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sabato 25 luglio 2020

Recensione: Da qualche parte starò fermo ad aspettare te, di Lorenza Stroppa

| Da qualche parte starò fermo ad aspettare te, di Lorenza Stroppa. Mondadori, € 18 |

Alcuni libri ispirano panorami incredibili. In mancanza di una finestra affacciata sulla magnificenza di Venezia, nei giorni scorsi mi sono avventurato in cerca di uno dei migliori scorci della mia città: le descrizioni particolareggiate di Lorenza Stroppa, infatti, meritavano il tramonto sul mare e l’alta definizione dell’iPhone di mio fratello. Conosciuta al liceo con una trilogia fantasy scritta a quattro mani con l’amica Flavia Pecorari, l’autrice torna nei luoghi del suo primo successo con un’altra storia: la prova della maturità? Abbandonata la patina gotica della serie Dark Heaven, Lorenza esordisce nella narrativa per adulti con una vicenda che sempre d’amore parla, ma senza scomodare l’elemento soprannaturale. Se i romanzi precedenti avevano dalla loro una patina dark, questo brilla al contrario dei colori vividi della tavolozza e piace per la rievocazione di una Venezia bella come in cartolina, ma ricca di aneddoti folkloristici sbucati fuori da una guida turistica per pochi eletti. Il romanzo, giunto in libreria con il tempismo sbagliato – di lì a poco saremmo stati paralizzati dal dramma del lockdown –, mi ha lasciato in primis il sogno di visitare la Serenissima quanto prima: raramente ho trovato la città tanto ben resa e mai, finora, avevo letto di alcuni luoghi segreti – la libreria Acqua alta, il labirinto ispirato a Borges, Burano con i suoi merletti, il cimitero ospitato eccezionalmente su un’isola, l’Harry’s Bar dove brevettarono il Bellini – che mi sono stati rivelati qui per la prima volta.

Amore eterno per me è un ossimoro, l’accostamento di due termini contraddittori. L’amore per me è come un fiocco di neve, completo e perfetto: non fai in tempo ad acchiapparlo, a capirlo, che si è già sciolto.
L’elemento meno brillante dell’affresco dell’autrice, probabilmente, è la trama in sé: un intreccio sentimentale piuttosto canonico che soltanto nell’ultima parte mostra il suo vero volto – ossia una riflessione sulla resilienza femminile e sull’elaborazione del lutto –, a discapito di un personaggio maschile destinato a essere messo da parte. Nonostante i protagonisti si dividano parimenti la scena, grazie al tipico espediente dei punti di vista alternati, ad avere la meglio è il personaggio di Giulia: una pittrice ossessionata dalle minime sfumature della Laguna che nasconde un segreto nel cuore. Dall’altra parte, invece, c’è Diego: un dongiovanni di mezza età con i capelli sale e pepe che lavora come editor – mestiere affascinante, indagato sempre con ironia da Lorenza –, che incrocerà per caso il cammino della protagonista e pian piano, seguendo le tappe della to do list di lei, darà una spinta decisiva al destino. Magari portando Giulia a far pace con la vita?

«Dove trovi la forza?» […] «Da ciò che mi circonda. Dal basilico sul balcone, che lotta contro la salsedine. Dalle api, che riescono a volare nonostante non sembrino fatte per riuscirci. E da questa città, che potrebbe finire sotto il mare da un momento al’altro. Ma invece resiste, da secoli. Quando la vita intorno a me si impegna così tanto, sarei un’egoista a mollare».
Amore sì, ma non banale, soprattutto negli esiti agrodolci; amore sì, ma non indimenticabile, soprattutto se Diego rischia di apparire come un mezzo per coronare una storia che non gli appartiene fino in fondo. Umana, intensa, ben indagata, la voce della protagonista appare sin troppo preponderante e trasforma il romanzo in qualcosa di diverso, rendendolo da un lato più sfaccettato, ma dall’altro più altalenante. La commedia leggera degli inizi con tanto di stilemi chic-lit – vedasi Rita, la migliore amica di turno, bisessuale e gaudente –, finisce per raccontare un dramma esistenzialista in un alternarsi di toni e punti di vista non sempre perfetto. Viaggio squisitamente esplorativo nel cuore della città, Da qualche parte starò fermo ad aspettare te è un po’ una guida pronta all’uso e un po’ un melodramma nobilitato dal realismo magico delle descrizioni e dalla caratterizzazione psicologica dei personaggi. Anche se Venezia, al sicuro dai dialoghi non sempre fluidi tra Giulia e Diego, è l’unica grande protagonista a uscirne davvero vincente. Solida, benché minacciata dalle mareggiate. Bellissima, proprio perché fragile nell’intimo. Abile a dichiarare resa e a ricominciare, tanto quanto la pittrice che si diceva allergica al calore del rosso.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Modà – Come un pittore

14 commenti:

  1. Ciao Ink, non ho letto il romanzo ma l'ambientazione veneziana mi ispira molto :-)

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  2. devo ancora decidere se mi attira al punto da leggerlo.., però il titolo mi piace troppo :-D

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    1. Molto bello il titolo, e soprattutto significativo.

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  3. Niente male il tramonto sul mare!

    Il libro invece non so. Mi sa che è più nelle mie corde la serie gotica della scrittrice...

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  4. Questa recensione riequilibra un po'la stroncatura di un altro blog. Vedremo

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    1. Che poi diciamo più o meno le stesse cose, io e l'altro blog, ma con toni tutti diversi! XD

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  5. Non lo conoscevo, ma come sempre trovi il modo di farmelo desiderare :D

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  6. Anch'io ho in mente un giro a Venezia e la libreria che citi è una tappa obbligata, già lessi molti articoli in passato, ma la mia curiosità è nata soprattutto quando tempo fa lessi "La lunga attesa dell'Angelo" della Mazzucco. La storia del Tintoretto mi ha colpita e incantata e avrei voluto recarmici immediatamente per andare a cercare i suoi quadri. Anche in quel libro Venezia è protagonista.
    Questo che citi invece non lo sento nelle mie corde.

    PS. Ci sono libri che hanno titoli bellissimi.
    "Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra" di Claudia Durastanti, mi ha colpito per questo... letto in due giorni. Una scrittura interessante, una storia che mi ha incuriosito. 👍

    PPS: Ho appena iniziato "Olive Kitteridge".

    CIAO !

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    1. Anche a me affascina quello della Durastanti, voglio leggerlo!

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  7. E nel frattempo l'ho anche terminato. Bello, ma triste, triste, triste! Terminato da poco, povera Olive, credo nessuno l'abbia capita davvero, ma credo fosse poco importante per lei, non quanto rimanere fedele a se stessa. Personalità complessa, mi è piaciuta ma anche no...
    Alcuni capitoli meravigliosi, alcune frasi da sottolineare, e Olive resta in sottofondo, ti guarda, alza le spalle e si mette in bocca una ciambella.

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    1. Buon pomeriggio Lory, vedrai che meraviglia anche il seguito!

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