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mercoledì 2 gennaio 2019

Recensione: Seguimi con gli occhi, di Nadia Galliano

Seguimi con gli occhi, di Nadia Galliano. Bookabook, € 15, pp. 261 |

I romanzi per ragazzi e la malattia, dalla commozione post Colpa delle stelle in avanti, hanno sempre avuto un rapporto stretto. Ispiravano amori tragici mai passati di moda e riflessioni importanti su testamenti morali e check-up da concedersi con frequenza regolare. Ci sono malattie e malattie però: alcune quasi nobilitanti, che chiamano a sé amici solidali e compagni di battaglia; altre tabù, sotto silenzio, che al contrario provocano un ingiustificato imbarazzo. Toccherebbe infatti parlare di sesso non protetto, droghe, eredità genetiche. È il caso dell'HIV: cosa da tossicodipendenti o drammi LGBTQ, diremmo con un'alzata di spalle; un morbo estraneo alle persone perbene. Lo scopre a proprie spese Emma, ragazza all'ultimo anno di liceo, con un canale YouTube piuttosto popolare e un fratello maggiore, Nicola, che in seguito a una polmonite aggressiva scopre di essere sieropositivo: è troppo tardi. Quel ragazzo dai capelli lunghi che derideva gli hashtag e amava viaggiare, leggendo fumetti alternativi o imbarcandosi in quattro e quattr'otto per mete accattivanti, è morto da due anni. In un letto di ospedale, dietro una veneziana d'ordinanza, accanto a una sorella disinformata che a un certo punto aveva perfino paura di tenergli la mano: come se il virus, mortale se non localizzato in tempo, si diffondesse con un semplice contatto.

Lo persi senza lottare. Fu un colpo intenso, ben assestato. Tra il torace e l'addome, diretto al diaframma. Lì, su due piedi, mi mancò il respiro. Non per un attimo, non per qualche minuto. Anche quello, come il cuore, mi scappò via per un tempo immenso. Persi il cuore e il respiro tutto d'un fiato, tutto d'un colpo. 

La protagonista ha confessato il proprio dolore in rete e in risposta sono arrivati i leoni da tastiera, i diffamatori di quel Nicola da lei stessa guardato con il filtro del pregiudizio. Adesso ha un appuntamento fisso con un loquace terapista – Emma parla poco, attratta piuttosto dagli origami ipnotici sulla scrivania di lui – e, proprio quando credeva non ci fosse via di fuga al senso di colpa, ecco giungerle in soccorso la brochure di un gruppo di supporto colorato e un po' glamour ospitato in un palazzo del centro. La ragazza sta sulle sue, osserva e presta ascolto, impara. Noi lettori insieme a lei. 
Ci sono Met, passato dal mondo delle passerelle al ruolo delicato di moderatore; Teresa e Camilla, donne di mezza età con figli a carico e una diagnosi da ingannare ricercando forti emozioni con un biglietto aereo; Carlo, volontario attratto dalla ritrosia di Emma e con il sogno alquanto insolito a vent'anni di diventare notaio; Adele, artista di strada fragilissima e autolesionista, tutta risposte secche e tagli profondi per richiesta d'aiuto. 
C'è un'asta di beneficenza da organizzare, soprattutto, affinché quel giovane disperato che tanto ricorda Nicola – Leonardo, senza una casa all'indomani dei risultati allarmanti delle analisi – non finisca in mezzo a una strada.

Tutto è nato da un sentimento che si è trasformato in diagnosi.

Seguimi con gli occhi, in campagna prima con Bookabook e infine scelto dai lettori, è un romanzo di (in)formazione dolcissimo e didascalico solo di rado. Il linguaggio semplice e pertinente di Nadia Galliano – medico con una specializzazione in psichiatria – è quello di un'addetta ai lavori prestata alla narrativa con buoni risultati. Perfino la dimensione corale, tanto spiccata da far perdere a tratti il punto di vista di Emma nella pluralità di storie e membri della Heart to Haart Foundation, è in linea con lo spirto di comunità che hanno fatto di anonimato e solidarietà la loro regola. Per fortuna, ad aggiungere un tocco di letterarietà in più è l'emozionante capitolo finale alla Sliding Doors, con l'inedito punto di vista del compianto Nicola. La malattia ha distrutto contemporaneamente il suo sistema immunitario e il cuore ancora innocente della sorella.

La vita non ti viene ad amare, la devi amare tu.

Magra ai limiti dell'anoressia, Emma scopre il piacere di riprendere a mangiare in un ristorante al buio uscito dalla migliore sequenza di Questione di tempo; avanza verso il microfono, si apre, abbandonando il sottile egoismo che a lungo l'ha fatta concentrare soltanto sul proprio dolore. Accusando dello sfacelo familiare una perfetta sconosciuta – la ragazza del fratello, la cui identità sarà svelata in prossimità del finale con un riuscito colpo di scena –, quando in realtà la colpa spettava soltanto alla mancata precauzione. Coloro che vengono colpiti, infatti, hanno paura di chiedere aiuto al prossimo, ignorano i segni finché è possibile. Fino a quando l'avanzare del virus è ormai irrimediabile. In questo caleidoscopio non senza tocchi di lirismo, non senza tocchi d'ironia, l'autrice segue da vicino vittime, superstiti e testimoni invitandoci a fare altrettanto. A seguire con gli occhi la rinascita di un'adolescente ancora incapace di voltare pagina, i segni e le diagnosi, se prevenire leggendo è meglio che curare.
Il mio voto: ★★★½
Il mio consiglio musicale: Martina Attili – Cherofobia

10 commenti:

  1. Sembra bello, sull'argomento ne ho letto uno in inglese e inedito a novembre scritto in versi. Questo me lo segno!

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  2. Sembra bello, e di questo argomento ho letto poco o niente.

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    1. Io avevo letto anni fa Promettimi che ci sarai, edito da Piemme. Una protagonista davvero memorabile, con il senno di poi.

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  3. Considerando il mio amore per i "malattia movies", questo potrebbe essere il "malattia book" che fa per me. :)

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