Quali
sono i retroscena di un’emittente televisiva? A svelarci i coni
d’ombra, oscuri benché sotto gli occhi di tutti, è un grande
cast. La tematica, purtroppo, è la stessa della serie The Morning
Show: le molestie sul luogo di lavoro. Questa volta ci si ispira
alla storia vera. Si fanno i nomi e i cognomi. Ci si mette la
faccia. Partito con toni sfrontati e ultramoderni, con tanto di
rottura della quarta parete, Bombshell si adagia poi in un
andamento più convenzionale, con una sceneggiatura indecisa tra
commedia, dramma d’inchiesta e thriller. Quando la struttura si
frantuma, diventando corale, alla battaglia di un’irriconoscibile
Theron si affiancano le vicende di altre due dipendenti: la Kidman,
declassata a un programma pomeridiano; la Robbie, stagista che scende a patti pentendosene. La causa di una può diventare la causa di
tutte? Sulla scia dello scottante caso di cronaca, i travasi di bile
sono assicuranti insieme a qualche risata a denti stretti. A dispetto
del titolo, però, il film non si rivela essere una bomba. Ma purché
trionfi la verità – e il talento di Margot, a sorpresa la migliore
delle tre punte di diamante –, gli si perdona la mancanza. (6,5)
Raccontare
la crisi attraverso una nuova classe di emarginate: le
spogliarelliste. Le ragazze dirette dalla Scafaria si trasformano da
vittime in aguzzine per non soccombere. La troppa ambizione rischierà
di mandare il piano a gambe all’aria. Dopo La grande scommessa
e The Wolf of Wall Street, ecco la variazione sul tema che non
potendosi avvalere né di una sceneggiatura da Oscar né di un
regista di culto punta allora sulle grazie del cast più sexy
dell’anno scorso. Hustlers è un gineceo divertente e
affiatato in cui la dolce Constance Wu viene guidata passo passo da
una Jennifer Lopez un po’ chioccia, un po’ sciacallo: la sua
ottima performance non avrebbe dovuto lasciare indifferente
l’Academy. Se il film funziona con poco, infatti, è proprio grazie
alle interpretazioni delle protagoniste e al clima sempre disteso
nonostante la tematica torbida. Pulito e onesto, punta su qualche
raro spogliarello e su un lato umano dolentissimo, che tocca senza
ironia. È possibile grazie a una JLo già iconica che, smesso il
ruolo di popstar, ci mette – letteralmente – l’anima e il
corpo. Nel capolavoro di Fosse, il mondo del dopoguerra era un
cabaret. Per la Scafaria, quello sbranato dai lupi di Wall Street è
un night. (7)
Siamo
nella classica campagna inglese di Jane Austen, dove la massima
ambizione delle protagoniste è una: accasarsi con un buon partito.
Non mancano le feste, le lezioni di etichetta e seduzione, i
matrimoni. L’interrogativo maggiore: chi si fidanzerà con chi?
Come spesso accade negli intrecci dell’autrice inglese,
abbonderanno i personaggi antipatici e le chiacchiere più
salottiere. Leggera e spumeggiante, la nuova trasposizione di Emma
è una commedia non esente da lungaggini, con una scrittura più
canonica del previsto. Non aspettatevi né la riscrittura moderna di
Dickinson, né il montaggio di Piccole donne. Prodotto
diretto agli esteti e agli amanti del film in costume – il lato
tecnico è incantevole –, conferma il talento di una Taylor-Joy a
volte esilarante, altre malinconica. Accanto a lei, nonostante i
caratteristi noti, brilla la stella di Mia Goth: presenza fissa degli
horror, è adorabile alle prese con un ruolo comico. Tra chiacchiere
di paese, nomi su nomi, corteggiatori e corteggiati, Emma è
la storia di una povera ragazza ricca che giocava a fare Cupido. Al
cinema dispiace meno di quanto farebbe su carta, ma per tutto il
tempo sembra comunque di assistere a strategie da agenzia matrimoniale (6,5)
Benché
rivelata al mondo dalla lungimiranza del cinema europeo, Jean Seberg
era considerata la fidanzatina d’America. Affascinante e
politicamente schierata, si trasformò in un personaggio scomodissimo
e morì in circostanze misteriose. Un po’ biopic, un po’ thriller
di spionaggio, il film segue la diva della Nouvelle Vague negli anni
dell’impegno civile. Più a fuoco nella seconda parte, la pellicola
con un’ottima Kristen Stewart – qui convincente come non mai –
funziona soprattutto nel momento della caccia alle streghe. Accurato
nella ricostruzione degli anni Settanta, grazie al luccichio di
costumi e scenografie, il film vorrebbe parlare di troppo – star
system, razzismo, politica – ma finisce per parlare di troppo poco.
Per quanto la storia realmente accaduta sia intrigante, Seberg è
un mix che vive soltanto della performance della protagonista e di
timide capacità retoriche. Il caso di Jean, e il suo enigma, resta aperto. (6)
Più
che la serie TV, i nati nella mia generazione ricorderanno la duologia con Cameron Diaz, Lucy Lu e Drew Barrimore. Alla
luce di un girl power più autoreferenziale che mai, gli angeli dello
spionaggio soft son tornati. Nonostante il tocco femminile, è stato un flop annunciato. Colpa di una regia
patinata, che lascia un po’ a desiderare nelle scene d’azione?
Non mancano i cambi d’abito, le parrucche, le macchinazioni più o
meno telefonate, né un trio meglio assortito del previsto: la
Stewart si presta a essere la macchietta del gruppo; la Harris è
forse la migliore del cast, nei panni della scienziata goffa; la Balinska ipnotizza come amazzone dal fisico statuario.
Su di loro veglia la Banks, che scherza sulla mezza età e domina un
cenacolo di giovani desiderose non di essere principesse, bensì
spie. Non necessario, come ogni reboot, l’ultimo Charlie’s
Angels è stato un insuccesso parzialmente meritato, ma piacevole
e scacciapensieri poggia su una formula che intrattiene
comunque. Vestiti succinti, giarrettiere e flirt, ma anche una
consapevolezza tutta nuova sui ruoli di genere che divertirà gli
uomini e lusingherà le donne. Basta però a giustificare la missione? (5,5)
Era
l’unico pregio di Suicide Squad. Il ferro, immancabilmente,
andava battuto finché caldo. L’impegnatissima Margot Robbie si è
prestata con autoironia a tornare a impersonare l’eterna fidanzata
del Joker: brutalmente piantata in asso – non aspettatevi il cameo
di Jared Leto –, all’indomani dei fatti del cinecomic di Ayer è
libera come l’aria. E per questo sola. Inganna le pene d’amore
con i cibi ipercalorici, glitter e caramelle gommose a pioggia,
parecchi nemici e poche buone amiche. Il capriccio di mettersi in
proprio, però, le appiccicherà un enorme bersaglio sulla schiena.
Al pari del pilot di una serie TV, Birds of Prey è una lunga
presentazione di personaggi sorretta da un’estetica pop e da una
colonna sonora furbetta. Oltre che confermare il brio indiscusso di
Harley, ci si limita a illustrare il temperamento
delle altre protagoniste e i segreti di una Gotham vincente nella
comicità. Se esplosioni, sketch e colori sembrano sbucati da un
cartone, qualcuno potrebbe sorprendersi per il
tasso di sangue e parolacce; meno per una struttura inutilmente
frastagliata. L’obiettivo di Birds of Prey: ripulire da cima
a fondo la città. Il destino di Gotham è nelle mani delle ragazze.
E quello dell’universo DC? (5,5)
Una
giovane inesperta fa i conti con una datrice di lavoro spietatissima,
che costringe i dipendenti a orari massacranti e trascura in nome
della carriera famiglia, amore, affetti. Indizio: non sto riassumendo
la trama del Diavolo veste Prada. Scambiate le redazioni
giornalistiche con gli studi televisivi; sostituite le passerelle di
moda con la stand-up comedy. Con il minimo sforzo, otterrete un
aggiornamento della commedia già cult al tempo dei talk show. La
Miranda Priestly del piccolo schermo è una signora dal temperamento
british, algida e distaccata, con un marito malato di Parkinson in
casa e avvoltoi tutt’intorno. Nel ritratto di luci e ombre su una
professionista ormai sul viale del tramonto, non mancherà la
redenzione finale. Potrebbe essere sempre la solita minestra, e
invece no. Perfettamente al passo con i tempi, E poi c’è
Katherine tratta il femminismo, gli scandali sessuale,
l’integrazione, i pregiudizi sulle donne in ruoli di
potere. La scrittura, già scoppiettante di per sé, è illuminata
inoltre dalla performance di una Emma Thompson in forma
particolarmente smagliante; con lei c’è Mindy Kaling, che qui
convince più come sceneggiatrice che come interprete. (7)
Il problema del girl power? E' che è diventato tema politicamente corretto, e se ne producono a dismisura di pellicole, un po' d'equilibrio ci vuole, perché piace ma il troppo stroppia.
RispondiEliminaMi permetto solo di scrivere la mia opinione sull'argomento: è verissimo che il troppo stroppia... ecco forse perché ci siamo tutti un po' stancati di vedere pellicole rivolti agli uomini, scritte da uomini, girate e interpretate da uomini, che trattano tematiche specificamente rivolte agli uomini e tendono anche un po' a scordarsi che oltre il 50% della popolazione di questo pianeta è composta da donne... Dico così, tanto per dire, eh? ;D
EliminaPer il resto, non ho ancora visto nessuno di questi film, ma spero di rimediare presto... Tranne forse "Charlie's Angels", che purtroppo non mi ispira per niente! XD
Be', Pietro, ballo a dire al franchise degli Avangers o di Fast and Furious. La fiera del testosterone. Il cinema è grande, c'è spazio per tutti.
EliminaHustlers mi ha sorpreso in positivo, Late Night invece mi ha deluso. Da Mindy Kaling mi aspettavo di più di quella che per me si è rivelata "la solita minestra". :)
RispondiEliminaMa con la nuova serie Never Have I Ever si sta rifacendo...
Charlie's Angels l'ho abbandonato dopo pochi minuti. Non so se riuscirò a riprenderlo. Pure Birds of Prey, nonostante Margot Robbie, credo di non averlo finito. Però c'è da dire che l'ho visto durante i peggiori giorni della pandemia, quindi probabilmente non ero nemmeno dell'umore giusto...
Di Bombshell tu dai un altro parere tiepido, così come molti altri, e quindi mi sa che passo. Anche se continuare a snobbare Margot Robbie mi infastidisce. :D
Su Emma e Seberg ho aspettative discretamente buone, ma il tuo parere non è troppo incoraggiante... ;)
Never Have I Ever in rampa di lancio dopo Boris!
EliminaDevo ammettere che di queste pellicole non me ne interessa una 😅
RispondiEliminaGiusto Emma, per via del conflitto interiore: è in costume, quindi mi piacerebbe vederlo, ma tratto da un libro che non mi ha fatta impazzire...
I costumi sono splendidi.
EliminaLa storia fa proprio cagare. Ecco, l'ho detto!
Hustlers l'ho cominciato e poi lasciato lì, avevo altro di più importante da recuperare.
RispondiEliminaTra tutti i film citati e visti, quello che ho preferito è Birds of Prey, scanzonato e zamarro come piace a me, una bella boccata d'aria fresca dopo quella schifezza seriosa di Suicide Squad.
Emma. semplicemente delizioso, ma io amo le attrici coinvolte e i film in costume in generale, non faccio testo.
Carino Bombshell, anche se mi sarei aspettata di più (ma Lithgow è comunque pazzesco) e anche Late Night, molto simpatico anche se ormai l'ho quasi dimenticato.
Hai accantonato il film più bello della carrellata!
EliminaMi incuriosisce davvero tanto quello di Emma... Ma chissà perché 🤭🤭🤭
RispondiEliminaPare che non sia la migliore delle trasposizione, però tra costumi e fotografia... Un bel vedere!
EliminaPensavo avessi già scritto di Hustlers, e pensavo sopratutto ti piacesse di più Emma con il punto: certa leggerezza, certi intrighi amorosi, sono quello di cui ho bisogno a volte.
RispondiEliminaSeberg passato per Venezia lo avevo già dimenticato. La Stewart ipnotizza ma da una biografia tanto interessante poteva uscirne qualcosa di meglio.
Late Night è effettivamente un Diavolo veste Prada versione stand-up, a tratti ingenuo ma si fa voler bene.
Sugli Angeli soprassiedo. Mi è capitato di beccare la vecchia versione con Cameron-Drew-Lucy e sono rimasta scioccata dalla quantità di trash. Questo sembra prendersi molto più sul serio.
Eh, lo so, però ritengo la Austen incredibilmente sopravvalutata. Nel novero dei classici, sì, ma sembra una delle autrici del programma Uomini e donne.
EliminaTra questi film voglio recuperare "Emma"! :)
RispondiEliminaNon il mio genere, ma altrove tanto che piace. :)
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