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venerdì 17 maggio 2019

Recensione: Ogni tuo passo, di Alice Feeney

| Ogni tuo passo, di Alice Feeney. Nord, € 19, pp. 350 |

L'esistenza di Aimee Sinclair è finzione scenica. Fasulle le generalità, illusori i successi lavorativi e sentimentali. Per sua fortuna, però, ha fatto delle bugie di cui si nutre una professione remunerativa: è un'attrice sulla cresta dell'onda. Il suo compito, farti pendere dalle sue labbra. Dopo un lungo apprendistato è riuscita a soggiogare i fan, costantemente in crescita; un agente che a sorpresa le ha proposto un provino con David Fincher in persona; il marito giornalista, Ben, che la venera nonostante l'esagerata gelosia. Quanto possono stare in equilibrio i castelli di carta? Pochissimo nel mondo del cinema, fabbrica di sogni e incubi che in fretta chiude le porte alle sue stelle splendenti. E ancora meno nel nuovo romanzo della giallista inglese Alice Feeney, maestra indiscussa dei tracolli coniugali e delle protagoniste inaffidabili.

Non tutti vogliono essere qualcuno. Alcuni vogliono essere qualcun altro.

Qualche estate fa mi aveva stregato con Ogni piccola bugia, ingegnosa opera prima che in quanto a cattiveria rivaleggiava con L'amore bugiardo, e nel fervore generale ci riprova con un intreccio costruito nuovamente fra passato e presente, con una donna che ha perso il bandolo delle sue stesse matasse. Tutto ha iniziato quando Ben scompare senza lasciare traccia e l'agente Alex Croft, poliziotta inutilmente sul piede di guerra come previsto dal cliché, punta il dito contro quella moglie sotto i riflettori. Prima per i successi hollywoodiani, poi per i presunti misfatti. La violenza domestica, infatti, colpisce anche gli uomini: era forse lei l'aguzzina del giornalista, schiaffeggiato in pubblico in seguito a una lite al tavolo del ristorante? Lo ha ucciso? Se sì, lo ha dimenticato per proteggere la propria sanità mentale? Salteranno fuori corpi dalla dubbia identità, rivali in amore, stalker a immagine e somiglianza della tormentata Aimee, mentre i salti temporali ci condurranno implacabilmente nell'infanzia della protagonista: lì si annidano le prime ambizioni – un paio di inavvicinabili scarpette rosse in vetrina, come quelle indossate da Dorothy –, i primi stratagemmi per salvarsi dal provincialismo irlandese – lezioni di dizioni, favole da ascoltare con il mangianastri, blockbuster anni Ottanta noleggiati in videocassetta –, i primi crimini. La norma se sei la figlia di due spiantati allibratori, Maggie e John, e devi imparare a difenderti con le maniere cattive dai creditori. Inevitabile se un bel giorno sei stata sequestrata, ripenso a tal proposito alla lettura del toccante Ellie all'improvviso, e due perfetti sconosciuti ti hanno intimato di chiamarli mamma e papà.

Sposiamo chi ci fa da specchio: è il nostro opposto, ma a noi sembra un riflesso. E, se lui è un mostro, io cosa sono?

Non si può dire che Alice Feeney sonnecchi sugli allori. Moltissimi i colpi di scena, nonostante abbia purtroppo intuito il principale a cento pagine dalla fine, e altrettanti i momenti da pelle d'oca. Il vademecum di thriller così, sordidi, sanguinosi e malati fino all'ultimo, esige figure borderline e tabù infranti. Il rischio corso, in questo caso, è stato quello di ripetersi per paura di fare peggio che in passato. Simile al romanzo precedente ma più maldestro, Ogni tuo passo ripropone con capitoli rapidi e stile accattivante – per gusto personale, preferisco tuttavia qualche frase ad effetto in meno – scambi di persona, doppie identità, flashback a raffica. Aveva tutte le carte in regola per farmi suo ma, pur funzionando senza sbadigli di sorta, rimesta nei temi caldi del successo precedente e nel classico repertorio delle narratrici bugiarde, citando più volte sé stesso. All'ombra di Ogni piccola bugia, i pregi dell'uno diventano con una punta di dispiacere i difetti dell'altro.
Torna a mentirci, Alice: irretiscici, fallo meglio e di più. Sperando che a ogni passo, a ogni romanzo, non riprenderai puntualmente a raccontarci l'ennesima storia in assonanza di donne-mantidi e relazioni pericolose.
Il mio voto: ★★★
Il mio consiglio musicale: Doris Day – Perhaps, Perhaps, Perhaps

11 commenti:

  1. Pensavo si trattasse di una lettura più intrigante e coinvolgente. Dal tuo voto non si spera di incappare chissà in quale caso letterario 😅
    Non so, sono indecisa 😊

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    1. Se non hai letto il precedente, punta intanto a quello!

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  2. Come genere e storia ci siamo, se però non ne vale la pena, do spazio a thriller più coinvolgenti :)
    Buon pomeriggio ;-)

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    1. Sicuramente, se cerchi bene, c'è di meglio in giro. Ma anche di peggio.

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  3. Pensavo fosse più interessante dalla trama...

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    1. Interessante lo è, fino alla fine, sorprendente a tratti, ma ha lasciato pochino...

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  4. Ciao Michele,
    Non conoscendo questa autrice e visto quanto hai scritto, inizio dal suo primo "Ogni piccola bugia".
    Grazie della dritta 😁 Marina

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    1. Ma ciao, Marina!
      Quello leggilo, di recente è uscito anche in edizione Tea. 😁

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  5. Letto e adorato "Ogni piccola bugia" ma ho sentito altri pareri tiepidi su questo suo nuovo lavoro, perciò direi che passo e serenamente attendo il prossimo
    Stefi

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    1. Meglio, Stefi, anche se c'è del buono qui e lì!

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  6. No che peccato ancora non ho letto niente di questa autrice ma il libro mi ispirava tanto... se dici così allora meglio leggere uno dei primi prima giusto?

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