Colosseo e per mestiere sbobina sondaggi di marketing fasciata in un tailleur. Carlo salva le persone. Bianca, al contrario, ne ha uccisa una. Quali sono i segreti dietro l'ascesa sociale di una ragazza di provincia che, negli anni Novanta, ha fatto furore come valletta? Qual è il piano che persegue con cieca testardaggine, disinteressata alla fatalità delle sue conseguenze? Perché i tentati suicidi della madre e la fuga extraconiugale del padre: la secondogenita, così simile nell'aspetto alla sorella defunta, non era forse altrettanto degna d'amore?

L’immagine più nitida della morte sono gli oggetti che le persone lasciano, con quello che chiamano valore affettivo. Oggettivi comprati nella convinzione che si sarebbero usati. Oggetti che restano mentre tu te ne sei andato, beffarti inutili oggetti crudeli che ti sopravvivono e ricordano la tua vita a chi resta, stabili oggetti nel magma incomprensibile della memoria: per questo li amiamo e insieme ne siamo atterriti.

Immersa in ambienti di design, tutti linee flessuose e simmetrie, la protagonista ha la quiescenza di chi non lascia trapelare alcuna emozione. Ma dentro di sé ospita, intanto, un ribollire inquieto di fantasmi e d'incubi. Anaffettiva, cinica, altera, ha sedato i sentimenti nella speranza di imbrigliare i morsi del lutto. Cosa le succede tutt'intorno? Non succede niente; succede tutto. Sulla trama, volutamente, dirò poco: sappiate che somiglia ai suoi personaggi. Al bisturi di Carlo, alle contraddizioni della compianta Stella, alle vasche percorse da Bianca d'un fiato: precisa, maliziosa, spossante. Votato all'essenzialità, il romanzo di Nicoletta Verna ti obbliga a uno stato di tensione imperituro. Il disagio, strisciante, serpeggia dall'inizio alla fine. Grottesco e dissacrante, ma insieme profondamente realistico, è una finestra spalancata sugli abissi di Bianca: vortici conturbanti, ipnotici, che ti gettano in trance. Il valore affettivo, esordio di vertiginosa bellezza – al punto che si stenta a credere che sia un'opera prima –, si legge come uno di quei noir senza sbavature.

Non è che fossi triste: quello che sentivo non era il contrario della felicità, era il contrario della vita.

Disturbato e disturbante, richiama per eleganza il cinema di Michael Haneke e si pianta in testa, lì dove fa più male, attraverso la voce di Bianca: un personaggio unico nel suo genere, che non sfigurerebbe nella galleria di quelli interpretati da Isabelle Huppert, attrice protagonista degli scabrosi La pianista e Elle. Potrei continuare a scrivere ancora, ancora e ancora di lei lasciando nell'ombra il resto della sua storia. Questa donna dalla bellezza superba e respingente, affetta da manie di perfezionismo e da disturbi ossessivo-compulsivi, è infatti una narratrice di una complessità fuori dall'ordinario. Cosa ci racconta quello che gli altri buttano via? Cosa, invece, quello di cui non riusciamo a liberarci? Eccola, Bianca, mentre fruga indisturbata nel cassonetto della spazzatura: smista l'immondizia per differenziare il pattume di perfetti sconosciuti. Immersa fino ai gomiti nei rifiuti – delle campane ecologiche, delle case sfitte, della TV generalista –, se ne va disperatamente in cerca di teneri paradossi. Di una Barbie dai boccoli biondi, e della parte più pura di sé.

Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Unforgettable – Nat King Cole


12 commenti:

  1. Questo libro l'ha consigliato anche un autore che mi piace molto (pulixi), una mia amica lettrice l'ha comprato due giorni fa, tutta fiera, e ora tu.
    Ditelo che è una congiura per farmelo prendere e facciamo prima :-D
    Comunque mi intriga davvero :))

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  2. Metto immediatamente in lista questo romanzo, la tua alta valutazione è una garanzia! Mi piace leggere i riferimenti cinematografici con cui rendi ancor più interessanti le tue recensioni. Alcune volte prendo nota anche dei film che citi e poi li guardo con vero piacere :)

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    1. Grazie mille, Aquila! Ogni romanzo è un mondo aperto, che inevitabilmente mi fa pensare ad altro (film o canzoni, riferimenti sempre presenti da queste parti). :)

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  3. Questo sarà mio!
    Vengo dalla bellissima lettura "La felicità degli altri" di Carmen Pellegrino, ora sto leggendo "Il bacio della donna ragno" di Manuel Puig di cui hanno fatto anche il film, premio Oscar a William Hurt. Questo già solo per il paragone ad Haneke lo segno sicuro. La pianista ce l'ho in lista, la mia lista chilometrica...
    Ciao Michele!!!

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    1. La pianista comprato su Ebay dopo la lettura della Verna. Ricordo bene il film ma voglio leggere il romanzo: sicuramente ci troverò più approfondimento, e ancora più disagio.

      Grazie per gli aggiornamenti di lettura! Io ho terminato ora ora un altro bel libro italiano, Animal Spirit: sei racconti delicato, Intimi, magici, perfettamente conclusi. Ne scrivo presto, ma già te lo consiglio!

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    2. Ma poi voglio anche la recensione de "La pianista", siamo esigenti da queste parti 😁

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    3. Certo! Non vedo l'ora che arrivi!

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    4. Iniziato ieri sera e appena terminato, mi è piaciuto molto. Una scrittura nuda e cruda, superba, una trama dal risvolto psicologico interessante, tanto da dover scrivere sulla raccolta differenziata e sui pensieri disturbati della protagonista, chissà come le è venuta l'idea... davvero scritto bene, i finali invece dei libri in generale li trovo sempre insoddisfacenti.
      Sono stata davvero fortunata, in biblioteca ho trovato immediatamente non solo questo, ma anche "La pianista" che inizierò a breve, poi è in arrivo il film. 👋👋👋

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    5. Felice che ti sia piaciuto. Una lettura davvero affascinante e intrigante. L'immagine finale, invece, io l'ho adorata.
      Fammi sapere come va con La pianista!

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  4. Il paragone con il cinema di Haneke e di quelli importanti, e anche un po' pesanti, visto che i suoi film non sono proprio delle visioni leggerissime da tutti i giorni. Quindi rischia di essere una mazzata, ma una bella mazzata.

    Chissà se Isabelle Huppert l'ha già letto? :)

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    1. Non so se conosce l'italiano. Magari gliel'ha insegnato Carlà Brunì!

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