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lunedì 21 settembre 2020

Recensione: La casa sul lago, di David James Poissant


| La casa sul lago, di David James Poissant. NN Editore, € 18, pp. 350 |

Non esistono famiglie felici. Per fortuna. Quando ci perderemmo se non avessimo da leggere di recriminazioni e dissapori? Infelici a modo loro, gli Starling popolano un quadretto in cui mi sono immedesimato fino a perdermi. All’inizio li ho odiati, poi ho finito per voler bene a tutti. Sempre all’inizio, data la trama canonica, immaginavo che non avessero niente di nuovo da regalarmi: sono meno disfunzionali di altri, infatti, ma proprio lì sta la loro originalità. Dimenticate le esagerazioni da soap opera. Scordate grossi traumi, se a salvaguardare l’infanzia dei figli ci hanno pensato due genitori esemplari. Perfino i segreti, benché numerosi, sono semplici non detti che nel frattempo si sono accumulati per pigrizia o codardia. Possiamo rimandare a domani la verità pur di non affrontarla oggi? Questo romanzo è una foto incorniciata appesa al muro di una casa ormai sfitta. Chiudere la porta sul vuoto creato dal trasloco riempirà gli occhi di lacrime. È un addio?

Avere un figlio è rovinare se stessi, per sempre, in nome dell’amore.

Signorili, progressisti e gay friendly, gli Starling credono nella raccolta differenziata, in Hillary e nelle pari opportunità. Newyorkesi d’adozione, ogni estate emigrano al sud per le vacanze. Il cuore della loro villeggiatura è una casetta sgangherata affacciata su Lake Christopher, North Carolina: un luogo modesto ma pieno di ricordi felici, dove in passato si sono rifugiati per riprendersi da un lutto. Presto dovranno lasciarlo per sempre. Lo comunicano i genitori, che per ragioni imperscrutabili hanno deciso di trascorre il pensionamento altrove. La casa è già stata acquistata. Si può dare un prezzo a qualcosa che ha un valore sentimentale tanto forte? Da bolla spensierata, il lago diventa un piccolo campo di battaglia. Ci sono scatoloni da fare, spiegazioni da pretendere, ricordi agrodolci da rispolverare. In un tour de force della memoria, i protagonisti vorrebbero godersi l’ultimo weekend, ma un evento luttuoso – l’annegamento di un bambino – getta ombre sul resto del soggiorno. Quanto può toccarci il dolore di una famiglia sconosciuta?

Da un anno sperava nell'assoluzione. Ma questo è meglio. Questo è matrimonio. L’amore è mettersi in spalla dei pesi – bambini morti, case malconce, infedeltà che ti rimangono appiccicate addosso – e proseguire.

Mentre il lago viene dragato in cerca del corpicino, i personaggi chiudono le tapparelle per non guardare la morte in faccia. E così, per la prima volta da un po’, si guardano. Ci sono Richard e Lisa, ex professori, che pensano al destino della sfortunata primogenita e alle conseguenze di un papillon annodato da mani estranee. Quanto si è responsabili degli uomini in cui si trasformeranno i nostri bambini? Ci sono Michael e Thad, i figli, che d’un tratto si sentono espropriati: il primo, un fascio di nervi, fatica ad ammettere di avere un problema con l’alcol e con la paternità in arrivo; il secondo, aspirante poeta con due tentati suicidi alle spalle, vive con frustrazione tanto la mancata ispirazione quanto i vizi del partner, desideroso di far parte di una coppia aperta. Perché quei genitori perfetti hanno generato due pecore nere così, una delle quali per di più vota Trump? Ci sono, infine, Diane e Jake: compagni rispettivamente di Michael e Thad, offrono un punto di vista esterno sugli intrighi degli Starling. Avete presente la sensazione di voler essere inclusi, ma al contempo di voler fuggire via?

Pensi che la felicità sia ottenere quello che vuoi. Qualunque cosa vuoi, quanta ne vuoi, quando vuoi. E se non fosse verità felicità? E se la vera felicità fosse dire ‘Fanculo a cosa vuoi tu, e rimanere insieme, anche quando è dura, anche quando non sei più quello di una volta?

Tra politica, omosessualità e aborto, David James Poissant costruisce un romanzo profondamente americano. La sua prosa è un velo delicato che ammorbidisce senza mai nascondere. Abilissime, le descrizioni si muovono dentro e fuori; planano a volo d’aquila su paesaggi idilliaci e scandagliano a tappeto la psiche dei personaggi. I dialoghi suonano cinematografici e l’affastellarsi delle scene sembra seguire il montaggio coreografico di un regista di talento. Il canto di rane e cicale, poi, fa da emozionante contrappunto. La domenica va avvicinandosi, la famiglia ha fretta. Deve fare ordine. La cernita in previsione del trasloco non riguarderà soltanto le cianfrusaglie da buttare, ovviamente, ma anche i loro ricordi. Si può salvare dalla spazzatura un amore maturo, che forse troverà la forza per ricominciare in Florida? E il perdono: prendere o lasciare? La casa sul lago prende avvio con una morte, ma strada facendo trova modi straordinari per celebrare la vita nonostante tutto. Una volta toccato il fondo non si può che risalire: perfino in acque come queste. Calme all'apparenza, sotto la superficie immobile nascondono gelide correnti sotterranee e gorghi ingannevoli.

Il mio voto: ★★★★½
Il mio consiglio musicale: Neil Young – Sweet Caroline

14 commenti:

  1. oh ma questo ce lo vedo tra le mie prossime letture, sai? intanto lo cerco e lo metto in lista!!
    mi piacciono le storie che scavano nelle vite di personaggi complessi e sfaccettati.

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  2. Questo mi intriga davvero, davvero molto. E visto che alla tbr ho dato una bella botta, potrei anche vedere alla tentazione :D

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    1. Davvero una bellissima storia familiare. Prima o poi, avrò il coraggio di leggere Le correzioni?

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  3. Chissà perché ho pensato a "La casa sul mare", me l'hai fatto tornare in mente, mi era piaciuto quel film.
    Lo tengo presente senz'altro perché mi attira, ma ho davanti una lista lunghissima, i libri sono come i dolci, mannaggia, ma per fortuna ingrassano solo il cervello; non so te ma io in libreria mi perdo, guardo l'orologio e sono passate le ore. Al momento ho iniziato un libro che non so se porterò alla fine, non so neanche se arriverò a cinquanta pagine, me l'avevano consigliato in libreria, ero perplessa e forse avevo ragione visto che l'ho lasciato abbandonato per più di un anno, vedremo.
    Ciao Michele, buon tutto!

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    1. Ciao Lory! Te lo consiglio, l'ho amato particolarmente.
      Puoi svelare il romanzo deludente? Son curioso.
      Un abbraccio, m.

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  4. Ciao, dopo averti scritto (assurdo ero veramente a pagina 50!) sono andata svogliatamente avanti per altre tre pagine, basta ho deciso di lasciarlo a se stesso, o meglio ho deciso di portarlo in biblioteca. E così è stato, vado in biblioteca dove ritiro "Luce d'estate ed è subito notte" , ma periodo di protocolli per il Covid, non accettano regali in questo periodo, per cui lo riporto a casa, neanche loro lo vogliono! 😂
    Dopo tutto questo racconto sarai ormai curioso abbastanza...il titolo per l'assurdo è "La libreria del buon romanzo" di Laurence Cosse'. Una marea di nomi da perdere il cervello, una trama caotica, che non mi ha invogliato, ti dirò, mi è anche venuto il dubbio che la traduzione sia stata fatta alla c.. avolo! Però, se ti incuriosisce e lo leggerai giuro che se darai l'o.k. allora ci ripensero'.

    Ho amato "Storia di Asta" moltissimo, ecco perché in biblioteca ho preso questo dello stesso autore, anche se alla tua recensione hai dato *** e mezzo.
    Come avrai capito sono una chiacchierona, ciao!

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    1. Sai che non sopporto i libri che parlano di libri e librerie? Proprio non so perché. Felice di non conoscere, comunque, questo romanzo flop: dopo il tuo parere, me ne terrò alla larga.

      La narrativa nordica la conosco pochissimo e, sai, non ho capito se faccia o meno per me. Però ti consiglio La clausola del padre, splendido (credo svedese?).

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    2. A me invece libri che parlano di libri piacciono, non sempre, ma di carini ne ho trovati. Questo di cui sopra mi era stato così decantato, oltretutto edizione e/o, boh, sono andata a leggere altre recensioni e più o meno potrei averle scritte io, per cui, sarà, i gusti sono gusti....

      Luce d'estate...., l'ho piantato dopo cento pagine, ormai sono incorreggibile, con tutte le belle cose che ci sono, non ho voglia di perdere tempo e in questo caso me ne dispiace perché ho letto tutte recensioni positive, ma non ho ritrovato le pagine meravigliose di Storia di Asta, dove avrei sottolineato tantissimo! D'accordo con le tue *** e mezzo, condivido, ma aspetto a riportarlo in biblioteca, vediamo se riesco ad andare un po' avanti. Sono certa che i libri seguono un po' il nostro umore, e in periodi diversi anch'io sarei più paziente e ricettiva.
      Grazie per l'ulteriore suggerimento....prima o poi leggerò tutto, ma poi ne escono altri, 😂 !!!

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    3. Di libri che parlano di libri resto uno strenuo appassionato di L'ombra del vento, ovviamente.

      Ciao Zafòn, ci manchi tanto.

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  5. Vedo già i titoli di coda dell'adattamento cinematografico: directed by Noah Baumbach

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  6. Terminato e sarei andata avanti ad oltranza. Mi è piaciuto parecchio, mi sono piaciuti i dialoghi e anche le varie personalità che non ho trovato così odiose. Ho amato Thad, molto, la sua fragilità ma soprattutto ho ammirato la sua forza e caparbietà. Lisa, una donna e madre sorprendente. Andare a ricomprare i fumetti per il figlio... bellissimo.
    Sarà una storia buonista, ma ognuno di loro ha avuto un'evoluzione personale. Alla fine del romanzo mi aspettavo la solita tragedia da finale, perché ognuno di loro portava un seme, quella scintilla che poteva fare presagire il peggio. Sono stata contenta così, Poissant li ha messi spalle al muro e ognuno ha tirato i remi in barca. Ho trovato grazia, mi sono commossa, un libro che mi resterà. GRAZIE, avevo capito che era speciale!

    Ieri sera ho iniziato "Quasi tutto velocissimo" promette bene. Ciao, alla prossima!

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    1. Grazie a te, Lory! "Speciale" è l'aggettivo giusto.
      A me ha ricordato, a tratti, film come Carnage e I segreti di Osage County: crudeli, spiazzanti, pessimisti.
      Quel finale più tenero e conciliante, perciò, mi è piaciuto un sacco. E mi ha fatto bene!

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